ANNO 2023
Relazioni di tutte le gite
Gennaio 2023
Pietra Bianca – Colletto
A fine anno e inizio 2023 con due mezze giornate, il 1 dicembre e il 3 gennaio, per non perdere l’abitudine, abbiamo completato il ripristino della discesa dal Colletto a Pietra Bianca, nella Comba delle foglie, versante orografico sinistro. Ripristino e segnaletica orizzontale, in totale nei due interventi hanno partecipato 9 persone per un monte ore di lavoro di 27 ore.
Il ripristino del sentiero si fermava al bivio per la frazione Lorano, mancava questo tratto di collegamento, circa un 800m.
Ora dalla B/ta Pietra Bianca per arrivare al Colletto o a Ciangarì c’è un percorso più diretto su una vecchia bella mulattiera, percorso consigliato anche ai ciclisti-MTB, naturalmente in discesa.
Con questi ultimi interventi stiamo completando la fascia di territorio che è a cavallo con il comune di Chianocco, anche questi sentieri fanno parte del gruppo di itinerari nominati “Sentieri dell’Inverno” per il piacevole clima quasi primaverile che si ha nelle belle giornate invernali.
Di questa zona stiamo completando i vari rilievi, tempi e distanze per poi realizzare la segnaletica verticale, in progetto l’allestimento nella primavera.
L’attività prosegue ora spostandosi più ad Ovest sentieri zona Fugera, l’idea è ripristinare il sentiero che sale direttamente da Falcimagna alla Fugera sul fronte valle, da dopo l’incendio non è più stato frequentato per le condizioni piuttosto proibitive. Anche questo si presta come itinerario invernale perché la salita tra i vari costoni rocciosi è interamente al sole.
Seguiteci sul sito e avrete gli aggiornamenti sui nuovi itinerari riprestinati.
Osvaldo Plano
15 gennaio 2023
Punta Arpelin
Appuntamento ore 7 in piazza del Mercato a Bussoleno, causa qualche defezione dell’ultimo minuto ci ritroviamo in 11, di cui 4 sciatori e 7 ciaspolatori, destinazione Le Laus.
Il meteo non é dei migliori ma non ci facciamo scoraggiare e verso le 9 siamo a destinazione; lasciate le auto, calzati sci e ciaspole, fatta la prova “cancelletto” per verificare il corretto funzionamento degli apparecchi ARTVA imbocchiamo la pista di fondo per la Valletta des Oules.
Passiamo un torrente su un ponticello di legno e da qui iniziamo la salita dapprima in un bosco di larici poi su terreno aperto fino a raggiungere il Colle di Cote Belle, dal quale seguendo un ripido pendio si raggiunge la punta.
Le condizioni meteo nel frattempo peggiorano e a meno di 50 metri dalla punta con rammarico decidiamo di non proseguire, visto che le nubi ci avvolgono togliendo visibilità. Ben presto la nostra decisione si dimostra corretta anche perché la neve a tratti ventata e pesante risulta discontinua e in condizioni di scarsa visibilità la discesa in questo primo tratto non é certo divertente.
Perdendo quota e raggiungendo la zona boscata le condizioni della neve migliorano e con esse anche la sciata, ma guardando verso la punta ci rendiamo conto che li é già iniziato a nevicare.
Ripassato nuovamente il ponticello di legno si imbocca la pista da fondo e con un’ultima piacevole sciata raggiungiamo le auto mentre anche qui inizia una fitta nevicata, a conclusione della gita ci ritroviamo tutti, sciatori e ciaspolatori per una meritata sosta al bar per caffè o cioccolata calda.
Il ritorno in auto avviene sotto una bella nevicata fin dopo Monginevro.
Giorgio Ferraris
22 gennaio 2023
I cinque campanili di Zoagli
Solitamente si decide di andare al mare con la speranza di trovare una bella giornata di sole, con la temperatura mite che contraddistingue la Riviera, ma ieri 22 Gennaio 2023 a Zoagli (Ge) il clima si era già allineato a quasi tutto il resto d'Italia con il cielo bigio e il vento che nonostante il giorno prima fosse decisamente più forte, la faceva comunque da padrone e infastidiva alquanto la nostra escursione, che dal centro di Zoagli, ci ha fatto percorrere il bel sentiero che tocca i Cinque Campanili con relative chiese e cappelle dell'immediato entroterra al confine con il Comune di Rapallo.
Alla partenza da Bussoleno siamo in 59. Ad Asti sale il gruppo "Castagnole" con Paolo,Terry, Dorino e Silvana. Al nostro arrivo troviamo ad attenderci Roberto e Fiorella del CAI di Genova, amici già conosciuti in altre esperienze, che si sono offerti di farci da ciceroni e la famiglia di Alessandra e Valerio con i figli Ettore e Dante e cagnolino Cora.
Su consiglio di Roberto affrontiamo il percorso dell'anello al contrario, sia per invertire i dislivelli, sia per il fattore vento che cosi' dovrebbe essere più clemente. Con queste temperature non ci si attarda molto nelle soste ai vari campanili per le foto di rito. Nostante il tempo, il sentiero è proprio bello. Dispiace comunque vedere che anche qui c'è molto abbandono del territorio con tanti muretti a secco che presentano lesioni importanti e gli arbusti vari che si impadroniscono di tanti uliveti un tempo fiorenti.
Anche la sosta per il pranzo alla frazione di Sexi è fulminea! Poco più di un quarto d'ora e si riparte. L'arrivo al centro di Zoagli in poco meno di cinque ore ci permette di prenderci una bevanda calda negli unici due esercizi aperti in questo mare d'inverno.....e via si ritorna a casa.
Arriverderci a Camogli il 12 Febbraio prossimo!
Osvaldo Vair
28 gennaio 2023
Sicuri sulla neve con la Scuola Giorda
Sabato 28 gennaio si è tenuta l'annuale giornata Intersezionale "sicuri sulla neve" organizzata dagli istruttori della Scuola Giorda.
La bella giornata, la presenza della neve (cosa non scontata di questi tempi), un buon numero di istruttori e partecipanti hanno contribuito al successo di questa utilissima giornata.
Riportiamo il comunicato della Scuola in merito alla giornata, con il ringraziamento a tutti gli istruttori per l'impegno profuso e la serieta, simpatia e competenza dimostrata.
Ciao
Sabato si è tenuta la giornata ISZ al Mongi.
I partecipanti erano circa 30, noi Istruttori 9.
Fortunatamente è uscito il sole per cui siamo riusciti ad arrivare con le attività alle 16 senza congelare.
Prova di inizio gita, test di portata massima, ricerche con 1-2-3 artva sepolti, tecnica di scavo, simulazione di autosoccorso.
Abbiamo finito esausti. I partecipanti interessati e con tante domande.
L'autosoccorso simulato...sempre un bel test, coinvolge e mette alla prova chi lo esegue facendogli perdere un po’ la dimensione di simulazione.
Ci tengo a ringraziare gli Istruttori che hanno dato la loro disponibilità rinunciando a farsi la gita, con le condi che c'erano in giro.
Grazie davvero.
Senza piaggeria...avete fatto una bella figura!!
Pier Carlo Martoia
2 febbraio 2023
Sentiero Ciangarì Molè
Finiti i giorni della merla, riprendiamo l’attività.
Io, Giorgio, Cens e Mauro con il supporto di Tiziana che dirigeva le operazioni, siamo saliti oltre il Molè, fino al bivio della sterrata per Ciangarì.
Proseguendo ancora sulla carreggiabile per le Combe dopo pochi metri a sinistra inizia la vecchia mulattiera.
Alle 9:30 con il sole già alto e tiepido abbiamo cominciato i lavori. Alla partenza del sentiero un vecchia palina indica le Combe, purtroppo dopo poche decine di metri la mulattiera è ostruita da massi crollati durante i lavori della sterrata sovrastante di Ciangarì, oltrepassiamo la zona, dovremo dedicare una giornata per questo tratto, per ora si sale con un po' di difficoltà.
Seguiamo il percorso con la squadra di boscaioli davanti e io dipingo le tacche segnavia c’era ancora un po' di neve che rendeva la salita un po' scivolosa. il percorso era abbastanza chiuso, Giorgio, munito di motosega, ha il suo bel da fare per aprire la strada. A circa metà percorso abbandoniamo la mulattiera che va alle abitazioni basse di Ciangarì e svoltiamo a sinistra, il sentiero raggiunge la dorsale prativa molto panoramica sulla valle e si connette sul sentiero che sale da Lorano e raggiunge la bergeria di Ciangarì.
L’itinerario aperto volendo, da possibilità di fare un piccolo anello si sale fino al sentiero per Ciangarì e si scende a Lorano, per poi raggiungere il punto di partenza.
Anche questo sentiero va aggiungersi ai “Sentieri dell’Inverno” visto il tracciato ben esposto al sole.
Abbiamo finito la mattinata alle 14:00 e, per chiudere in bellezza, con un invito di Tiziana a mangiare una gran pasta al pesto a Mattie, qui abbiamo lasciato lavorare lei.
Grazie Tiziana.
Osvaldo Plano
12 febbraio 2023
Traversata Sori-Camogli
Avremmo dovuto effettuare quest'escursione fra un paio di settimane, il 26 Febbraio pv, , ma causa una mia personale necessità improrogabile, abbiamo anticipato a questa domenica 12 Febbraio la traversata da Sori a Camogli. Questa volta le previsioni meteorologiche erano decisamente più favorevoli rispetto alla gita effettuata a Zoagli nelle settimane scorse, con un vento di tramontana che ci aveva infastidito non poco. Nonostante la data anticipata, il responso delle adesioni è stato veramente notevole, come accadeva anni fa, prima del covid.
Partiamo alla volta di Sori con due pullman e 108 persone, a cui aggiungiamo in quel di Asti la compagine Bosco, composta da quattro partecipanti. Anche in questa occasione alla partenza ci attendono Roberto e Fiorella del CAI di Genova che ci faranno da guide: alla notizia di circa 110 partecipanti Roberto è rimasto di sasso, perchè persino un CAI come quello di Genova, un numero cosi elevato non sempre riesce ad ottenerlo.
Gli autisti Claudio e Tommaso ci lasciano a monte del paesino di Sori lungo l'Aurelia che nelle domeniche ha un traffico decisamente popolato di ciclisti, a cui bisogna fare particolarmente attenzione, sia per la velocità e sia per la loro silenziosità nell'avvicinarsi su questa arteria tutta curve. Fortunatamente alla nostra partenza è presente un semaforo che aiuta tutti ad imboccare la dritta scalinata che mette tutti subito alla prova con il fiato.
La giornata è comunque incantevole e quindi questi primi sforzi vengono mitigati e appagati dagli scorci sulla costa ligure e sul mare quasi piatto a cui il sole non ancora cosi alto regala schegge di riflessi molto suggestive. Al termine della lunga scalinata facciamo un compattamento e in un "quasi amen" riempiamo il sagrato della chiesa e il colpo d'occhio su 100 persone tutte vestite con abbigliamenti tecnici multicolore è semplicemente un quadro da incorniciare (vedi album fotografico...).
Dopo tanti scalini e tratti di sentiero lastricato di fresco, ma assolutamente non ancora segnalato, (fondamentale la presenza di Fiorella e Roberto...), arriviamo sulla spiaggia di Recco ove facciamo sosta pranzo e come non approfittare nell'occasione della ghiottissima focaccia, che nonostante, la maggior parte di noi si sia portata il pranzo al sacco, viene acquistata in quantità considerevoli.
Focaccia e birra sulla spiaggia assolata...spettacolo! Dopo le 13.30 partiamo alla volta di Camogli che raggiungiamo in circa un'oretta di cammino agevole, sempre su scalini, alternati a tratti di sentiero tra le abitazioni pittorescamente decorate alla moda ligure in colori pastello delle più svariate tonalità. Camogli ci accoglie con tanti turisti ad affollare la sua costa tra le bancarelle e negozietti di souvenir alternati a ristoranti, fortunatamente tutti pieni, a sincerare un cambio di passo per il turismo, vera e autentica linfa vitale della costiera ligure.
Ci salutiamo con i nostri accompagnatori e alla spicciolata raggiungiamo il piazzale dove ci attendono i pullman per il ritorno alla nostra Valle. Un abbraccio a tutti i partecipanti!!
Cosimina Montemurro e Osvaldo Vair
19 Febbraio 2023
Col des Trois Evèchés
Un'altra bella gita Domenica 19 Febbraio in Francia questa volta verso il Col des Trois Evêchés.
I partecipanti sono 13, fra sciatori e ciaspolatori, giunti non solo da tutta la valle ma anche da Rubiana, Collegno, Torino e addirittura da Milano. Il ritrovo è alle 6:30 a Bussoleno ma date le varie provenienze formiamo gli equipaggi lungo il tragitto. La fermata per il caffè è obbligatoria, ma veloce.
Giungiamo al parcheggio dove numerose altre auto sono già presenti per le varie gite nella zona. Ci dirigiamo verso la nostra meta che doveva essere inizialmente il Pic Blanc du Galibier, ma poi... ci siamo trovati nel vallone dei Tre Vescovi o Trois Evêchés..
La zona è molto bella e la neve è continua su questo itinerario. La giornata è molto bella e soleggiata ma con una brezza costante che mantiene le temperature generalmente non eccessivamente calde. Fa eccezione un ripido canale incassato e riparato dal vento che ci porta avanti nel tempo di due mesi almeno. Pare di essere in primavera inoltrata fra neve bella dura e caldo estivo.
Complimenti ai ciaspolatori per avere affrontato stoici ripidi pendii e traversi piuttosto impegnativi.
Ai piedi dell'ultimo pendio prima del colle dei tre Vescovi, in un ampio vallone spettacolare decidiamo di fermarci.
Abbiamo di fronte un panorama bellissimo. Siamo al cospetto degli Ecrin e guardandoci intorno cerchiamo di identificare le cime, ricordando le salite passate.
Togliamo velocemente le pelli e facciamo un breve spuntino. Poi riscendiamo per la bella valle percorsa in salita.
La neve ha un po' "mollato", ma resta comunque portante. Ci fiondiamo nei canali pennellando a dovere il pendio.
Bellissima sorpresa al rientro con il punto ristoro offerto da Cristina e Beppe che invece hanno raggiunto il pic Blanc du Galibier e ci hanno aspettato offrendoci bollicine, salame e torta. Degna conclusione di una giornata molto bella.
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato. Ci vedremo alla prossima uscita sulla neve, sperando che le condizioni lo permettano ancora.
Sissi Ainardi
10 e 24 febbraio 2023
Anello dei Cre’ di Cou
Il 10 e il 24 di febbraio abbiamo ultimato l’anello di Creè di Cou.
Due giornate intense di lavoro per il ripristino del tratto di sentiero che dalla Frazione Combe sale all’area delle cave dei Tignai per poi raggiungere il sentiero della Pietra e del Marrone che porta alla Borgata Giordani.
Seguendo, in parte una vecchia carreggiabile, ormai impraticabile, che serviva per il traspoprto a valle dei materiali estratti, si sale a Est attraversando i siti di estrazione del granito, (Gneiss fengitico), ancora evidenti le aree di lavoro con gli scarti prodotti dai Picapera.
La parte alta è molto panoramica sulla valle di Susa e sulla valle intermedia con le borgate dei Tignai e i Meitre.
Per finire in bellezza l’ultimo giorno abbiamo festeggiato mangiando un pranzetto al ristorante delle Alpi da Fabrizio, per poi continuare la pulizia nel pomeriggio e chiudere l’anello.
Ora partendo dalla Piazza del Comune di Mattie si può percorrere interamente l’itinerario si sale sulla cresta dei Crè di Cou, molto panoramica sulle Borgate di Mattie e sulla Valle di Susa, si scende fino a raggiungere il sentiero che porta alla Borgata delle Combe, si attraversa la borgata e si risale a prendere il sentiero della Pietra e del Marrone per poi raggiungere a ritroso le diverse borgate (Giordani, Malenghi, Gillo,) e ritornare alla partenza.
Inoltre sono stati puliti altri sentieri che attraversano la collina dei Crè di Cou, sia sul versante sud che sul versante nord, sentieri che collegano la Borgata dei Gillo, Sant’Anna e la Chiesa.
I prossimi passi ci impegnerà nei fare i rilievi e preparare la segnaletica verticale.
In questo due giornate si è lavorato per un totale di 12 ore con la partecipazione di Tiziana, Enrica, Giorgio, Cens, Mario, Sergio, Mauro A., Bruno e io.
Osvaldo Plano
4 marzo 2023
Ciaspolata notturna
Bellissima escursione al Rifugio Lago delle Rane in Val Chisone, in collaborazione con il Cai Sezione di Susa.
Ci ritroviamo alle 16 in piazza del Mercato a Bussoleno, pronti a partire per la prima gita notturna del 2023, dotati di ciaspole e ramponcini.
La giornata è calda, sole quasi primaverile, promette molto bene, non c’è una nuvola.
Puntualissimo arriva il pullman, 17 i soci di Bussoleno e a Susa ci aspettano altrettanti soci della Sezione di Susa, presenti entrambi i Presidenti Osvaldo e Aurora, in totale siamo in 34.
Francesco, poco amante delle ciaspole, porta anche gli sci speranzoso di poter fare la salita.
Dobbiamo raggiungere Sestriere e poi scendere verso la Val Chisone, fino a Barboutet.
Giunti a destinazione, il sentiero è battuto, la neve non è molta, le ciaspole in effetti non servono, sono sufficienti i ramponcini per la discesa.
La luna quasi piena ad Est, ed un meraviglioso cielo stellato, con Venere e Giove ad Ovest, ci ha permesso di camminare con la luce naturale, senza l’uso delle pile.
Temperatura fredda ma la salita ci riscalda subito, il dislivello è adatto a tutti, circa 400 mt.
La luna davanti a noi non è ancora completamente piena, lo sarà fra qualche giorno.
il panorama è stupendo, il Pelvo, l’Albergian, la Rognosa riflettono la luce lunare ed è impossibile non immortalare lo spettacolo delle montagne che ci circondano.
Dopo circa 2 ore di cammino arriviamo al piccolo accogliente rifugio affacciato sulla valle.
Durante la cena ci complimentiamo con la nostra Vice Presidente Tiziana, che dopo un lungo periodo di assenza riprende la sua attività e ringraziamo Silvia del Cai di Susa per l’organizzazione della bella gita al Chiar di Luna.
La serata trascorre in allegria, tutti super affamati.
E poi...come sempre è l’ora del rientro, foto di gruppo davanti al Rifugio e si riparte.
Sara Ainardi
5 marzo 2023
Rivoli e Moncuni
Il percorso è semplice e non impegnativo, si svolge sulla collina morenica tra Reano e Rivoli con destinazione al monte Moncuni, ma permette a noi tutti di riprendere con calma l’attività ciclistica dopo la pausa invernale.
Il ritrovo è di fronte al Moncuni Park di Reano alle ore 10:15, arriviamo in 16, tutti puntuali e ci dividiamo in 2 gruppi. Un gruppo MTB di 13 ciclisti che faranno il percorso originale e l’altro di 3 camminatrici che raggiungeranno anch'esse il Moncuni con un percorso ad anello più breve “camminando”!!!!
Durante i preparativi dei mezzi accolgono tutti con piacere la proposta di concludere la giornata con una “merenda sinoira” a casa nostra.
Ore 10:30 si parte.............. i bikers verso il loro percorso, le 3 camminatrici dopo sosta caffè al bar anch’esse direttamente per il “Moncuni”
Il percorso MTB sfrutta i tanti sentieri e sterrati che percorrono tutta la collina morenica consentendo di vedere i vari aspetti di questo ambiente, che visto dalla valle di Susa, non sembra poter offrire paesaggi così diversi ma comunque belli e panoramici.
L’andata, da Reano verso Rivoli, passa sul lato sud della collina sopra e vicino a Villarbasse pertanto accogliamo volentieri la richiesta di alcuni bikers, invidiosi delle camminatrici, di effettuare una breve deviazione al bar per un buon caffè.
Ritorniamo sul nostro percorso originale ed in breve percorrendo Strada S. Giorgio raggiungiamo il punto più orientale di esso nella zona Pozzetto del comune di Rivoli, da qui iniziamo il ritorno scollinando e passando sul lato nord della collina rivolto verso la bassa val di Susa.
Percorrendo la Ciclopedonale della Collina Morenica e la Sterrata Pietra Chiavoira entriamo nel comune di Rosta in zona Stagno Pessina, (un tempo piccolo stagno popolato da tritoni oggi ridotto ad una fossa secca) da qui percorriamo il Sentiero dei Pellegrini passando vicino ai massi erratici Pietra Grossa (utilizzata per il Buldering) e Rocca Sgaroira e proseguendo rientriamo a Reano dove, con alcuni sentieri, raggiungiamo la strada sterrata che porta al Moncuni.
Questa parte finale del percorso di circa 2km è la più dura del giro ma ci permette di mettere a prova le nostre gambe e ci fa incontrare con piacere le tre camminatrici che stanno rientrando dal loro giro.
Giunti in cima al Moncuni veniamo ripagati da una bella vista verso la Val Sangone, la Val di Susa e le loro montagne, in lontananza scorgiamo nella foschia anche il Monviso ed il Gran Paradiso.
Qui ci riposiamo e rifocilliamo un po’ prima di prendere il sentiero di discesa che in breve ci riporta al punto di partenza dove dopo aver caricato le bici andiamo a casa nostra per la meritata merenda.
Passiamo così ancora un po’ di tempo insieme, bevendo qualche bicchiere di vino e gustando quanto cucinato da alcune “brave volontarie” concludendo la nostra piacevole giornata.
Grazie a tutti per la partecipazione, alla prossima.
Alberto Fontana
8 marzo 2023
Sentieri della Fugera
......
12 Marzo 2023
Gran Pelà
E' lunedì 6 Marzo, la gita in MTB è appena finita. I ciclisti sentono il profumo della primavera in arrivo. Ma la primavera è anche stagione di scialpinismo. I social pullulano di discese nella polvere dopo la recente nevicata. Al Frais ne è venuta un botto! Bene, ci siamo. Per la prossima domenica dobbiamo trovare un bell'itinerario per sciatori e ciaspolatori. Il Frais sembra la risposta giusta: la neve c'è, è vicino a noi, è un bel posto, per le ciaspole c'è una bella strada innevata, andiamo lì! Ad una settimana dall'uscita le stelle si sono allineate, anche le previsioni sono perfette. Incrociamo le dita!
Ora invece è Domenica 12 Marzo, sono passati 6 giorni, non siamo più in primavera, possiamo parlare di estate. Temperature fra 15 e 20 gradi, per tutta la settimana ha tirato vento, le stelle non sono più allineate, gasp.
Non importa, andiamo lo stesso. Una veloce perlustrazione ha confermato che c'è ancora neve.
Siamo una dozzina, fra CAI Bussoleno, Susa, Pianezza, Avigliana, insomma una buona rappresentanza.
Il President non può mancare (ne ha mai persa una?). La stradina è inizialmente poco innevata ed è piena di ramaglie. Ha soffiato anche qui! Ma ora non soffia e si parte. Le condizioni non sono ottimali, ma nessuno sembra accorgersene. Si chiacchiera, chi non si conosce racconta un po' di se, chi si conosce ci aggiorna sulle ultime novità. Chi racconta le ultime delle gite fatte, chi tenta di iscriversi alla prossima gita (acc. già tutto pieno), chi racconta il suo recente viaggio nelle Filippine!
Transitiamo dall'alpe Arguel. Qui c'è molta più neve di prima e da qui fino alla fine del bosco la materia prima non manca. E dunque arriviamo nel grande pianoro alla fine del bosco. I piedi si fermano, la mascella si rilascia senza che alcun muscolo la controlli più, gli occhi si spalancano. Davanti a noi una diapositiva esplicativa di cosa è capace di fare il vento. La neve è stata trasportata via; alla nostra destra i pendii sono carichi. Il "nostro" pendio è pelato. Un sottile strato di neve ghiacciata lascia intravedere la pietraia. Neve riportata solo sulla strada. Anche in questo caso le preoccupazioni lasciano spazio al buon umore, e quindi si riparte. Seguiamo la strada nonostante le difficoltà soprattutto per chi ha le ciaspole. Che però non mollano e affrontano traversi ghiacciati. Giungiamo a un centinaio di metri al Lago Grande. Un passaggio molto esposto che avrebbe richiesto rampant/ramponi per l'attraversamento in sicurezza ci fa fermare. L'alternativa è salire sulla pietraia ghiacciata e qualcuno ci prova. Ci viene in "aiuto" una bella bufera sferzante che ordina un rapido dietro-front. E così inizia la discesa. Gli sciatori trovano uno stretto canale di neve riportata fra le pietre esposte e cominciano i "però, non male". Anche la prima parte del bosco è divertente: però, non male!
La seconda parte, invece, è un po' più complicata, con neve che sfonda e boschina fitta. Raggiunta la stradina ci si accerta della situazione dei ciaspolatori, che stavano scendendo senza grossi problemi. Eccoci infine alle macchine. Gita conclusa con un bel terzo tempo ed il solito arrivederci, alla prossima!
19 marzo 2023
Monte Orfano
Torniamo nel Verbano-Cusio-Ossola trascorsi alcuni anni, con “vecchie glorie” ma anche con nuovi soci.
Partenza alle 6:30 dalla Piazza del Mercato di Bussoleno con 2 pullman e 110 partecipanti, tutti con un occhio al cellulare a controllare le previsioni meteo, che rispetto ai giorni precedenti davano un sensibile peggioramento, con annuvolamenti nel pomeriggio, puntualmente avvenuti ma che non hanno influito sulla buona riuscita dell’escursione.
Dopo la classica tappa in autogrill per il caffè di rito, arriviamo nel paese di Mergozzo, abbandoniamo il pullman e transitando nella piazzetta centrale che si affaccia sul lago omonimo iniziamo il percorso imboccando il “sentiero azzurro”.
Il primo tratto è piuttosto rilassante e piacevole, in quanto si cammina con vista lago e con poco dislivello fino alla borgata di Montorfano, dove si effettua una prima tappa per compattare il gruppo e per visitare la bella chiesa di San Giovanni, perché comunque, essendo una delle prime gite della stagione, alcuni soci non hanno ancora ripreso a camminare con una certa frequenza e quindi va da sé che ci sono persone che hanno un “buon passo” ed altre che lo stanno riacquistando.
Lungo il percorso incontriamo parecchie cave, una palestra di roccia, con dei climber in azione, poi, una “strusa”, un curioso scivolo per i blocchi di pietra estratti dalle cave e inoltre transitiamo in un paio di ottimi punti panoramici. Il sentiero sale sempre piuttosto ripido con parecchi “gradoni” non molto agevoli, e così si raggiunge la vetta, dalla quale, se il meteo fosse stato migliore avremmo potuto ammirare le non lontane vette svizzere.
Ci prendiamo un po' di tempo per il meritato pranzo al sacco, le foto di rito e per ricompattare ancora una volta il gruppo. Qualcuno di noi va in perlustrazione a visitare i resti della Linea Cadorna, che consiste in un sistema di fortificazioni, trincee, mulattiere, strade carrozzabili, postazioni per artiglieria, volute proprio dal generale Luigi Cadorna per difendere il confine da un eventuale attacco austro-ungarico attraverso la Svizzera mai avvenuto.
Comincia la discesa, fortunatamente più agevole, inizialmente con un bel sentiero che ci fa fare molti zig-zag e poi su strada militare fino ad un bivio che ci riporta a Mergozzo, dove ci concediamo una pausa in uno dei locali con vista lago, prima di risalire sul pullman per il ritorno in valle.
Un ringraziamento a tutti i partecipanti ed in particolare a Tiziana che con la sua costanza e caparbietà, nella giornata della festa del papà, ci ha fatto vedere di che cosa capaci le donne.
Aldo Bellone
Marzo 2023
Ca'Teissard
Ripristino sentiero Ca’Tissard - 540a (sentiero per la Fugera).
Lasciamo per qualche giorno il territorio di Mattie per ritornare sul versante sud di Bussoleno, questa volta per ripristinare un sentiero che collega i vecchi alpeggi di CàTissard al sentiero della Fugera, il sentiero 540a, definito “sentiero difficile” l’itinerario che da Falcimagna sale dritto alla Fugera.
E’ un bellissimo traverso selvaggio che con leggeri saliscendi attraversa i canaloni sottostanti della Fugera.
Erano anni che non veniva più frequentato e essendo il terreno molto scosceso la traccia era praticamente sparita
Armati di buona volontà di motosega, piccone e rastrelli nella giornata di mercoledì 8 marzo saliamo da Falcimagna segnando e ripulendo dai rami e dai tronchi caduti dopo l’incendio fino al bivio dove abbandoniamo il sentiero 540a. Attraversiamo prima una area boscosa pianeggiante in direzione ovest per poi inoltrarci in una faggeta con il pendio molto ripido riusciamo a ripristinare e segnare con tacche segnavia anche questo tratto.
Nonostante la squadra formata da 7 volontari (Giorgio, Cens, Mario, Gianpaolo, Fiorenzo, Carlo e io) nel tardo pomeriggio dobbiamo abbandonare, ci manca gli ultimi 400m, i più impegnativi, il percorso passa su dei salti di roccia con il piano di calpestio scosceso con erba secca scivolosa.
Ci promettiamo di impegnare un’altra giornata di lavoro e di mettere in sicurezza questo ultimo tratto.
Venerdì 17 marzo, (Giorgio, Cens, Mario, Carlo, Fiorenzo e io), saliamo da Case Trucco a CàTissard, siamo di nuovo al lavoro. Abbiamo tutta l’attrezzatura, tassellatore, barre filettate, majon, catena e resina per fare gli ancoraggi.
Piazziamo in due tratti, i più esposti, due catene da 15 m da usare come scorri mano per rendere i passaggi più sicuri. Inoltre ritracciamo il sentiero scavando il pendio in diversi punti e lo indichiamo con la segnaletica orizzontale
Devo ringraziare Claudio B. che il giorno prima ha fatto una passeggiata in zona portandoci una delle catene. (15/20 kg).
Finiamo la giornata in Sede con un bicchiere di Chardonay, è stata impegnativa, ma siamo tutti soddisfatti.
Osvaldo Plano
26 marzo 2023
Ciclabile della Riviera
Finalmente dopo cinque anni di "gestazione" sul programma gite (fatto salvo l'anno e mezzo di Covid 19) domenica 26 Marzo scorso siamo riusciti, anche se un po a fatica per adesioni, ad andare al mare sulla bella ciclabile che collega Imperia a Ospedaletti. Sul pullman siamo 46, ma di ciclisti solo 24.
Gli altri opteranno per passeggiare lungo la ciclabile. Le biciclette le abbiamo affittate in loco. Come ogni anno la domenica che vede il cambio dell'ora in avanti, noi puntualmente, ma senza cattiveria alcuna, la impegnamo con una gita con partenza alle sei...e quest'anno non abbiamo fatto eccezioni.
Sul pullman sono tutti presenti, compresa la famiglia Baracchini di Susa, che spesso nel passato era in ritardo. Brava Lucia! Alle 9,30 siamo ad Imperia località Prino dove noleggeremo le biciclette. La gestione del noleggio affidata ad un ragazzo molto sveglio fa si che in pochi minuti siamo tutti in sella alla volta di Ospedaletti.
I camminatori sono già spariti forse alla ricerca di un'altro caffè. La giornata che inizialmente era un po grigia, si apre con un sole non eccesivamnte caldo, ma per chi pedala meglio cosi, anche perchè nelle gallerie, di cui un paio abbastanza lunghe, se facesse molto caldo all'esterno, avresti uno sbalzo termico non indifferente. Il traffico lungo la pista, nonostante sia domenica non è eccessivo e solo i gruppi di ciclisti da strada tesserati, e lo si percepisce subito, sono un pochino fastidiosi, vuoi per la veocità, vuoi per i numeri dei gruupi medesimi, che difficilmente sono inferiori a dieci persone.
Un piccolo tratto dopo S.Stefano costringe per circa 500 metri a percorrere l'Aurelia, ma il paesaggio, l'aria pura con un accentuato profumo di salsedine, la mancanza del vento forte annunciato dalle previsioni, fa si che questa giornata passi purtroppo velocemente. Ritornati ad Imperia, troviamo il gruppo dei camminatori, che di strada non ne hanno fatta molta, e in parecchi si sono recati al ristorante a mangiare un fantastico fritto.
Avevo dato indicazioni per l'orario di rientro alle 16 e come alle sei dellapartenza il gruppo al completo è puntualissimo. Avevo il timore di trovare traffico e quindi ho ragionato un partenza un pochino anticipata, anche per non mettere in crisi la tabella oraria delle quindici ore di impegno giornaliero di Claudio, l'autista del pullman. Ma come volevasi dimostrare un pochino di sfortuna non manca mai.
Poco più di mezz'ora di viaggio e siamo già fermi per un presunto incidente prima e per gli innumerevoli cantieri poi. Perdiamo quasi due ore...Ma la capacità di Claudio nella guida sempre sul "bordo" dei limiti di velocità del mezzo senza oltrepassarli, quando le condizioni del traffico lo consentono, ci riporta in Valle intorno alle 20.20 a Bussoleno (mancavano venti minuti alla fine del ruolino dell'autista)...
Un bella giornata da riproporre, visto che dalla parte verso Savona nei prossimi mesi si allungherà di circa 10 chilometri.
Un grazie a tutti e alla prossima escursione!
Osvaldo Vair
2 aprile 2023
MTB Alle pendici del Monte Cuneo e Monte S.Giorgio
La gita, con 20 partecipanti a cui si sono aggiunti a metà percorso 2 amici (sempre soci CAI Bussoleno), si è svolta su percorso su fondo in parte asfaltato e in buona parte su sterrato con lunghi tratti in single track, percorrendo le pendici del Monte Cuneo e quelle del Monte S. Giorgio, con partenza ed arrivo a Piossasco: percorso vario e interessante che è stato apprezzato da tutti i partecipanti.
La prima parte, da Piossasco per arrivare al fondo del Lago Piccolo di Avigliana, è quasi un percorso cicloturistico con diversi saliscendi ma senza grosse difficoltà.
Da Piossasco siamo andati a Bruino, poi Villarbasse e quindi, su sterrato attraverso la collina morenica di Rivoli, a Reano; passando poi per il fianco nord del Monte Cuneo e costeggiando il campo da golf Le Fronde, siamo arrivati a Borgo S. Pietro di Avigliana.
Su percorso a mezza costa sopra il Lago Grande abbiamo raggiunto strada che lo divide dal Lago Piccolo, gli abbiamo girato attorno arrivando nei pressi all’area picnic presso il bar La Zanzara dove abbiamo fatto pranzo e incontrato i due amici che poi ci hanno accompagnato fino alla fine.
Ripreso le bici abbiamo iniziato la seconda parte del giro, sicuramente più impegnativa. Siamo saliti alla borgata Cordero di Trana, siamo poi discesi nel centro del paese, passando in una conca che permette di costeggiare il Sangone. Nel centro di Trana abbiamo potuto osservare diverse insegne che ricordano che il paese, ad inizio ‘900 era un luogo famoso (una location, per usare un termine in uso oggigiorno) per i film dell’epoca.
Attraversato il Sangone su ponte ciclopedonale abbiamo percorso un breve tratto sulla S.P. 589 (500 m circa), per poi entrare nelle borgate di Sangano per arrivare alla pista, in parte sterrata e in buona parte single track, che permette di costeggiare il fianco nord ed est del Monte S. Giorgio. Siamo arrivati quindi al Santuario di S. Valeriano, sopra Piossasco, punto panoramico che, grazie al bel tempo, ci ha permesso di poter godere di una splendida vista sulla pianura verso Torino e la sua Collina.
Da li, con breve discesa, siamo tornati al punto di partenza.
Prossimo appuntamento al 7 maggio con la Ciclabile della Stura di Demonte.
Aldo Perotto
5 aprile 2023
Posizionamento paline
Prosegue il lavoro sui sentieri, dopo la tracciatura e pulizia, si procede con lil posizionamento dei pali di sostegno dei cartelli indicatori.
Oggi le abbiamo posizionate a Foresto, Falcemagna e Addoi.
Osvaldo Plano
15 aprile 2023
Ferrata della Sacra
Il 30 marzo del 2014 la nostra sezione organizzava la salita della ferrata Carlo Giorda alla Sacra di San Michele....
Sono passati esattamente 9 anni e 15 giorni e siamo ritornati.
Siamo tutti un po’ “meno giovani”.
I ragazzi che salivano con i genitori ormai sono adulti e hanno scelto la loro strada. Adesso è l’ora dei nipoti e così Ettore, con nonno Osvaldo, scopre il piacere del verticale.
Ma andiamo con ordine... ci ritroviamo in 19 alla partenza, il più giovane Ettore 13 anni, il “meno giovane” Giorgio 73 anni. Qualcuno è veterano di ferrate, altri alle prime armi, 17 italiani e due amici francesi.
Il tempo è bello anche se l’arietta è freddina, verso il Moncenisio la solita “gonfia” che non promette niente di buono.
Foto di gruppo alla base e via...
La prima parte passa veloce, il ritmo rallentato solo da esigenze “fotografiche”. Il nuovo e lungo ponte (che 9 anni fa non c’era) viene percorso senza problemi e con grande soddisfazione di tutti.
Il cielo si annuvola, sembra promettere tormenta e pioggia ma, come ormai accade in quest’anno siccitoso, dal cielo non cade niente. E noi proseguiamo imperterriti, le due vie di fuga che permettono di abbandonare la ferrata non vengono neanche considerate.
Gli occhi sono puntati in alto alle mura del monastero, le mani scorrono lungo la fune, aprono e chiudono il moschettone, ogni tanto si aggrappano alla roccia; gli stessi occhi si abbassano per vedere dove mettere il piede... la roccia, dopo anni di passaggi è diventata marmorea, il bel serpentino rugoso e rossiccio bruciato dal sole e rigato dall’acqua diventa la classica pietra blu, liscia e untuosa sempre pronta a “fregarti” regalandoti uno scivolone.
Ma non ci preoccupiamo, tra un fiatone e una risata pian piano la Sacra si avvicina.
Miriam (da non confondersi con l’altra Miriam l’ex presidente della sezione) e il suo compagno francese, alla sua prima ferrata, sono scortati da Giorgio, il poliglotta del gruppo che in modalità piemontese con inflessione franco-maccaronica elargisce preziosi consigli che fanno sganasciare dal ridere i presenti.
Si respira l’aria di tante gite passate e affiorano gli aneddoti dei tempi andati, delle gite in Calanques, delle “sfilate” in campeggio, delle “operazioni di appendicite” in parete con l’opinel.
Siamo sempre gli stessi, un po’ più attempati e con un po’ di fiatone ma sempre con il buon umore.
Ettore impara cosa sono i massi erratici, le rocce montonate, il tasso pianta preistorica. Chissà che ricordi conserverà di questa giornata ma per noi “vecchietti” è stato un piacere averlo insieme.
Si arriva in cima.
Qualcuno viene “turlupinato” facendogli credere che il cavo elettrico che corre sulle mura e arriva ai fari di illuminazione è un proseguimento del cavo della ferrata...
Il clima oggi è questo, per qualche ora ci lasciamo alle spalle la guerra in Ucraina, la crisi climatica, le migrazioni epocali, le elezioni a Bussoleno.
La discesa lungo la mulattiera di San Pietro è veloce e permette gli ultimi chiacchiericci che terminano con saluti e abbracci dopo la birra, il gelato o il caffè al bar.
Prossima ferrata a Valloire in Francia il 28 maggio.
Claudio Blandino
18 aprile 2023
Rifugio, gli ultimi lavori
In questi ultimi mesi precisamente da ottobre, che avevamo allacciato al rifugio il nuovo acquedotto e sostituito la lampada UV della potabilizzazione dell’acqua, avevamo lasciato un po' in stand by i vari lavori.
Obbligati, anche da un verbale dell’ASL, abbiamo fatto realizzare 4 finestre in PVC con taglio termico da sostituire alle vecchie finestre in ferro della cucina e bagno.
La ruggine le aveva bloccate, rendendo impossibile aerare l’ambiente.
Le finestre erano pronte, così abbiamo deciso di dedicare due giorni al montaggio. (Mercoledì 12 e giovedì 13 Aprile).
Mercoledì mattina presto, Io, Giorgio Enrica e il nostro tecnico Oriano, armato di un trolley con tutti gli attrezzi, siamo saliti fino alla fontana della Gerpula, poi Enzo con il trattore le ha trasportate fino al rifugio, sul carico c’era anche Oriano, ha pensato che era meno stancante salire in trattore.
Poco dopo sono sopraggiunte Tiziana, mia figlia Alessandra e i nipoti Ettore e Dante. Le donne si sono dedicate ai pasti mentre noi lavoravamo. Qualche antipasto di avanzo, una pasta, e salciccia e spezzatino, (sempre avanzi) ma vista la fame, era tutto buono.
Alla sera del primo giorno ci mancava da ultimare la finestra del bagno che avremmo finito la mattina dopo.
Rimaniamo a dormire io Oriano e la mia famigliola, alle 6:30 i miei nipoti mi svegliano puntandomi la frontale negli occhi per vedere se dormivo, così inizia il secondo giorno.
Giovedì terminiamo il montaggio della finestra e aggiustiamo la soglia della porta REI della cucina che era staccata da un lato. Tagliamo un larice che darà origine a una seconda passerella Ferraris, il ponticello dovrà attraversare la bealera di Cervetto per ora asciutta come il deserto.
Pranziamo e nel pomeriggio io e Giorgio abbiamo un appuntamento con, Tiziano Chiabaudo, l’idraulico dei lavori della Balmetta, ci risiamo, purtroppo l’acqua scarseggia, la fontana Rossa a cui eravamo allacciati per l’inverno si sta riducendo paurosamente.
Facciamo un sopraluogo fino alla fontana dell’Olio per poter capire come fare a raccogliere un po' d’acqua da convogliare nel nuovo acquedotto, alla presa la fontana è quasi inesistente compare un po' d’acqua più in basso nel torrente. Visto il da farsi, ci diamo appuntamento per martedì 18 aprile.
Martedì 18 aprile, all’appello inviato sul gruppo, sono presenti Mauro Aschieris, Ignazio Olivetti, Vincenzo Cevrero, Io, e la cuoca Enrica. Alle Sagnette ad aspettarci ci sono Tiziano l’idraulico e suo papà Mauro.
Saliamo al rifugio, accendiamo la stufa, un caffè e si parte verso la Balmetta dove installiamo un nuovo tubo dal by pass della centralina dell’alpeggio alla vasca di presa del nostro acquedotto.
Fatto questo passiamo al Rifugio Toesca a recuperare una vasca che servirà da bacino di captazione nel torrente.
Prendiamo il sentiero verso la porta del Chiot, ancora in parte innevato, e scendiamo nell’alveolo del torrente della fontana dell’Olio, una bella impresa, tra rocce rododendri, arbusti vari e neve. Tiziano aveva già srotolato i tubi della stagione scorsa, che trasciniamo nelle pozze del rio per farle versare nella vasca che colleghiamo direttamente alla tubazione della centralina della Balmetta, così ci assicuriamo una alimentazione al nostro acquedotto.
La giornata è fredda e un po' coperta, ad un tratto siamo investiti da ventate di neve che ci riportano all’inverno trascorso, non sembra il mese di aprile.
Nel scendere verso il Rifugio ripercorriamo tutto il percorso dell’acquedotto sfiatando la tubazione. L’acqua arriva un po' a singhiozzo, pranziamo (sempre avanzi, però buoni preparati con dovizia da Enrica) e ritorniamo alla Balmetta a risolvere il problema dell’aria nel tubo che riusciamo a risolvere nella vasca di captazione.
Così anche questa volta ce l’abbiamo fatta, speriamo che con la fusione della poca neve ci assicuri una continuità per l’estate anche se abbiamo dei grossi dubbi.
Ringrazio di cuore la grande squadra di Soci che collabora, come sempre, con impegno a risolvere gli infiniti problemi del Rifugio.
Osvaldo Plano
16 aprile 2023
ALTA LANGA
Da Prunetto a Cortemilia
Da diversi anni propongo gite sulle colline delle Langhe, con relativa merenda sinoira, ormai diventata una tradizione. E' un territorio che spesso ho avuto modo di frequentare e conoscere. Quest'anno la mia proposta ha privilegiato l'Alta Langa, che presenta un paesaggio molto diverso da quello famoso dei vigneti, con caratteristiche anche selvagge, con fitti boschi e paesini distanti fra loro di diversi chilometri. Abbiamo percorso una tappa della GTL (grande Traversata di Langa), itinerario che collega Saliceto a Santo Stefano Belbo per circa 60 Km.
Siamo partiti da Prunetto, paesino situato a circa 700 m. di altezza, raggiunto da Ceva attraverso una strada provinciale piuttosto impervia, con tante curve, discese e salite che ha messo a dura prova la guida di Maurizio, l'autista del pullman.
L'escursione è iniziata verso le 10 dalla piazza di Prunetto con salita al soprastante castello medievale, uno dei più belli della Langa, oggetto di molte fotografie da parte dei partecipanti alla gita (n. 46 più Barba Luiss che ha partecipato alla merenda sinoira).
Dopo una pausa, dedicata alla visita del cortile interno del castello, siamo passati di fronte al sottosante santuario della Madonna del Carmine, per poi scendere sulla strada provinciale posta sulla dorsale che divide la Valle Bormida dalla Valle Uzzone, che abbiamo percorso per oltre 1 Km. per abbandonarla nei pressi di un'area attrezzata.
Da qui il percorso fino a Bergolo si è svolto su piste forestali in parte asfaltate in parte sterrate, con saliscendi tra boschi e radure che permettevano di ammirare il paesaggio circostante e la cerchia alpina dalle Liguri al Monte Rosa, grazie alla giornata serena e limpida.
Giunti a Bergolo verso le 13 ci siamo fermati per il pranzo al sacco e quindi girare per le strade del paesino ammirando le case in pietra arenaria con pareti antiche riportate a vista. Ad ogni angolo vi sono dipinti, bassorilievi, sculture, opere d'arte moderna. Una pausa molto piacevole supportata anche da un caffé o un calice di vino nella vineria all'ingresso stradale del paese.
Si riparte non prima di fermarci sul panoramico cocuzzolo poco dopo il paese su cui è collocata la cappella romanica di San Sebastiano, poco sotto la quale vediamo il tetto che copre l'Auditorium Ezra Pound, dove ogni estate si svolgono spettacoli di musica e teatro.
Adesso si scende decisamente in direzione di Cortemilia, con diversi tratti di sentiero, tra boschi, cascine isolate, in parte abbandonate, terrazzamenti con muretti a secco ancora in buone condizioni. Un ultimo tratto un po' ripido e raggiungiamo le prime case di Cortemilia. Non c'è tempo di visitare il paese.
Sono le 16 passate e l'agriturismo ci attende al vicino paese di Torre Bormida per la merenda sinoira. Altri cinque minuti a piedi per raggiungerlo dalla piazza del paese e finalmente possiamo sederci a tavola.
I piatti sono molto graditi agli affamati commensali e parecchi fanno il bis dei tajarin. Si riparte dopo le 19 passando però da Alba e prendendo l'autostrada a Marene per arrivare a casa dopo le 21.
Alessandro Martoglio
22-29 aprile 2023
Isola di Rodi (Grecia)
Escursionismo all’Isola di Rodi (Grecia).
Sabato 22 aprile - sabato 29 aprile.
Gita Sociale primaverile con la partecipazione di 42 Soci più le due Guide dell’organizzazione Hiking Rhodes, Elisa e Davide entrambi trentini.
Sabato.22/04 – Andata a Rodi.
Partenza del volo dall’aeroporto di Orio al Serio (BG), ore 15.40. Organizziamo un pullman di Bellando che raccoglierà i partecipanti lungo la valle (partenza da Susa alle 8.30). L’aereo è in ritardo decolliamo alle ore. 16.15.
Il volo attraversa la Pianura Padana, fino al mare Adriatico, sorvoliamo Venezia per poi scendere sulle isole croate e proseguire su Albania e Macedonia. Le montagne più alte sono tutte innevate. Dopo la terra ferma, siamo sul mare aperto, Mar Egeo, il sole si sta abbassando sull’orizzonte e anche noi iniziamo una leggera lenta discesa verso l’isola di Rodi. Compaiono le isole del Dodecanneso, con i rilievi dorati del tramonto.
La nostra guida ci accoglie all’uscita dell’aeroporto con la scritta “Cai Bussoleno” saliamo sul pullman e in un’ora circa siamo all’Hotel “Lardos Bay”.
Domenica 23/04 – Baia di Navaronne e Lindos.
Alle 7:30 pronti per la colazione, l’albergo Lardos Bay, molto grande ,è organizzato con più camera sparse in blocchi intorno alla piscina. Ottima colazione a buffet e alle 8:30.
Iniziamo l’escursione su un tratto di strada sterrata, poi sentiero in una valletta pietrosa, la Collina di Marmari. Il paesaggio ricorda la Provenza, massi affioranti contornati da cespugli bassi spinosi, tantissima salvia e origano, tutti ne abbiamo raccolto.
Arriviamo al colle, di fronte in basso, la Baia di Navaronne, dove sulla scogliera si è girato il famoso film “ I cannoni di Navaronne”. Durante la salita, Elisa la nostra guida di Hiking Rodhes, ci fa notare che l’odore sgradevole che sentiamo nell’aria è un grande fiore violastro carnivoro, il Dragos Qulos. Vediamo inoltre sulle pietre molti fossili, le classiche conchiglie della “Shell”.
Proseguiamo lasciando la baia a destra e in leggera discesa raggiungiamo Lindos con la sua Acropoli in cima alla collina e alla base il caratteristico paesino bianco greco, molto turistico. Pranziamo su una terrazza con vista sul mare con il classico piatto greco “Ghyros” (patatine, carne e verdure crude, tipo Kebab).
Dopo pranzo saliamo all’Acropoli, interessanti i resti del Tempio di Athena e i resti romani. Vista mozzafiato sul mare e in lontananza vediamo la penisola con la tomba di Klovulo visitata prima di pranzo. Dopo aver rifrescato i piedi in mare (l’acqua ancora molto fredda) e passeggiato tra le viuzze e i negozietti di Lindos, chiamata dai greci la “Perla del Dodecanneso”, alle 17 rientriamo in hotel in pullman con il nostro autista Kosta che terrà compagnia per tutta la settimana.
Dislivello 350 mt. 12/13 km di escursione.
Lunedì 24/04 – Monte Akramytis.
Dopo l’abbondante colazione partiamo alle 8:45 minuti di pullman per raggiungere il paesino di Monolithos. Prendiamo il sentiero appena fuori dal paese verso le 9. Una ripida salita sassosa nel bosco di cipressi e pini di Aleppo. Poi il percorso si spiana e in leggera salita con largo giro arriviamo ad una chiesetta ortodossa. Breve tappa per rifocillarci. Ancora 30 minuti e siamo sulla dorsale della montagna, panorama mozzafiato sul mare Egeo e le sue isole, la più vicina Alimia, più a Est Karpatos, macchie di terra e roccia appoggiate sulla distesa blu del mare.
Raggiungiamo un casotto, punto di osservazione dei vigili del fuoco ormai in disuso. Poi proseguiamo verso la cresta per raggiungere la cima Monte Akramytis 850 mt. foto di Gruppo e si rientra. Scendiamo per un tratto sul sentiero di salita e poi deviamo su un percorso più diretto per raggiungere Monolithos dove mangiamo in una taverna le specialità greche.
Dopo l’ottimo pranzo in 10 minuti di pullman si raggiunge il Castello di Monolithos, confraternita di San Giovanni (crociati). Pochi ruderi, non rimane che una chiesetta ortodossa e le mura del Castello. Bellissima la posizione arroccata in cima ad un pinnacolo di pietra sui due lati i due mari, Egeo e Mediterraneo.
Si ritorna in hotel, un bel bagno in piscina e poi la cena. Giocata a carte e pronti per affrontare il giorno successivo.
Dislivello 500 mt. 12/13 km di escursione.
Martedì 25/04 – Escursione ai tre Monasteri.
Con il pullman raggiungiamo il paesino di Laerma poi su strada sterrata raggiungiamo il primo Monastero bizantino maschile del 1200, molto belli gli affreschi della chiesetta, incontriamo due monaci. Si prosegue per un’altra ora e raggiungiamo il Monastero di San Giorgio dove risiede un solo prete ortodosso. Concludiamo il percorso sempre su strada sterrata , un saliscendi in un bosco purtroppo incenerito da un incendio del 2008, i pini di Aleppo si stanno riprendendo timidamente.
L’ultimo Monastero è interamente nuovo con giardini e cortili decorati, qui risiedono le suore, hanno un negozietto dove vendono i loro prodotti artigianali.
Ognuno di noi acquista un pensierino (il liquore mastika, creme, saponette ecc...)
Yuri (il nostro responsabile dell’hotel) ha organizzato un ricco picnic, sotto le arcate del monastero, verdure, hummus, tzatziki, panini, frutta e beviamo il vino locale Retzina, vino resinato con gocce di pino.
Ripartiamo e raggiungiamo la spiaggia di Glistra per un bel bagno, dove una decina di coraggiosi tra cui io facciamo un bagno rigenerante nell’acqua gelida.
Il tempo di asciugarsi e si riparte alla volta dell’hotel, chi in navetta e chi a piedi.
Dislivello 310 mt. 25/26 km di escursione.
Mercoledì 26/04 – Visita guidata alla città di Rodi.
Oggi, come promesso dal meteo, il cielo è velato e nuvole nere si stanno avvicinando. Alle 8:30 tutti sul pullman pronti per la visita della città capoluogo, Rodi. A pochi chilometri dalla città passiamo a prendere Kristal la nostra guida turistica fino alle 13.
La prima tappa sono le terme di Kalithea dedicate alla dea Athena. Struttura restaurata dagli italiani nel periodo fascista. Ora luogo di cerimonie ed eventi.
Luogo molto suggestivo e spazi di esposizioni e giardini a pochi metri dal mare. La guida, una greca che ha sposato un napoletano è molto preparata e ci fa apprezzare la storia della città di Rodi. I principali fondatori, i cavalieri di San Giovanni, hanno costruito buona parte delle mura con le 7 porte e i suoi palazzi, ancora intatta la via dei cavalieri, l’ospedale, ora diventato museo archeologico e il palazzo del Gran Maestro.
Come promesso dal meteo nella pausa un leggera pioggerellina ci accompagna fino al rientro in hotel.
Giovedì 27/04 – Escursione sulla costa orientale.
Giornata dedicata al mare, percorso interamente sulla costa. Partiamo dalla spiaggia dorata di Agathi con un piccola chiesetta dedicata proprio a Sant’Agatha. Si prosegue sul sentiero roccioso a picco sul mare fino ad una spiaggia incontaminata, raggiungibile solo a piedi o dal mare. Luogo di sbarchi di immigrati che provengono dalle coste turche distanti solamente 25 km. Mare stupendo in diversi facciamo il bagno, l’acquq è freddina ma invitante.
Ci asciughiamo al sole e ripartiamo verso il paesino di pescatori, Stegna.
Pranzo in una classica taverna, doveva essere light... ma non è stato così. Bruschette, insalata greca, pesce, contorni, dolce e caffè.
Dopo pranzo si riparte alla volta della terza spiaggia Tzampika dove c’è molto vento alcuni si fermano sulla spiaggia e buona parte del gruppo sale verso il Monastero di Tzampika, un’ora di salita, 300 mt. di dislivello in 1 km di sentiero. Luogo di preghiera per chi desidera avere un figlio.Dalla cima splendido panorama su tutta la costa orientale.
Scesi dal monastero rientriamo in hotel, dove Yuri ha organizzando una serata dedicata a noi. Musica e balli. Continua la sfida di pinacola con Sara, Enrica , Daniela e Vanni.
Dislivello 600 mt. 15/16 km di escursione.
Venerdì 28/04 – Escursione alle Sette Sorgenti.
Andiamo verso il paese di Arhangelos all’interno dell’isola. Il percorso raggiunge la diga e altre opere e canalizzazioni costruite dagli italiani negli anni 20, per risanare la zona molto paludosa e renderla coltivabile. L’itinerario per strada sterrata raggiunge una località chiamata Le 7 sorgenti.
Attraversiamo una campagna con molti ulivi, anche molto vecchi viste le dimensioni. Il percorso prevede l’attraversamento di un canale interrato (galleria) di 150 mt. che porta l’acqua sull’altro versante, (tipo il nostro canale di Romean) lo percorriamo a piedi scalzi con la pila frontale, divertente.
La zona è abitata da bellissimi pavoni, tartarughe d’acqua, oche e qualche anatra. Il ritorno ad anello percorre una valletta parallela fino a raggiungere il pullman. Pranziamo in hotel, giornata molto ventosa. Nel pomeriggio libero ritorniamo a Lindos per continuare la visita e fare gli ultimi acquisti. Cena e si prosegue con la pinacola.
Dislivello 260 11/12 km di escursione.
Sabato 29/04 – Giorno libero e ritorno.
Ultimo giorno, lasciamo le valigie in hotel entro le 10, alle 17 partenza per l’aeroporto. Per sfruttare le ultime ore, ci dividiamo in + gruppi.
Chi fa passeggiate nei dintorni, chi va a visitare Lardos, paesino vicino all’hotel e chi riprende il bus di linea verso Lindos. Alcuni si fermano nella bellissima baia sotto l’acropoli, per l’ultimo bagno, al riparo dal vento. Altri fanno acquisti e pranzono nella taverne tipiche.
Poco prima delle 17 ci ritroviamo tutti per salutare ancora una volta gli organizzatori e caricare le valigie sul pullman per partire alla volta dell’aeroporto.
Tutto bene fino all’imbarco, una volta saliti sull’aereo, seduti, pronti al decollo il capitano annuncia due ore di ritardo causa eccessivo traffico aereo nella zona...ma... rimaniamo chiusi come sardine sotto un’odiosa aria condizionata per due ore poi finalmente si decolla altre tre ore e siamo a a Orio al Serio, il pullman di Bellando è puntuale, alle 3:45 siamo a Bussoleno.
Nonostante il pesante rientro è stata una bellissima vacanza, la Grecia non delude mai. Da quel che ho letto sui messaggi tutti i Soci sono stati bene, questo è un grande piacere per noi, ringrazio ancora Osvaldo Vair per l’impegno dato nell’organizzare il tutto. Alla prossima.
Osvaldo Plano
6 maggio 2023
Toupe di Novalesa
Oggi giornata dedicata alle manovre di corda con gli istruttori della Scuola Intersezionale “Carlo Giorda”. Una cinquantina di soci dell’Intersezionale, in realtà quasi tutti provenienti dalle sezioni di Almese, Pianezza e Alpignano (peccato che di Bussoleno eravamo solo in 5), hanno girato sulle tre stazioni dove si spiegava come legarsi in cordata su un ghiacciaio (utile a molti soci che salgono i 4000 facili), come allestire una corda fissa di emergenza (utile in caso di un passaggio pericoloso durante una gita) e come fare una discesa in corda doppia (utile se si percorrono vie facili in montagna). Pomeriggio libero per arrampicare.
Una bellissima e produttiva giornata.
Per me e Miriam è stata un occasione per rivedere vecchi amici (magari anche per ripassare qualche manovra), per respirare quel clima di allegria ma anche di serietà e professionalità che contraddistingue gli istruttori della Scuola.
Note statistiche...
La più piccola Anna, 45 giorni, nell’ovetto a dormire mentre mamma Valentina arrampica.
La più brava Sole, 10 anni, che ha tirato un 6b da prima.
Il più eroico Marco Taxi che è stato 3 ore appeso (sotto il sole) ad una sosta a far scendere in doppia gli “allievi”.
Il più preoccupato Pasquale, l’organizzatore, sempre con quattro occhi a controllare che tutto fili liscio e nessuno si faccia male.
Il più ammirato e ... invidiato Appiano che con i suoi 94 anni “ 95 tra un mese” si è fatto 5 tiri di arrampicata su difficoltà non proprio banali.
Un grazie sincero a nome di tutti i partecipanti che, a sentire i commenti, hanno apprezzato molto l’iniziativa.
Rispetto alle uscite di un tempo è mancata la bicchierata finale offerta dall’ISZ; un vero peccato... spero dovuto ad una dimenticanza...
Claudio Blandino
7 maggio 2023
Stura di Demonte
In pochi avrebbero scommesso su una giornata da ricordare, soddisfacente o almeno riuscita, dopo le innumerevoli ricerche sui siti meteo che davano rischio, se non certezza, di pioggia battente.
Comunque, una trentina di puntualissimi ed intrepidi ciclisti si è presentata, in orari che alcuni definirebbero “antelucani”, nella piazza di Sant'Albano.
Scaricate e preparate le due-ruote, fatto lo scatto di rito, in men che non si dica ci siamo avviati lungo la strada che doveva portarci all’oasi della Madonnina, l’area protetta realizzata grazie ad una associazione di volontariato locale, che ospita più di duecento specie di uccelli.
L’oasi preserva l’habitat delle zone umide che si trovano lungo il fiume Stura di Demonte ed ha consentito anche a noi rumorosi ciclisti di ammirare cormorani, aironi, cavalieri d’Italia, germani reali e gallinelle d’acqua che popolano gli stagni fra tife e iris gialli. Dopo una breve ricognizione dell’altana e dei capanni che permettono di osservare l’avifauna, attraversando i saliceti ed i canneti che circondano le zone umide, ci siamo rimessi in marcia.
La nostra successiva tappa era il bosco di Sant'Anselmo, residuo di un antichissimo bosco planiziale. Il cielo plumbeo ed il timore della grandine ci hanno costretti ad una sosta brevissima – in pochi hanno consumato un pasto, la maggior parte si è limitata a sbocconcellare, conservando la fame per un momento più sereno – e siamo tornati in sella. Il canale verdeggiante che affiancava questo tratto di percorso, accompagnandoci verso Castelletto Stura, ha infuso nuova serenità e confermato la ricchezza d’acqua di queste zone.
A ranghi serrati ci siamo avviati verso la riserva di Crava – Morozzo. Anche qui abbiamo potuto attraversare questa zona di tutela degli ambienti umidi, una delle più vaste del Piemonte meridionale, in sella alle nostre due-ruote. Al centro visita LIPU c’è stato appena il tempo di un caffè, prima di riprendere la pedalata lungo l’area boscata mentre una minacciosa pioggerellina ci faceva accelerare e non ci lasciava apprezzare la dotazione di capanni per il birdwatching.
Unica deroga: la sosta al capanno sommerso, un simpatico punto di osservazione dell’ittiofauna e dei fondali palustri.
Da Crava a Sant’Albano Stura ci siamo scatenati lungo le strade di campagna che attraversavano le vaste aree coltivate della ricca pianura cuneese, per poi coronare la giornata – ricoverate in auto le biciclette ed indossati i panni civili – con una bella merenda in riva ad un ... laghetto! Poteva essere altrimenti?
Monica Mandirola
14 maggio 2023
Monte Poignon
Nonostante il tempo a Bussoleno non fosse molto bello alle 6 in punto si parte, speranzosi in un miglioramento.
Il bus come al solito raccoglie i vari Soci lungo la valle e a Verres si aggrega un’amica di Osvaldo, Lucy, anche se valdostana, non aveva mai salito al Monte Poignon. In totale siamo in 36, qualche defezione e tre Soci purtroppo non hanno letto l’anticipo dell’orario (1/2 ora) così li abbiamo persi.
Man mano che saliamo la Verso Aosta il tempo migliora e alla partenza del sentiero ad Aymaville la giornata è limpida e soleggiata, qualche nuvola sulle montagne ci nasconde la cima della Grivola.
Si parte in fila indiana, facciamo un piccolo tratto su asfalto, sulla strada per Seissogne, fino a raggiungere la palina che indica il nostro sentiero. Saliamo per circa due ore su un ripido sentiero prima tra prati e boscaglia, attraversiamo due piccole frazioni molto curate, Champlon dessou e Champlon dessu il sentiero prosegue nella faggeta per raggiungere una condotta forzata con il suo invaso della Centrale a valle, momentaneamente ha la condotta chiusa, un’enorme cascata sprofonda per più di 500 m sulle rocce verso l’incassato torrente Grand Eyvia.
Procediamo ancora per circa un’ora in un bosco di abeti rossi, l’ultimo tratto abbandoniamo il sentiero molto rovinato dall’acqua, seguiamo la strada sterrata che ci porterà sulla sommità. La cima è inconsueta, è un grande altopiano pianeggiante attraversato dalla sterrata che porta alle baite ristrutturate del Piccolo Poignon.
Sorprendente il paesaggio non sembra di essere su una sommità, prati fioriti e larici. Ci fermamiamo in una radura con i prati interamente coperti da primule (elatior) per la pausa pranzo. Piercarlo con zaino super attrezzato, sfoggia la nuova caffettiera e fornello, siamo tutti in attesa di un buon caffè ma è solo da una tazza e non c’è il tempo di farlo per tutti. Improvissamente le nuvole si chiudono e incominciano cadere le prime gocce il tempo di aprire gli ombrelli e indossare i K- way e incamminarci velocemente verso la discesa, che ritorna il sole.
Ormai siamo lanciati, passiamo le baite del Piccolo Poignon e ci inoltriamo nel ripido sentiero che a zig zag ci porterà al villaggio di Pondel.
A Pondel buona parte dei Soci visita l’imponente ponte - acquedotto Romano di Pont-d’Ael del 3 a.C. ancora perfettamente conservato, alto 56 m dal livello del torrente e lungo più di 50 m con una sola arcata. Essendo la struttura vuota all’interno per dare più elasticità e leggerezza alla struttura muraria nella ristrutturazione l’hanno reso visitabile, un camminamento in vetro permette di vedere tutta la struttura interna, molto interessante e suggestiva.
Dopo la pausa culturale ci aspetta ancora un’ora abbondante, si risale su un sentiero a mezza costa, a destra, il pendio sprofonda nel canyon del torrente Grand Eyvia. I sentiero molto panoramico prosegue fino a raggiungere una galleria un po' fangosa, che ci permette di passare il tratto di rocce dove si tuffa la cascata incontrata al mattino.
Usciti dalla galleria (circa 30 m) cominciamo a vedere le distese di vigne intorno al paese di Aymaville, 15 minuti e siamo a ristorarci al bar del paese intanto arriva il pullman chiamato da Silvio. Sono le 17, tutti soddisfatti della bella giornata si ritorna a casa, grazie a Silvio per averci portato in questa nuova località.
Osvaldo Plano
28 maggio 2023
Valloire Escursione e Ferrate
FERRATE di Poigt Ravier e Le Rocher Saint-Pierre.
Le previsioni del tempo ci hanno tenuto con il fiato sospeso, ma venerdì si decide; “si parte”.
Il tempo promette bello al mattino e possibilità di pioggia al pomeriggio.
Rimoduliamo il programma in modo da essere tutti al pullman per le 15.00.
Gli escursionisti veloci andranno al rifugio e faranno la traversata, gli escursionisti “diversamente” veloci saliranno fino al bivio e poi faranno la traversata.
Idem per i ferratisti: i più esperti faranno solo la ferrata difficile, i “diversamente” esperti quella più tranquilla.
In poche parole i 51 soci si sono sparsi in 4 gruppi per le lande di Valloire.
Scelta azzeccata perché appena il pullman è ripartito da Valloire ha iniziato a piovere (unica lavata della giornata al parcheggio a Bussoleno quando si scaricano gli zaini).
Le ferrate sono entrambe molto belle; decisamente “ingaggiante” la più difficile con tanto di pareti strapiombanti, grotte, camini, ponti sospesi, traversi, discese e ogni sorta di “diavoleria” messa ad hoc per far divertire. In sei l’abbiamo percorsa a spron battuto e così a mezzogiorno eravamo già “disoccupati”. Ci siamo rifatti guardando macchine d’epoca parcheggiate in occasione di un raduno e poi davanti ad una fresca birra.
In quattro hanno invece percorso la ferrata più tranquilla, panoramica e con l’uscita della grotta molto suggestiva. Alla fine della ferrata un simpatico paesino con una chiesetta particolare; per entrare in chiesa si passa dal campanile posizionato davanti all’edificio.
Visto che c’era ancora tempo, la camminata di rientro è stata allungata passando per le Gorges de l’Enfer e il Pont du Diable.
Claudio Blandino
ESCURSIONE al Rifugio Aiguilles d'Arves
Partenza al mattino con timore dovuto al meteo un tantino capriccioso che poi si trasforma in entusiasmo quando arriviamo a Valloire in Francia con un cielo sereno.
Arrivati poco dopo a Valloire e successivamente a Bonnenuit, partiamo su un bel sentiero circondati da una bella fioritura di flora alpina, tra panorami montani stupendi.
Un gruppo un po' più lento si è fermato a metà percorso dove ha prnzato per poi proseguire sul sentiero balcone. Con il mio gruppo salendo di buon passo verso il rifugio, facciamo delle pause per immortalare delle magnifiche foto panoramiche. Dopo aver pranzato con un momento di raccoglimento recitiamo la Preghiera degli Escursionisti dedicata alla Presidente del CAI di SUSA (Aurora Andini) recentemente scomparsa per un malore improvviso durante un trekking all’Isola d’Elba. Nel pomeriggio scendiamo per il sentiero balcone al paese di Verneys dove terminiamo la gita.
Un ringraziamento speciale a tutti i pattecipanti
Osvaldo Segontino
17 giugno 2023
Lavori al Bivacco Orsiera
Al mattino alle 7:30 appuntamento con i soci di Mattie a Pra la Grangia.
Sei partecipanti dell’associazione GSO di Mattie, nostri Soci, con cui collaboriamo alla gestione del Bivacco, e io.
Obbiettivo della giornata, dare una ripulita alla struttura, impegno che abbiamo rimandato più volte, ma visto che dal 1 giugno è sempre aperto si è organizzata una giornata di pulizia generale.
Alle 9:00 si inizia, il bivacco è chiuso, scopriamo che una coppia di ragazzi sta ancora dormendo, vengono svegliati un po' bruscamente, non gli diamo il tempo di organizzarsi che si comincia a svotare i mobili, ha buttare le cibarie scadute, e a portare fuori gli arredi per una pulizia generale.
Rimane il tavolo che coperto con giornali ci servirà da trabattello per imbiancare i muri. Si dà una spazzata e si comincia con l’imbiancatura del locale giorno, antibagno e servizio. Il camerone è ancora in buone condizioni scopiamo e laviamo il pavimento.
Il pavimento del locale giorno e il bagno erano quelli in condizioni peggiori, ma con olio di gomito e spugnette siamo riusciti ha renderli più dignitosi.
Lavate tutte le piastrelle dei rivestimenti e la stufa, anche lei aveva un bello strato di sudiciume.
Riordino della legna all’esterno e decespugliato prato antistante il bivacco.
Diamo ancora una passata ai pavimenti e mentre asciuga pranziamo sui tavoli di fronte al bivacco. E’ una bellissima giornata, non sembra vero ma dal bacino della nord dell’Orsiera scende un gran torrente spumeggiante come pure sulla destra dal colle dell’Orsiera, è uno spettacolo che da un po' di tempo non si vedeva.
Gabriele, il margaro, arrivato anche lui nella mattinata, ci offre il caffè e dell’ottimo vino che ha svernato nel suo locale.
Si riprende a riordinare il tutto, ora il bivacco ha un altro aspetto, più ordinato e addirittura profuma di pulito.
Alle 16 si rientra portando a valle i sacchi di rifiuti. Speriamo che chi lo frequenta ne abbia cura e lo conservi, almeno per un paio di anni.
Ringrazio di cuore i volontari che hanno partecipato: Luca Riffero suo figlio Simone, Massimo Gulli e suo figlio Samuele, Alessio Marzo, Michele Marzo e Omar Orsola.
Osvaldo Plano
18 giugno 2023
Laghi di Champorcher
La gita, malgrado la lunghezza e le tante ore di cammino, ha avuto un buon riscontro di partecipanti (57, tra cui anche diversi giovani) e si è svolta con un tempo che, bello al mattino, è diventato nel primo pomeriggio più nuvoloso fino a far cadere una debole pioggerellina nell'ultimo tratto di percorso, quando oramai eravamo a un centinaio di metri dal parcheggio in cui sostava il nostro pullman.
Punto di partenza ed arrivo è stata la frazione Chardonney di Champorcher.
L'intenzione, per abbreviare la prima parte della salita, era di percorrere il “sentiero della scaletta” ma, nel corso della ricognizione fatta dal sottoscritto e Segontino alcuni giorni prima, avevamo constatato che, a seguito di una frana per le recenti piogge, il sindaco di Champorcher aveva predisposto il divieto di utilizzo del sentiero, per cui abbiamo dovuto percorrere la più lunga ma senz'altro più varia paesaggisticamente “strada reale”, una splendida mulattiera costruita ai tempi di re Vittorio Emanuele II che, tra boschi di conifere, radure di pascoli con baite ben ristrutturate, torrenti spumeggianti, porta in direzione della conca di Dondena, in cui era stato costruito un casotto di caccia (siamo ai margini del Parco del Gran Paradiso) per le cacce del re.
Partiti verso le 9 e arrivati all'inizio della conca di Dondena in circa 2 ore e mezza tramite la “strada reale”, dopo una breve pausa, si affronta la parte più dura dell'itinerario, una ripida salita su sentiero che porta alla spianata del Lago Giasset, dopo il quale altri 100 durissimi metri di dislivello ci portano al colletto che rappresenta il punto più alto dell'itinerario, a 2400 metri, da cui si ha una bella vista sui due versanti, con le nubi che purtroppo cominciano ad addensarsi. La discesa ci porta, 100 metri più in basso, al Lago Raty , dove effettuiamo la sosta per il pranzo al sacco e un po' di riposo, con alcuni di noi che trovano un po' di conforto per i poveri piedi immergendoli nell'acqua del lago.
Si riparte dopo quasi un'ora di pausa attraversando l'ondulato altopiano con mille rivoli d'acqua, alpeggi con baite ristrutturate, un altro grazioso laghetto e quindi una dolce salita che porta a un pietroso colletto, da cui in fondo si intravvede un altro lago, a cui si discende, il lago Vernoille.
Dopo un altro tratto ondulato, all'incrocio col sentiero che proviene dal Rifugio Barbustel inizia la ripida discesa che ci porterà verso Chardonney. Nel frattempo, tramite le ricetrasmittenti, apprendo da Segontino, che sta nelle retrovie, che Ivana si è procurata una distorsione e procede molto lentamente. Nel punto in cui ci siamo fermati una palina segnaletica indica che occorrono circa 45 minuti a giungere a Chardonney, e 5 minuti al parcheggio per le auto sulla stradina per Dondena, percorribile per le auto ma non per il pullman. Vista la situazione l'infortunata, col marito Marino e Segontino, scenderanno al parcheggio sperando di trovare un passaggio.
La discesa sembra non finire mai. Finalmente poco sotto di noi si intravvedono le case di Chardonney e per festeggiare l'arrivo ecco una debole pioggerellina che ci accoglie ormai in prossimità del piazzale del parcheggio. Sono le 16.30. Ci vuole un meritato rinfresco presso il vicino bar prima di partire, Nel frattempo arrivano per fortuna anche Segontino con Marino e Ivana, che hanno trovato subito un passaggio da parte di una giovane coppia, a cui, per la gentilezza e disponibilità prestata, doverosamente viene offerto da bere.
Si parte verso le 17.15 con l'autista giustamente preoccupato per il ritorno, visto che l'autostrada Aosta – Torino è nota per le chilometriche code domenicali. Per fortuna solo un breve rallentamento dopo aver imboccato l'autostrada a Pont St. Martin e dopo più nessun intoppo, per cui rientro ampiamente nei limiti.
Alessandro Martoglio
25 giugno 2023
Gros Peyron
Il tempo è splendido e neanche troppo caldo, la piana del rifugio Scarfiotti è di un verde smagliante che solo raramente si vede. Erba e fiori ovunque, le mucche non devono sbattersi tanto per mangiare, basta abbassare il muso verso terra. E dire che solo lo scorso anno questi prati, causa la siccità, erano tutti magri e secchi.
Ma lasciamo da parte i ricordi e partiamo. Al parcheggio ci troviamo in 16 di cui tre ragazzini e 6 cani. Sul sentiero, più in alto, perché partiti prima, ci sono altri 4 soci.
Il sentiero diventa subito ripido ed in breve siamo alle baite diroccate d’Etiache, un breve traverso, una nuova salita e siamo al Colle d’Etiache 2800 mt circa.
Da qui il sentiero sparisce tra chiazze di neve, pietraie e rocce montonate; un ultimo sforzo e siamo in vetta.
Il Gros Peyron, come montagna non è granchè, un grande panettone di sfasciumi con una cima piatta, però la posizione è strategica e dai suoi 3048 metri la vista spazia dalla Vanoise ai Des Ecrins.
Oggi, che la giornata è limpida, le vette imbiancate in lontananza della Barre des Ecrins, della Meje, della Gran Casse e di decine di altre montagne si distinguono perfettamente.
L’aria è fresca e si sta benissimo: scambio di opinioni e di cibarie, tentativo infruttuoso da parte di Piercarlo di preparare il caffè, piccole scaramucce tra i cani quando il rivale si avvicinava troppo alla ciotola, ed è ora di scendere.
Raggiungiamo Tiziana, che è arrivata al Colle grazie alla sua tenacia e perseveranza davvero encomiabili e, in breve (si fa per dire), arriviamo al parcheggio dove i cani si fanno un bel bagno nel laghetto mentre noi ci limitiamo a raffreddare i piedi fumanti.
Tutti al rifugio per una birra o caffè esclusi Claudio, Aldo e Miriam che scendono veloci a Rochemolles dove sulla locale falesia di arrampicata fanno un paio di tiri.
Che dire ancora... visto il numero elevato di quattro zampe potrebbe passare alla storia come... “Una gita da cani”.
Claudio Blandino
2 luglio 2023
Rifugio Monzino
Col de la Seigne
Relazione gita in Val Veny - 02/07/2023
Oggi la gita sociale in Val Veny prevedeva due itinerari con la stessa località di partenza: la salita al rifugio Monzino, leggermente più impegnativa a causa della via ferrata che si intervalla in diversi tratti della salita con il sentiero e l’escursione al Col de la Seigne, facile ma con un uno sviluppo notevole di oltre 20 km, entrambe molto panoramiche visto l’ambiente maestoso che circonda questa bellissima valle situata al cospetto del versante italiano del Monte Bianco. Per accedere in pullman alla Val Veny abbiamo dovuto richiedere l’autorizzazione alla Polizia Locale di Courmayeur e limitare la partecipazione a 40 iscritti per via del divieto di transito ai mezzi con asse superiore agli 8 m ed abbiamo dovuto intervallarci alle navette del servizio pubblico che percorrono la valle nei due sensi di marcia, oggi particolarmente numerose per via della festa celtica che si svolgeva proprio in Val Veny.
Al parcheggio in Val Veny arriviamo verso le 9.15 dopo circa tre ore di viaggio in pullman. Qui troviamo ad aspettarci la Famiglia Fontana, con la piccola Anna di appena tre mesi, che si unirà al gruppo degli escursionisti. Il tempo è variabile, l’aria è frizzantina e le cime dell’Aiguille Noire de Peuterey e quella del Monte Bianco sono parzialmente nascoste dalle nuvole, ma il meteo prevede un miglioramento del tempo nel corso della giornata quindi partiamo per le nostre mete senza troppi indugi.
Rifugio Monzino
Il gruppo del Monzino è composto da 19 persone tutte pratiche di vie ferrate. Imbocchiamo il sentiero ben segnalato che sale nel bosco e attraversa il torrente Freney con un percorso a zig-zag tra i massi visto che la passerella che era stata da poco tempo piazzata per agevolare l’attraversamento del torrente non esite più, forse è stata portata via dalle abbondanti piogge primaverili.
In meno di un’ora siamo alla partenza della via ferrata. Ci prepariamo con calma così diamo tempo ad una comitiva di escursionisti di completare la loro discesa sull’ultimo tratto attrezzato della via. Saliamo questo sentiero decisamente ripido per alcune centinaia di metri di dislivello, con tratti attrezzati con scalini e cavo fisso che in circa un’oretta ci porta al punto dove inizia il tratto di via ferrata più impegnativo.
La ferrata è libera, così uno dietro l’altro iniziamo la nostra salita su questo tratto ben attrezzato che consente di superare una parete rocciosa alta un centinaio di metri, dove un tempo, prima della costruzione della ferrata, esisteva solo una catena. Una volta usciti da questo tratto di ferrata riprendiamo il sentiero che aggira la seconda balza rocciosa superando i restanti tratti che caratterizzano l’ultima parte della via ferrata.
In poco tempo raggiungiamo lo spallone dello Chatelet dove ci fermiamo per ricompattare il gruppo e scattare qualche foto con lo sfondo severo dei ghiacciai del Brouillard e delle guglie rocciose che fanno da cornice al rifugio Monzino. Da qui in cinque minuti raggiungiamo finalmente la nostra agognata meta.
Al rifugio ci fermiamo un’oretta per pranzare ed ammirare questo scenario stupendo di guglie e ghiacci che fa da sfondo al rifugio. Su queste montagne si sono scritte le pagine più belle dell’alpinismo eroico degli anni trenta e del secondo dopoguerra ma ahimè anche quelle tragiche. Il mio pensiero oltre che al più famoso Bonatti va al grande alpinista Boccalatte e a sua moglie Ninì Pietrasanta che a metà degli anni trenta portarono a compimento la prima salita all’Aiguille Noire de Peuterey, impresa davvero incredibile per l’epoca!
Ma torniamo con i piedi per terra. Verso le ore 14.00 partiamo dal rifugio per rientrare alla base. La discesa si svolge seguendo l’itinerario di salita, senza alcun tipo di problema. Verso le ore 16.40 siamo al Pullman dove ritroviamo i nostri compagni escursionisti anche loro appena rientrati alla base. Che tempismo!
Col de la Seigne
Verso le 9.30 anche il gruppo degli escursionisti composto da 21 persone si accinge a partire per il Col de la Seigne.
Il primo tratto del percorso è allietato dalla presenza della mascotte del gruppo, la piccola Anna, che imbacuccata nel caldo marsupio in spalla al nonno Alberto, fa la sua prima conoscenza con le montagne più belle della Valle d’Aosta. Davvero fortunata la piccola escursionista! Purtroppo, dovremo salutarla presto poiché noi veterani abbiamo ancora molta strada da percorrere per arrivare alla nostra meta.
Il primo tratto del percorso, come indicato sulla relazione, si svolge su strada asfaltata che sale in modo graduale verso il fondovalle, per poi diventare sterrata. Questo tratto di strada costeggia l’impetuoso torrente che si genera dal lago Combal, caratterizzato dalle acque di un bel color turchese dovuto allo scioglimento dei ghiacciai che lo alimentano.
Giunti al lago Combal, il paesaggio diventa incantevole, nonostante la presenza delle nubi passeggere che nascondono ai nostri occhi i picchi più elevati del Massiccio del Monte Bianco lasciando però visibili i grandi ghiacciai che sembrano sorreggerli come un possente basamento.
Superato il lago, proseguiamo la nostra camminata in direzione del rifugio Elisabetta percorrendo un ripido sentiero in mezzo ai rododendri in fiore. In prossimità delle vecchie casermette diroccate, imbocchiamo il sentiero balcone che si snoda a mezzacosta in facili saliscendi, tra lingue di neve e prati in fiore. Raggiunta la strada che arriva dal pianoro del Combal, ci immettiamo nel tratto più ripido del sentiero che porta al colle della Seigne, che purtroppo rimane ancora avvolto nelle nuvole.
Sorpassiamo “La Casermetta” adesso sede per la formazione ambientale, e imbocchiamo l’ultimo tratto del sentiero sempre più ripido. A questo punto la fatica si fa davvero sentire ma ormai ci siamo... pochi metri ci separano dal colle. I primi arrivano al colle verso le ore 13.10 e nel giro di pochi minuti arrivano tutti gli altri partecipanti del gruppo. Giusto il tempo per scattare una foto da pubblicare sul sito e poi giù di corsa perché sul colle c’è nebbia e fa parecchio freddo.
Sono quasi le 14.00 quando ci fermiamo per una breve pausa pranzo allietata però dal caffè bollente gentilmente offerto dalla generosa Silvia. Vista l’ora riprendiamo in fretta la discesa verso il punto di partenza della nostra gita arrivando al pullman addirittura in anticipo di una mezzoretta rispetto all’orario previsto delle 17.00. Qui incontriamo i nostri amici ferratisti appeni arrivati.
Purtroppo, dopo esserci sistemati dobbiamo salire sul pullman per iniziare il nostro viaggio di ritorno senza poterci concedere la consueta bevuta di gruppo ma i tempi sono dettati anche dalla necessità di non incrociare le navette del servizio pubblico.
Io ed Elisabetta ringraziamo tutti i partecipanti che con passione e determinazione hanno contribuito alla buona riuscita di questa gita che si è svolta in un ambiente a noi molto caro e ricco di bei ricordi. Lasciatemi infine ringraziare mia moglie Elisabetta che con un po' di timore iniziale si è resa disponibile a guidare il gruppo degli escursionisti, grazie anche al supporto dell’instancabile Teo, consentendomi così di portare a termine questa gita dall’organizzazione un po’ complessa ma di grande soddisfazione.
Arrivederci alla prossima gita!
Elisabetta e Carlo
5 luglio 2023
Sentiero Fugera
Quest’anno, grazie alle numerose precipitazioni, la vegetazione cresce rigogliosa.
Se per orti e campi è un bene, per i sentieri è un vero disastro.
Il sentiero della Fugera era stato pulito il 28 settembre 2022 e questa primavera era ancora in ordine; sono bastati tre mesi di pioggia e caldo e il sottobosco, dove l’incendio ha bruciato gli alberi, è esploso creando una barriera alta due metri di rovi ed erbacce.
Il lavoro di pulizia è stato lungo e laborioso. Hanno iniziato Claudio e Carlo con il primo km, hanno continuato Mario e Vincenzo tagliando con la motosega tutti gli alberi secchi caduti, ha proseguito Osvaldo con nipoti a seguito mettendo i cartelli indicatori e oggi, Claudio, Mario, Osvaldo e Giorgio hanno concluso il lavoro.
Adesso se volete andare alla Fugera troverete un sentiero perfettamente pulito e liscio come un biliardo a prova di MTB elettrica.....
12 luglio 2023
Ponticello al Cervetto
Passerella sulla bealera di Cervetto.
Era il 1931, quando i soci del Cai Uget Bussoleno costruivano la prima fontana, alla Sagnette, ne seguirono poi altre negli anni a seguire.
Ora anni 2020, il gruppo “Pulizia Sentieri” nella sua attività ha cambiato indirizzo, si dedica oltre ai sentieri anche ai ponti (o passerelle).
La prima passerella nel dicembre 2020 sul rio Moletta tra Falcimagna e Campobenello.
Il secondo, il ponte sul rio Gerardo in località Comba, sul sentiero dei Franchi collegamento tra Alpe Toglie e il Rifugio Amprimo, costruito nel mese di maggio e giugno del 2022. Un grande ponte di 12m di lunghezza denominato gogliardicamente “Ponte Ferraris”.
In questi giorni abbiamo realizzato il terzo ponte, sempre su progettazione e preparazione materiali a cura del socio Giorgio Ferraris.
L’invito è arrivato da parecchie famiglie, che nell’escursione al rifugio, si lamentavano, che i bambini si bagnavano i piedi a fare il guado, era un progetto che latitava da un anno, se ne era parlato anche con il consorzio dell’inverso, così, in questi ultimi mesi abbiamo organizzato il lavoro.
Per contenere i costi le tavole sono state recuperate da una donazione di Enrica Croletto, un vecchio tino del suo papà, con l’aggiunta di qualche pezzo fatto da Claudio Alotto.
Giorgio, da buon falegname , ha preparato le basi gli ancoraggi e l’adattamento delle tavole, piallandole portandole alla stesso spessore per poi finalizzarle con più mani di vernice e catramina, super lavoro, perfino un peccato doverci camminare sopra.
Venerdì 7/06 si è provveduto a sistemare le basi e a scortecciare i larici già tagliati precedentemente, lavoranti, io, Giorgio e Mario Meneghetti
Martedi 11/06 di buon ora, io, Giorgio, Enrica e Oriano eravamo alla Gerpula. Grazie al trasporto con il trattorino del gestore Enzo, abbiamo portato il materiale in loco, posizionato i travi e incominciato la posa delle tavole, alla sera piazzavamo la rete antiscivolo e il ponte era transitabile, subito inaugurato da una coppia che rientravano da un’escursione, si sono complimentati per il bel lavoro.
Ancora Mercoledì 12/06 per ultimi lavori, io e Giorgio realizzazione rampe di accesso e il ponte è finito.
Così speriamo che rimarrà traccia del nostro impegno sulla montagna, passando anche noi alla storia della nostra Sezione.
Osvaldo Plano
15-16 luglio 2023
Uja di Ciamarella
Partiamo sabato mattina alle 9:30 da Pian della Mussa (1871) con l’obbiettivo di arrivare al rifugio Gastaldi (2659) entro le 12 dato che sono previsti temporali nel primo pomeriggio. Al parcheggio c’è il sole, ma in quota si vede già qualche nuvola. Siamo in 14 e raggiungiamo tutti il rifugio, avvolto dalla nebbia, per l’ora di pranzo, dove ci attende un buon piatto caldo.
Domenica mattina colazione alle 6 e partenza alle 6:40. Il cielo è terso, la notte ha scacciato le nebbie e finalmente vediamo l’Uja di Bessanese e le sue pareti maestose. In 12 partiamo per l’Uja di Ciamarella, 2 socie invece fanno il Giro dei Laghetti Glaciali. Dal rifugio tramite un tratto di sentiero in discesa, in mezz’ora raggiungiamo un bivio strategico: ripasseremo da lì per la discesa, senza risalire al rifugio e quindi ne approfittiamo per alleggerire gli zaini.
Risaliamo la pietraia e dopo due ore di cammino siamo finalmente ai piedi di ciò che resta del ghiacciaio.
Intanto il tempo cambia, come da previsioni e inizia lentamente a salire la nebbia.
Decidiamo comunque di proseguire, la lievi raffiche di vento tengono lontane le nuvole dalla nostra meta.
Calziamo i ramponi, superiamo il breve tratto di ghiaccio e in 20 minuti siamo nuovamente su sentiero. Ancora un paio d’ore su sfasciumi e sentiero irto e raggiungiamo tutti la cima, quota 3676. Da lassù le nebbie ci coprono la visuale verso est, ma il resto del panorama ci mostra l’ambiente severo: Albaron di Savoia, Charbonnel, Piccola ciamarella e Torre d’Ovarda sono solo alcune delle punte che ci circondano.
In vetta c’è commozione di chi è alle prime armi con l’alpinismo e grande soddisfazione di chi invece è più esperto.
Il meteo però minaccia di cambiare velocemente e dopo le foto di rito iniziamo subito la lunga discesa, 1870 metri di dislivello negativi, unica pausa per sgranocchiare qualcosa e per recuperare gli oggetti abbandonati al mattino.
Concludiamo la gita al pian della Mussa dove ci ricongiungiamo e festeggiamo con un terzo tempo al rifugio Città di Ciriè.
Stefano Marras
23 agosto 2023
Monte Albergian
Dal punto di vista logistico la preparazione di questa gita é stata piuttosto complessa, problemi di disponibilità di pullman, pochi scritti, mancanza di mezzi con capienza adeguata, alla fine l’unico pullman disponibile é risultato quello da 20 posti un po’ pochini anche per le scarse iscrizioni dovute a tanti fattori non ultimo il notevole dislivello ( 1.500 metri) che ha scoraggiato alcuni.
A conti fatti i 25 iscritti del sabato sono stati tutti sistemati grazie alla disponibilità di cinque soci che non hanno avuto problemi a raggiungere la frazione Ruà di Pragelato in auto. In piazza del mercato a Bussoleno nuovo problema, alle 7 non c’è traccia del pullman, passano i minuti e rintracciamo l’autista che ci spiega che all’ultimo momento gli é stato assegnato un ulteriore servizio, é ad Almese e sta rientrando, tutto chiarito e si parte con mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia.
Ridiscendiamo la valle e risaliamo la val Chisone, percorso suggerito dall’ autista della settimana scorsa, arrivati a Ruà al parcheggio ci sono già gli altri partecipanti giunti in auto, a conti fatti sono 13, quindi in tutto siamo ben 33, e partiamo di buon passo lungo il sentiero 316.
La giornata è bella e possiamo permetterci alcune brevi soste per ricompattarci, da subito si staccano Stefano e Andrea che procedono più veloci, vogliono allenarsi in vista della gita della prossima settimana al Monviso, giunti in vetta però ridiscendono e si uniscono al gruppo e in poco più di quattro ore raggiungiamo la punta con un ultimo tratto su roccia dove é necessario aiutarsi con le mani.
Il panorama che si gode in punta ci ripaga della salita, il gruppo dell’Orsiera, la Cristalliera con il Rocciamelone che svetta su tutte, fino alle vette del Delfinato più lontane e appena sotto i laghetti dell’Albergian, forniscono ottimi sfondi per le foto.
Mezz’oretta di riposo per rifocillarci e siamo pronti a ridiscendere, il ritorno avviene senza difficoltà per la stessa via di salita e alle 17,30 siamo nuovamente sul pullman pronti a partire, questa volta si decide di rientrare da Sestriere sperando di trovare un traffico accettabile e infatti il ritorno non è troppo problematico.
E’ stata una bella giornata, tempo bello, percorso lungo ma non difficile che ha soddisfatto tutti i 33 partecipanti.
Giorgio Ferraris
27 e 1°agosto 2023
Squadra lavori
La squadra lavori è sempre all'opera, c'è sempre qualcuno che richiede l'intervento.
Vuoi un ciclista che segnala il sentiero ingombro di erbacce e la passerella sdrucciolevole, vuoi il gestore del rifugio Amprimo che sollecita migliorie...
Giovedì 27 luglio pulizia del tratto di sentiero da Campo Benello a Falcemagna con posa di una rete metallica sulla passerella in modo da aumentare la tenuta di ruote e scarponi.
Martedì 1° luglio posa in opera della tettoia in legno a riparo del bar esterno al rifugio Amprimo posto nel sottoscala.
Nel mezzo una gitarella... al Monviso.
Il nostro President, anche se ormai è "diversamente giovane", continua imperterrito nel suo impegno.
30-31 luglio 2023
Monviso
Un’altra bellissima montagna che volevamo salire da tempo. Si vede sempre quel triangolo all’orizzonte e si sente un’attrazione magnetica che costringe a salirlo prima o poi. Come da Calendario Cai 2023 l’ascesa è prevista per il 30 e 31 luglio. Varie sono le considerazioni fatte per affrontare questa salita al meglio e con un buon gruppo di escursionisti esperti. Troveremo infatti condizioni perfette, pochissima neve e neanche una nuvola lungo il percorso in quota . Partiamo in 19 a piedi dal Pian del Re, proprio dalla sorgente del fiume Po in direzione del Rifugio Quintino Sella.
Il sentiero che porta al rifugio, agevole e ben segnato, è dominato dall’aspra parete nord del Monviso. Tagliamo a mezza costa una vecchia morena che porta a un pianoro di detriti lungo il quale si snoda l’ultimo tratto del percorso e in circa due ore arriviamo al confortevole e panoramico Rifugio. La vista sulla pianura cuneese è spettacolare, soprattutto al tramonto.
Il rifugio è pieno di escursionisti: chi si sta godendo una tappa del giro del Monviso, chi si prepara ad affrontare la cresta Est, chi come noi affronterà la via normale. Per tutti una buona cena e poi a letto alle 22 visto che la sveglia suonerà alle 3:30. Alle luci delle frontali imbocchiamo il sentiero che aggira il laghetto sotto il rifugio e sale in direzione del Passo delle Sagnette. E qui la prima difficoltà: una bella ferrata fisica e abbastanza esposta. Raggiungiamo il passo dal quale è visibile la parete sud, lungo la quale sale la via normale.Dal passo si perdono circa 80-90 metri di quota per poi iniziare l’avvicinamento al Bivacco Andreotti lungo una vallone detritico
Questo è il tratto più noioso della salita (specialmente al ritorno). L’ultimo tratto è molto ripido e taglia le gambe. Al bivacco mangiamo qualcosa ma ci rimettiamo subito in marcia visto che manca ancora il tratto più impegnativo della via. Subito dopo il bivacco troviamo quel che rimane dell’ex ghiacciaio Sella, ormai ridotto a semplice nevaio.
Dopo il nevaio inizia la parete vera e propria. Il primo tratto è un semplice traverso orizzontale. Dopodichè si affrontano la “cascatella” e il “Diedro camino” con arrampicata sul II grado. Dopo questa prima arrampicata si prosegue per facile sentiero fra sfasciumi fino ad arrivare alla guglia denominata “Duomo di Milano”.
Poi si arriva al Camino dei “Fornelli” forse il tratto più impegnativo della via, anche se mai realmente difficile. Raggiungiamo il canalone Grande di Viso che mette in comunicazione la parete sud e la parete Est.
Da qui per facili roccette giungiamo in vetta, sono passate 5h circa dalla partenza. Arrivo emozionante per tutti !!! Panorama grandioso, l’isolamento della cima rende tutto ancora più suggestivo, la fatica viene ripagata da questa magnifica visione. Baci. Abbracci, complimenti tra di noi si sprecano ... facciamo le foto di rito, ma non ci si attarda perché ora viene il difficile, la discesa! Disarrampicare è molto più complicato e faticoso, spesso inoltre ci si mette in coda nei punti più complicati.
Prestiamo attenzione a non far cadere pietre, ci sono diversi gruppi sul percorso ed occorre stare molto attenti alle manovre. Arrivati al bivacco Andreotti attraversiamo il vallone che riporta al passo delle Sagnette. Non è finita qui, manca ancora tutta la ferrata da fare in discesa.
Qui bisogna stare molto attenti, la stanchezza ormai si fa sentire e basta poco per commettere uno sbaglio. Al rifugio Sella ci rifocilliamo velocemente, recuperiamo il materiale lasciato ... ce l’abbiamo messa tutta, ma i più perdono anche l’ultima navetta x tornare alle auto a Crissolo! Per fortuna i ragazzi più giovani con uno sprint riescono a scendere a Crissolo e riportare le auto al Pian del Re. Giornata molto lunga ma siamo tutti molto soddisfatti e finalmente più rilassati...!!!
Gitona firmata dal CAI Bussoleno !
Ottima l’intesa tra il nutrito gruppo di giovani ed i meno giovani e già si pensa alla prossima avventura!!!
Sissi Ainardi
12 agosto 2023
Bivacco e Monte Orsiera
2 Agosto, classico appuntamento al Bivacco Orsiera e per i più volenterosi al Monte Orsiera.
Sabato mattina ci troviamo alle 7 in P/za del mercato a Bussoleno in 11 pronti per l’escursione, il cielo è leggermente nuvolo ma il meteo promette miglioramenti fino alle 17 poi qualche goccia. Una parte del gruppo è già partita, nel gruppo di testa oltre ai Soci di Mattie, Giorgio Ferraris che ha il compito di attrezzare con una corda il traverso che porta in cima all’Orsiera, per dare modo a tutti di arrivare in vetta.
Saliamo a Pra la Grangia di qui in 1 ora e 15 siamo al bivacco, troviamo Valerio R. che ha abbandonato la salita per un dolore al ginocchio, poso le focacce al bivacco acquistate per i festeggiamenti al ritorno.
Si prosegue la salita, siamo il gruppo di coda alle 12:00 siamo tutti in cima, bellissima giornata, la punta è gremita di gente ci sono anche parecchi giovani di Mattie del GSO. Marco Gillo e Francesco Miletto come da tradizione suonano la tromba, prima sulla cima grande poi sulla piccola.
Arrivano anche Stefano Marras, Francesco Marras e i Fratelli Andrea e Matteo Riffero, loro, i più arditi, sono saliti dall’Amprimo, Toesca, col Gavia, Rocca Nera e Dumontel, circa 2000 m di dislivello con arrampicata finale.
La cima è stata raggiunta da 25 Soci più i giovani di Mattie del GSO.
Fatte le foto di rito si inizia la discesa, arriviamo al Bivacco immersi nella nebbia, pranzo al sacco e focaccia per tutti offerta dal CAI.
C’è uno scambio di cibarie, dalle acciughe la verde alle torte fatte in casa, vino, ecc.. altre persone arrivate al bivacco si uniscono alla festa, anche due ragazze inglesi (pensavano di passare una giornata in tranquillità in un posto selvaggio e lontano dalla quotidianità, non è andata così).
Finiamo con un ottimo caffè fatto da Luigina Ala e si prende la strada di casa. Al prossimo 12 agosto.
Osvaldo Plano
22-30 Agosto
Lavori alla Fugera
Il 5 luglio avevamo ripulito il sentiero della Fugera, liscio come un biliardo, tanto che ero riuscito ad arrivare al casotto con la e-bike.
E' bastato un po' di pioggia e un leggero venticello e tutto è tornato come prima: alberi secchi caduti e erbacce infestanti.
Così il 22 agosto io e Carlo abbiamo nuovamente ricominciato il lavoro di pulizia partendo dalla strada dell'Adoi e mercoledì 30 agosto una squadra di 8 persone ha nuovamente concluso il lavoro (provvisoriamente perchè al primo vento o nevicata andremo nuovamente di motosega...).
Ma andiamo con ordine. Oggi l'elicottero fa una rotazione per portare alla Fugera due vasche per la raccolta dell'acqua necessarie in previsione dei futuri lavori. Osvaldo, Mario, Enrico Cens e Giorgio sono saliti al casotto molto presto e, in attesa dell'elicottero, hanno pulito il primo tratto del sentiero di discesa che scende a Catteisart.
Depositati dall'elicottero i due vasconi, uno è stato trasportato a mano fino alla sorgente che si trova nei pressi del sentiero e con "pic e pala" hanno scavato una base su cui sistemare il vascone e collegarlo con la fontana in modo da riempirlo. Il passaggio successivo sarà di portare una motopompa e travasare l'acqua nel vascone a lato della Fugera.
Mentre il secondo gruppo con Claudio 1, Claudio 2 ed Enzino risale con piccone e decespugliatore il sentiero rimuovendo ostacoli ed erbe infestanti,
Alle 13 ci ritrovavamo tutti alla fontana e, ultimato di piazzare il vascone siamo scesi tagliando tutti gli alberi che ingombravano il sentiero e quelli limitrofi secchi e pericolanti.
Grande e faticoso lavoro con bevuta finale in sede.
Claudio Blandino
2-3 settembre 2023
Punta Tervisa
Che dire... un’altra bellissima gita alpinistica da inserire nel carnet delle Gite azzeccate del 2023.
Dopo l’Uja di Ciamerella e il Monviso, grazie a Silvio Girard per la scelta della meta, abbiamo portato a casa un’altra bella escursione.
Alle 10:00 siamo partiti dal solito luogo di appuntamento, Piazza del Mercato di Bussoleno, e scendendo abbiamo raccolto i diversi soci partecipanti sparsi per la valle. Alle 13:00 circa eravamo a Gimillan (Cogne), a rinfocillarci con ottimi panini in un negozio /bar del paese.
Fatti gli ultimi preparativi si parte su facile sentiero verso il nuovo Rifugio Grauson. Si sale sul sentiero a mezza costa fino al ponte di Ecloseur 1925 m, si riprende a salire per il bellissimo vallone, lasciando a sinistra la cascata dell’Alpe Pila, e giungendo così alle Alpi Grauson Vecchie 2271 m, qui ci dissetiamo ad un’ottima sorgente.
Salendo incontriamo parecchi ciclisti che salendo da Lillaz al passo Invergneux scendono a Gimillan, una bella discesa un po' tecnica ma si è ripagati dall’ambiente.
In 2 ore e trenta siamo al Rifugio Grauson (2510), rifugio aperto nel 2020, nuovo di pacca, molto accogliente con gestori gentilissimi.
Il sole sta per tramontare sullo sfondo del vallone si staglia la nostra cima, la Punta Tersiva coperta di neve.
Ceniamo e poi a nanna, siamo in un’unica camerata, i letti a castello in legno chiaro sono separati da separet con al culmine intagliate delle siluette di animali, marmotte, gufi, lupo, io vedo Aldo coricato da sotto la barba dello stambecco.
Alle 6 colazione e per le 7:45 si parte, il vallone essendo a nord è all’ombra fa fresco ma non freddo, superiamo il bivacco Muggia-Glarey (2850 m) e siamo ai piedi del colle, saliamo sulla morena scoscesa del ghiacciaio del Tessonet dove, vista la pendenza, la prima neve, e il terreno ghiacciato indossiamo i ramponi.
Di qui l’itinerario si fa più impegnativo vista la pendenza e la neve, raggiungiamo il colle riscaldati da un tiepido sole, ci aspettiamo e riprendiamo la dorsale innevata che in circa mezz’ora abbondante ci porta in vetta, ad aspettarci una madonna con le braccia in segno di benvenuto.
Siamo ripagati dalla vista panoramica a 360° dal Gran Paradiso, Grivola, Monte bianco, Gran Combin, Cervino, Monte Rosa e tantissime altre cime minori, la temperatura è mite non c’è vento restiamo in cima circa un’ora a mangiucchiare fare foto e contemplare il panorama.
Riprendiamo la discesa con molta attenzione, intanto la neve e il terreno si è allentato è meno ghiacciato, in poco tempo siamo ai piedi della morena, ci togliamo i ramponi e ci raduniamo tutti per poi proseguire la discesa.
Un po' prima del bivacco incontriamo Sara e Gabriella che sono rimaste al rifugio, visto la bella giornata hanno pensato divenirci incontro, baci e abbraccie si prosegue verso il rifugio a raccattare le cose lasciate.
Un piccolo intoppo un po' prima di Gimillan, un ragazzo è caduto con la MTB e si è fatto veramente male, eravamo a monte dell’accaduto così siamo rimasti fermi finchè non è stato soccorso dall’elicottero.
Sono le 17, qualche birra al negozio/bar e tutti a casa. Gita con 17 Soci partecipanti, di cui 15 in vetta più Trudi, il cane di Pier.
Osvaldo Plano
9 settembre 2023
Uscita Pratica di pulizia sentieri
Ogni anno la Sosec (Struttura Operativa Sentieri e Cartografia) del Cai in collaborazione con la Regione Piemonte organizza una serie di tre lezioni teoriche on line (svolte nella settimana) sulla pulizia sentieri per tutti i Soci del Cai. La quarta lezione è pratica, uscita, che ci siamo presi in carico di organizzare. Il compito è stato di dare qualche nozione sulla segnaletica e qualche insegnamento pratico su questa attività, abbiamo trasferito la nostra esperienza per quanto riguarda le attrezzature e come operare sulla manutenzione, visto che i volontari partecipanti erano alle prime armi.
All’appuntamento al ponte dei Giordani eravamo in 38 volontari provenienti da diverse Sezioni Cai, Torino, Uget Torino, Chieri, Chiomonte, Giaveno, Coazze, Susa, Val della Torre e i nostri di Bussoleno.
I percorsi individuati erano sul versante nord di Bussoleno, visto che le giornate sono ancora calde e afose si è pensato di intervenire su sentieri in ombra, più freschi. Visto il folto numero di partecipanti, abbiamo pensato di dividerci in due gruppi. Si sono individuati due sentieri che entrambi partono dal ponte alto dei Giordani. il 510, classico sentiero per il Rifugio Amprimo, il primo gruppo, e il sentiero che raggiunge la Comba il secondo gruppo.
Armati di motosega , decespugliatori, tronca rami, forbici, falcetti, rastrelli e l’immancabile cassetta con le vernici per rinfrescare la segnaletica orizzontale già esistente si è iniziata la lezione, erano le 9:00.
Il lavoro è stato parecchio impegnativo specie per i decespugliatori e i rastrellatori che stanno al seguito, questa primavera, con le abbondanti piogge, la vegetazione è cresciuta abbondantemente creando in certe zone assolate un tappeto di ortiche e cespugli di lamponi, specie nelle località Cugno e Comba.
La nostra Cosimina, l’esperta della segnaletica orizzontale a insegnato ai diversi partecipanti la tecnica nel fare le tacche bianche e rosse, facendo provare a turno a tutti i partecipanti. Giorgio inarrestabile con la motosega, ha spiegato e dimostrato il perché del taglio di certi alberi che pendono sul sentiero e l’operatività per chi sta dietro a liberare la boscaglia tagliata. Ognuno ha dato il proprio contributo.
L’uscita è terminata alle 13:00/14:00, qualcuno è tornato a casa e ventun volontari provenienti dai due sentieri si sono incontrati al Rifugio Amprimo dove con il classico pranzo dell’operaio a base di polenta e spezzatino e un buon bicchiere di vino si è terminata la giornata.
E’ stata ancora una volta una bella esperienza, tutti erano contenti dell’attività svolta, con la promessa di incontrarci in altre occasioni a svolgere l’attività insieme, ci siamo salutati con un grande arrivederci. Grazie a tutti.
Osvaldo Plano
10 settembre
MTB-Col de la Pousterle
E' una gita da inserire nella cartella di quelle parzialmente riuscite nonostante il tempo limpido, i panorami stupendi, un percorso facile, piacevole e ombreggiato.
Intanto i partecipanti, 7 sono davvero pochini, anche se molti erano “assenti giustificati”. Un malore del sottoscritto a 10 km dalla partenza ha frenato gli entusiasmi e rallentato il ritmo di pedalata.
Risultato finale un giro fatto a metà con il Col d'Anon non raggiunto ma “buono per la prossima volta”.
Ultima nota dolente una via crucis in cerca di un bar aperto per la birretta finale....
Un grazie a tutti per l'assistenza e a Francesco che si è “finto stanco” per interrompere il giro e rientrare alle auto.
Claudio Blandino
17 settembre
Porte aperte allo Sport
Domenica 17 settembre si è svolta la manifestazione organizzata dal Comune di Bussoleno “Porte aperte allo sport” e la notevole affluenza del pubblico ha sicuramente premiato lo sforzo organizzativo dell’Amministrazione tutta. Vi hanno partecipato 33 associazioni rappresentanti le più disparate attività sportive che hanno messo a disposizione ampi spazi per promuovere ogni genere di attività sportiva. Soprattutto i giovani si sono subito dimostrati interessati ed attivi e far loro conoscere ed avvicinarli alle varie attività è stato sicuramente un ottimo risultato.
Noi CAI Bussoleno, assieme a Sci Club, Soccorso Alpino, Società delle Guide, Alby Sport e Parco Alpi Cozie abbiamo rappresentato il comparto Montagna, i nostri stand sono stati ubicati tutti quanti nel piazzale della Chiesa, questa scelta se da un lato ha messo in risalto la comune tipologia di attività, d’altro canto ci ha un po’ defilati rispetto al pubblico che percorreva preferibilmente Via Traforo; ma nel corso della giornata si può dire che anche noi abbiamo avuto un buon afflusso di visitatori.
L’allestimento degli stand è iniziato alle ore 8 e per quanto ci riguarda in meno di due ore tutto era sistemato; sotto il gazebo, che il gruppo pulizia sentieri di Borgone ci ha messo a disposizione, sono state montate le rastrelliere, forniteci dalla Scuola di intaglio, a cui si sono appese le grandi fotografie che illustravano le varie attività della Sezione: escursionismo, scialpinismo, pulizia sentieri, mountain bike.
Grande rilievo è stato dato al “Progetto Fugera”, infatti si voleva proprio dare visibilità all’impresa di ristrutturare il Casotto e farne poi un bivacco Cai. Sono stati appesi i disegni che illustrano come verrà rifatto il tetto e risistemato l’interno, sicuramente un’impresa ambiziosa per la nostra Sezione, che rappresenterà uno degli obiettivi di punta nell’ambito dei festeggiamenti che nel prossimo anno celebreranno il centenario della sua fondazione. In questa occasione è stata lanciata la campagna di raccolta fondi “ Aiutaci a ristrutturare la Fugera “ e già nel corso della domenica ci sono state alcune adesioni, ed a tutti quanti come ringraziamento del contributo offerto è stata regalata una simpaticissima scatolina di mentine recante il logo della campagna.
Il bel tempo ha favorito lo svolgimento della manifestazione e raccolto il consenso dei visitatori, da parte nostra siamo stato soddisfatti, lo scopo di dare visibilità alla nostra iniziativa è stato raggiunto, non ci resta che continuare.
Tiziana Ferraro
24 settembre
Monte Peyron
Una giornata perfetta, parafrasando il titolo di una canzone (A perfect day) di uno dei miei preferiti cantautori rock, Lou Reed. Tutto è stato perfetto per quanto riguarda l'escursione: la splendida giornata senza una nuvola, la temperatura mite, ideale per camminare, gli incantevoli panorami dell'alta Val Varaita con la parete sud del Monviso in evidenza, il volo di un gruppo di gipeti (ne abbiamo contati sei), che ci hanno accolto all'arrivo sul Col Rastel, esibendosi in spettacolari acrobazie, il villaggio occitano di Chianale, bello da percorrere con le sue case in pietra e i tetti in lose.
Unici nei, le condizioni del pullman, con diversa gente che si è lamentata per alcuni sedili ridotti in brutte condizioni, su cui era difficoltoso sedersi e, al ritorno, la coda prima dell'attraversamento di Sampeyre, dovuta alla fiera di San Michele, con traffico bloccato per più di un'ora.
Eravamo in 53, sold out. Avevamo infatti in lista d'attesa una quindicina di persone che non hanno potuto partecipare. Giunti a Chianale, prima di intraprendere l'escursione, una bella foto di gruppo e poi via. Sentiero ripido ma scorrevole, con pendenza regolare in un bel bosco di larici.
Giunti al bucolico Lago Torrette si arriva in una zona pascoliva, con un alpeggio e un bel gruppo di mucche di razza piemontese che staziona vicino al laghetto. Una dozzina di partecipanti decidono di fermarsi e non proseguire.
Dopo una pausa si riparte in direzione del Col Rastel. Il sentiero diventa più stretto, in alcuni punti fangoso e coperto di “buse” delle mucche, con alternanza di tratti ripidi e in piano, con radure pascolive. C'è pure una breve discesa prima di affrontare il ripido tratto finale in mezzo a una foresta di arbusti, coi gipeti che ci accolgono con le loro evoluzioni al nostro arrivo al colle.
Il Monte Peyron dista una decina di minuti dal colle Rastel. Una traccia molto evidente ci porta alla croce della cima, che offre un meraviglioso panorama sulle montagne della Val Varaita, e, in basso, sui borghi di Chianale e Pontechianale, col suo lago.
Una meritata pausa pranzo, in un ripiano appena sotto la vetta, una sosta di quasi un'oretta e poi, quasi malvolentieri, il ritorno, per lo stesso sentiero, al punto di partenza. Il tempo per una birretta o un caffè nei bar del borgo, con visita, da parte di diversi partecipanti, all'interessante Museo del Costume e poi il rientro a casa, con la coda nell'attraversamento di Sampeyre.
Alessandro Martoglio
5 ottobre 2023
Lavori Fugera
Oggi un gruppo di volenterosi è salito alla Fugera a continuare i lavori preparatori per la ristrutturazione. La mattinata è stata dedicata a portare l’acqua fino al casotto in modo che i muratori quando lavoreranno potranno disporre di questo bene prezioso.
Nello scorso intervento avevamo portato e sistemato due cisterne di raccolta: una nei pressi della Fugera e l’altra in prossimità della sorgente. Oggi abbiamo portato a spalle una motopompa e disteso il tubo che collega le due cisterne.
Montato il tutto e avviato il motore l’acqua lentamente ha incominciato a salire nel tubo sospinta dalla pompa ed è sgorgata nella vasca in alto.
Tutti contenti per quanto realizzato.
Chi non era impegnato in questo lavoro si è prodigato a ripulire il sentiero che dalla Fugera scende a Catteisard.
Alle 13,30 ci ritroviamo tutti intorno al tavolo con un bel piatto di pastasciutta fumante cotta per la prima volta nell’acqua del rudimentale ma funzionale “acquedotto”.
Prossimo appuntamento alla Fugera per finire di ripulire il sentiero che sale da Case Trucco e quello che conduce alla Ciarmetta e alla cava di marmo verde.
PS: l’acqua l’abbiamo anche bevuta e fino ad ora nessuno si è lamentato di dolori o disturbi gastrici... In realtà si è bevuto più vino che acqua...
Claudio Blandino
14-18 ottobre 2023
7 novembre 2023
Pulizia sentieri sopra l'Argiassera
Oggi è la giornata di “Puliamo il mondo” a cui il Comune di Bussoleno ha aderito coinvolgendo nella giornata di venerdì gli studenti e in quella di sabato le associazioni locali.
Noi del CAI abbiamo aderito pulendo quello che ci è più congeniale: i sentieri.
E così oggi ho festeggiato il mio compleanno... lavorando... o come dice mia moglie: “c’è chi per il compleanno va con moglie e figli in viaggio a Petra in Giordania e chi va con moglie e decespugliatore a Pietra Bianca sopra Bussoleno...”
Ma andiamo con ordine. Ritrovo al mattino in Piazza del Mercato per foto di rito con Volontari, Sindaco e Assessore (però almeno un caffè la giunta poteva offrirlo!!!). Poi si parte alla volta dell’Argiassera e ci si divide in due gruppi.
Uno sale e pulisce il sentiero di Pietra Bianca. Decespugliatore in testa, Alberto e Miriam rastrellano e spostano pietre, le due signore dietro tagliano arbusti e rametti laterali. Lavoro perfetto, manca solo la cera.
Peccato che non siamo riusciti ad ultimare l'ultima parte. Ci toccherà ritornare.
Gli amici bikers adesso possono divertirsi (consiglio: non passate tutti in centro sentiero ma anche ai lati così non si scava e si impedisce alla vegetazione di ricrescere). Speriamo che i cinghiali abbiano un po' di buon senso e vadano a scavare nei prati.
Il secondo gruppo pulisce la stradina interna dell’Argiassera alquanto intasata di arbusti e rovi (ma i residenti oltre a lamentarsi cosa fanno?), prosegue sul sentiero che sale ai Butalin e si ricongiunge con la strada di Pietra Bianca. Lavoro duro perché qui, vai a capire perché, i cinghiali si scatenano scavando, dissodando, capovolgendo pietre e muretti. Anche quì non si riesce a finire il lavoro e occorrerà un'altra mezza giornata.
Dopo 4 ore di duro lavoro ci si ritrova in sede CAI per mangiare insieme una po’ di antipasti e una pasta al pesto di zucca (scusate lo scioglilingua), finale con torta per festeggiare degnamente il mio compleanno.
Claudio B.
Il 18 ottobre siamo di nuovo in pista finendo il sentiero dei Butalin a Pietra Bianca.
Il 7 novembre invece si finisce l'ultima parte del sentiero che conduce al Lorano.
14 ottobre 2023
Margone-Malciaussia
A causa dell’impossibilità da parte dei pullman (anche piccoli) di raggiungere l’abitato di Margone, questa gita si svolge con mezzi propri, unito al fatto che la data è stata spostata di una settimana il tutto forse ha determinato una bassa adesione di iscritti infatti siamo14 escursionisti e 3 cani.
L’appuntamento è fissato alle ore 7 in piazza del mercato a Bussoleno, ma per quanti risiedono in bassa valle il ritrovo è direttamente a Margone dove alla spicciolata arriviamo tutti. Il tempo promette bene, ma al momento fa piuttosto freddo e c’è un’arietta che gela le orecchie.
Giorgio, come da programma, ha portato la macchina a Malciaussia in caso qualcuno non fosse intenzionato a percorrere la parte di sentiero prevista per il ritorno, recuperatolo siamo pronti a partire. Il sentiero che conduce al rifugio Cibrario parte direttamente dall’abitato e lo percorriamo fino ad incontrare i binari della ex ferrovia, in fila indiana e di buon passo affrontiamo la salita piuttosto ripida (tutto il dislivello si risolve in questo tratto) e in un’oretta siamo al punto in cui incrociamo il tracciato della decauville.
La temperatura si è addolcita e rimessi giacche e pile negli zaini seguiamo il sentiero pianeggiante che ci porterà a Malciussia, in molti tratti sono ancora ben visibili le rotaie, purtroppo spesso frane e valanghe nel corso del tempo ne hanno cancellato le tracce. Il percorso è molto panoramico la vista abbraccia la catena di montagne che dividono la Valle di Viù dalla Valle di Susa; non incontriamo difficoltà tranne che per un paio di punti in cui il sentiero è molto esposto ma é stato attrezzato con alcuni tratti di catene che lo rendono sicuro e anche l’attraversamento nel valloncello sotto la cascata é stato protetto con alcuni scalini metallici che ci facilitano il passaggio.
Dopo questo tratto percorriamo la parte più spettacolare, dove il sentiero è stato tagliato nella roccia fino all’imbocco della galleria, qui ci attrezziamo con le pile e la percorriamo senza difficoltà perchè il tempo asciutto ha evitato il formarsi delle pozze d’acqua che avevamo trovato la prima volta che avevamo provato questa gita. Arrivati alla fine del sentiero ultima difficoltà, due scalini di ferro ed un cavo ci permettono di scendere quei pochi metri e raggiungere in breve la strada asfaltata e in 100 metri siamo al lago, dove ci concediamo la sosta pranzo.
Per il ritorno si percorre il sentiero che inizia dall’altro lato della carrozzabile, io mi astengo, l’ho già fatto in senso opposto quando siamo andati a provare la gita, è ripido e non mi va di ripeterlo. Silvia mi fa compagnia e scendiamo in auto fino a Margone anzi l’allunghiamo fino ad Usseglio e ci concediamo una piacevolissima pausa caffè.
Tutti gli altri, con Giorgio in testa che fa da guida perché in alcuni tratti il sentiero si perde, percorrono il sentiero Gta che porta a Margone. Attraversando il ruscello emissario del lago si trovano al bivio e anziché percorrere la deviazione che sale alla strada asfaltata che in circa 2 chilometri porta al paese, quasi all’unanimità scelgono di seguire integralmente la traccia Gta che sale in modo deciso per arrivare al pianoro in cui si trovano i due laghi Falin ormai trasformati in un’unica torbiera.
Da qui il sentiero scende ripido, spesso ingombro di sassi e foglie fino a Margone, dove ci ritroviamo tutti appena fuori dall’abitato. Tutti commentano la ripida discesa ma sono molto soddisfatti dell’anello percorso.
Tappa ad Usseglio all’albergo ristorante dove optiamo per una merenda sinoira che conclude una bella gita ,un po’ particolare come percorso, ma molto apprezzata.
Tiziana Ferraro
21 ottobre 2023
Ferrata di Caprie
Ci troviamo Sabato 21/10 in circa una trentina alla partenza del sentiero che conduce alla “Ferrata Guido Rossa” un tempo anche chiamata “Ferrata della Rocca Bianca”.
Sono le 14, un orario un po’ insolito per una gita CAI... ben presto siamo tutti imbragati, longiati e pronti a partire ma subito inizia una leggera pioggia che in breve si trasforma in un bell’acquazzone.
Tra l’incredulità di tutti, viste le previsioni meteo che davano bel tempo, decidiamo di aspettare che smetta, quindi, dopo un breve consulto tra tutti i partecipanti, ci incamminiamo verso l’attacco della ferrata.
Veniamo premiati perché, dopo la prima parte un po’ bagnata e sdrucciolevole, la roccia si fa via via più asciutta e consente al gruppo sparso su tutta la ferrata di arrivare in cima, con un ultimo passaggio sul ponte tibetano da alcuni affrontato per la prima volta.
Qui, tempo di una chiacchierata nell’attesa di ricompattarci, prendiamo il sentiero del ritorno decisamente più scivoloso.
Brave le tre mascotte del gruppo, Arianna, Ettore e Dante che saltano come camosci vista la loro giovane età! Speriamo che continuino a seguire le tracce dei loro nonni!
Arrivederci alla prossima gita.
Silvia Galli
22 ottobre 2023
Lago di Afframont
E così siamo arrivati all'ultimo itinerario escursionistico previsto dal nostro programma gite del 2023.
Siamo giunti col pullman a Balme poco prima delle 10, accolti da Anna, già presente sul luogo e organizzatrice, con Mina, della gita, con una temperatura quasi invernale (4 gradi). Il tempo comunque è previsto bello fino al tardo pomeriggio, dopo i giorni di pioggia dei giorni precedenti.
Sulla sfondo, alla testata della valle, spicca la Bessanese con la prima neve autunnale. Si parte tutti imbacuccati. Ben presto si arriva alla deviazione segnalata per il Lago Afframont. Il sentiero si inoltra in un bosco di faggi, è piuttosto ripido e stretto, cosparso di foglie bagnate per la recente pioggia.
Un breve tratto pianeggiante ci permette di entrare nel vallone di Afframont, si guada con attenzione un torrente per giungere all'Alpe Roc Piat. Davanti a noi si presenta una balza ricoperta di rododendri che percorriamo per arrivare al pianoro dove sorge l'Alpe Pian della Ciavana.
Il sentiero ora affronta una seconda balza del vallone sopra la quale si presume che sia ubicato il lago meta della nostra gita. Il percorso, sempre ripido e sassoso, ci porta ad un colletto dove finalmente, dopo tanta ombra, siamo accolti dal sole, da cui intravediamo le baite della vicina Alpe del Lago, che precede di poco il lago di Afframont.
Il lago è molto suggestivo, quasi a forma di cuore ed è contornato da alcuni larici già in veste autunnale che si specchiano nelle sue acque. Abbiamo impiegato, con alcune fermate, poco più di due ore dalla partenza. Finalmente ci concediamo il pranzo al sacco e un meritato riposino al sole.
Dei 45 partecipanti siamo arrivati alla meta in 43; Tiziana, con Mina è giunta, malgrado la difficoltà del sentiero, fino all'Alpe Pian della Ciavana, sotto l'ultima balza.
La discesa è stata affrontata con prudenza, considerando le pietre umide e scivolose. Ci sono state alcune cadute, per fortuna senza conseguenze. Poco dopo le 15 eravamo tutti arrivati a Balme, dove , poco distante dal pullman, prima di tornare a casa, un bar ristorante, aperto, ci ha permesso di bere qualcosa e di stare al caldo, senza fretta, considerata l'ora. Nel frattempo il tempo è peggiorato e la nebbia ha cominciato a stazionare sulle montagne e anche sul versante da noi percorso.
Siamo stati fortunati.
Alessandro Martoglio
5 novembre 2023
Laigueglia-Cervo
E’ ancora buio, siamo in piazza del mercato, sono le 5:50 alle 6 si parte verso il mare, riviera di ponente.
Osvaldo Vair mi aspetta con l’elenco dei gitanti, lui ha preso le adesioni poi con rammarico scopro che non ci sarà a darci una mano, è ancora in mutua causa l’operazione alla spalla.
Due pullman partono da Susa e caricano i partecipanti lungo la valle, un altro carica a Bussoleno. Ci incontriamo a Sant’Antonino.
Non è facile destreggiarsi con tutti i partecipanti chi vuol stare con l’amico e chi ha l’amica sull’altro pullman ecc... comunque si riesce ad accontentare tutti, impieghiamo un’ora e venti a raggiungere Rivoli, siamo già in ritardo sulla tabella di marcia.
Io gestisco il pullman da 70 posti, Mina il pullman da 52 e una gentile Socia di Susa, Barbara Salino, gli lascio il compito più grave, il pullman doppio piano da 88 posti. Siamo in 190.
Il viaggio tutto bene, un po' di nebbia, è una gita autunnale, ma al mare ci accoglie una bellissima giornata un po' ventosa.
Scendiamo al parcheggio di San Bartolomeo, e in fila indiana, si fa per dire, raggiungiamo, seguendo il lungo mare, la piazzetta di Laigueglia dove la nostra guida, Marco Nebbiolo e la moglie ci aspettano. Bello spettacolo del mare, una forte mareggiata spazza la spiaggia e raggiunge il lungomare con un ribollire di onde.
Ancora una pausa nella piazzetta tipica ligure, per le signore al Bar, e si parte verso il colle “Colla Micheri” (162m) piccolissimo borgo molto suggestivo, per poi scendere al Castello di Andora, passando alla fontana romana, e infine attraversiamo il largo torrente sul fondo valle su un lunghissimo e ben conservato ponte romano, foto di ricordo e test del ponte, (ha retto per 2000 anni regge anche 190 persone).
Si riprende il sentiero e in circa un’ora e mezza di salita si arriva al Colle Cervo (circa 500 m ), dove ci sistemiamo in affratti al riparo dal vento, leggermente freddo, per la pausa pranzo. La salita ha frammentato la carovana su tutto il percorso, nonostante le radio spesso ho dovuto andar avanti indietro per indirizzare i gitanti sul percorso corretto.
Un’ora di pausa e i freddolosi si apprestano alla discesa. Si riprende la discesa verso Cervo. Il sentiero percorre il costone che divide Laigueglia da Cervo, raggiungiamo il monte Chiappa, (541 m) molto panoramico, panorama sul mare e sui paesi della costa, Alassio, Laigueglia, Cervo, San Bartolomeo, isola Gattinara, ecc...per poi scendere attraversando il Parco Comunale del Ciapà.
Ancora una volta siamo molto frammentati, ben sovente ci fermiamo per raggruppare la carovana. Siamo parecchio in ritardo, appuntamento alle 16.00 al bar della stazione ma a quell’ora non siamo ancora a Cervo, ancora mezz’ora e i primi raggiungono il paese medioevale di Cervo, con i vicoli e le caratteristiche gradinate che scendono verso il mare, molto bello.
Ancora una foto di rito sui gradini della chiesa di Cervo e raduno al bar della stazione, per poi alle 5:30 raggiungere i pullman e ripartire verso casa. Siamo in ritardo di un’ora gli autisti sono un po' preoccupati perché sforeranno il loro tempo di guida.
L’escursione è stata di 600 m circa di dislivello, con un totale di 13 Km di percorso.
Hanno aderito le Sezioni di Bussoleno 60 adesioni, Alpignano 35, Susa 24, Giaveno 18, Chiomonte 13, Rivoli 8, Almese 6, Coazze 4, Cai Uget Torino 4, Caselle 2, Pianezza ..., 2 non classificati,(ci è sfuggita la sezione di appartenenza) e 12 Non Soci. Totale 190.
E’ stata una bella escursione eravamo, da lato logistico eravamo in pochi organizzatori a contenere tutti i partecipanti, comunque è andata bene, non abbiamo perso nessuno. Un ringraziamento particolare a Marco Nebbiolo e alla moglie che hanno fatto da guida.
Alla prossima.
Osvaldo Plano
12 Novembre 2023
Giro del lago di Candia
Un bel sole autunnale basso sull’orizzonte delle Alpi Occidentali, le nostre ombre allungate sui campi in parte preparati per il riposo invernale ed altri coltivati con le cime di rapa ancora da raccogliere, l’aria molto frizzantina ma limpida e lavata dalla pioggia del giorno prima concludono il percorso ad anello del lago di Candia effettuato domenica 12 Novembre.
Un percorso veramente alla porta di tutti, pianeggiante con pochi sali-scendi, tra boschi pregni dei colori autunnali, tra strade agricole sterrate e tratti asfaltati passando per i paesi, facili sentieri, qualche selciato (ed un mini anello in single-track ....per chi l’ha voluto sperimentare) che ha toccato a metà strada il lago di Candia, sede di sport lacustri con tanto di Associazione Canottieri, all’interno dell’omonimo parco naturale che è anche stato il primo parco provinciale italiano.
Una bella gita, abilmente pianificata (da chi non riusciamo a controllare) anche nel meteo che, dopo qualche goccia durante il trasferimento in auto per arrivare alla zona di partenza della ciclistica, ci ha lasciato divertire, lontani dal tran-tran quotidiano.
Grazie a tutti per la simpatia.
Fabiano
16 novembre 2023
Pulizia sentiero difficile della Fugera
La "banda della motosega" è di nuovo all'opera.
Oggi salita alla Fugera per svuotare le cisterne dell'acqua onde evitare che con l'arrivo dell'inverno l'acqua geli e i contenitori si rompno. Finito il lavoro abbiamo pulito il sentiero che sale alla cava di marmo.
Poi pranzo alla Fugera con l'ottima pasta preparata da Cens e un seguito di altre leccornie portate dai partecipanti e condivise sullo sgangherato ma utilissimo tavolo esterno.
Nel pomeriggio discesa dal sentiero difficile che conduce a Falcemagna. Il percorso è molto ripido ed in alcuni tratti particolarmente ingombro di pietre, arbusti e alberi secchi crollati.
Lavoro lungo e difficoltoso che si protrae fino al tramonto. Bella giornata trascorsa in buona compania facendo qualcosa di utile.
La "banda della motosega" cerca sempre nuovi amici con cui condividere tempo e fatica. Perchè stiamo scaldando i motori per la ristrutturazione della Fugera che si farà in primavera.
PS: se leggi e non hai ancora provveduto puoi aiutarci in due modi: partecipando ai lavori e/o domando un'offerta per coprire le spese che dovremo sostenere per aggiustare la Fugera.
19 novembre 2023
Usseglio - Pranzo sociale
A conclusione della stagione delle attività della nostra sezione, come di consueto si è svolta a Usseglio la giornata dedicata al pranzo sociale e alle premiazioni dei soci che hanno conseguito il 25esimo e 50esimo anno di iscrizione alla sezione Cai Uget di Bussoleno.
Alle 8.00 del mattino siamo partiti da Bussoleno, raccogliendo durante le solite fermate, un nutrito gruppo di soci festanti ed entusiasti. Altri gruppi hanno raggiunto Usseglio in auto. In totale 64 partecipanti che per pregustare col giusto appetito il ricco menù del pranzo, arrivati a Usseglio si sono incamminati lungo un itinerario ad anello molto suggestivo fra muretti a secco e numerosi allestimenti con vari soggetti sugli alberi e fra i muretti in legno scolpito e in pietra dipinti a mano.
L'escursione seguiva inizialmente, il fianco sinistro della Stura di Viu' e attraversava alcune frazioni come Villaretto, Cascine e Cortevizio per ritornare poi costeggiando il fianco destro al ristorante Furnasa dove si è consumato il pranzo a base di antipasti, gran bollito e dolce, preceduto dalle premiazioni e dal discorso del Presidente che ha illustrato il programma escursioni e ferrate del prossimo anno e gli eventi che caratterizzeranno i festeggiamenti per il centenario dalla fondazione della nostra sezione.
Al termine il rientro in valle con la speranza che una copiosa neve nei mesi a venire ci faccia finalmente calzare le ciaspole per fare fantastiche escursioni insieme. Un grazie a tutti coloro che si sono prodigati a organizzare la giornata!
Osvaldo Plano
22 novembre 2023
Pulizia sentiero da Fraz/ne Cristetti al Palin
Questo intervento è stato richiesto dal Parco, perché, dopo parecchi solleciti nel corso degli anni, con il Comune e il Parco, sembra che si avvia (non diciamolo forte) un progetto per realizzare un percorso trattorabile decente per raggiungere l'alpeggio della Balmetta ma utile anche al gestore del rifugio Amprimo per gli approvigionamenti e a noi per le manutenzioni al rifugio.
Il Parco si è impegnato a produrre il progetto che sarà inserito in un bando regionale. A giorni il Parco effettuerà il rilievo topografico, quindi aveva bisogno che il sentiero fosse pulito e ben evidente, avendo un solo operaio, ha chiesto al CAI se potevamo realizzare la pulizia.
Ci è voluta una giornata di lavoro in sette volontari, Giorgio, Gianpaolo, Valerio, Mario, Cens, Fiorenzo, io e tre motoseghe. Il percorso era parecchio chiuso da alberi e arbusti, da anni non era più frequentato ora è ben evidente.
Sale a sinistra della Fontana della Gerpula raggiunge la Fraz/ne dei Cristetti e in leggera salita va ad intersecarsi a monte con il sentiero 510b, classico sentiero di salita al rifugio con partenza da l’Airassa.
Sperando che il lavoro fatto porta dei buoni frutti, ringrazio i volontari che, come sempre, hanno risposto alla chiamata.
Osvaldo Plano