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 Programma gite 2025    

Gite Intersezionale 2025 

Bivacco Orsiera - CHIUSO. Ritirare le chiavi presso il "Ristorante delle Alpi" ai Giordani di Mattie.

Eventi

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ANNO 2022
Relazione di tutte le gite

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20 gennaio 2022 -- Pulizia sentiero Eremita
Iniziamo il 2022 con l'unica attività che questa pandemia ci consente: la pulizia dei sentieri.
In attesa di tempi migliori con possibilità di fare escursioni e viaggi proseguiamo con la sistemazione dei sentieri. Oggi siamo andati a dare una ripulita al sentiero che da Case Trucco sale a Catteisard e poi attraversa all'Eremita.
Alberi secchi sono caduti sul percorso e la segnaletica bianca/rossa è gia un po' sbiadita. Sono ormai passati due anni da quel lontano 6 febbraio 2020 quando pulimmo il sentiero dopo anni di abbandono. Allora si iniziava a parlare di Covid ed inizio pandemia, adesso parliamo di attesa della fine pandemia. Speriamo in bene.....
In alcuni punti grandi alberi secchi sono caduti sul sentiero, il tronco viene rimosso e con la parte più grande e dritta costruiamo alcune rudimentali panchine. Dopo tre ore di lavoro raggiungiamo la fontana Beneita dove ci fermiamo a mangiare un panino, poi ultima fatica e siamo all'alpeggio ormai diroccato dell'Eremita.
Rientro veloce con l'occhio attento ad individuare nuovi sentieri e nuovi percorsi. Arriviamo all'auto che il sole è tramontato, l'ultimo raggio illumina l'Orsiera e in fondo valle si accendono le prime luci.
Oggi eravamo in 7 e abbiamo scaldato i motori.... Se il meteo e il Covid permetteranno presto si metterà in cantiere una nuova uscita a cui naturalmente siete tutti invitati.
Claudio

30 gennaio 2022 -- Trois Freres Mineurs
Gita Sociale - Sci e Ciaspole in Francia. Col des Trois Freres Mineurs
Finalmente ... con le dovute regole ... si torna a stare insieme!!!
Tanta la voglia di muoversi e di riprendere le attività con gli Amici della sezione CAI. La prima uscita sociale dell’anno 2022 sulla neve parte alla grande: 26 gli iscritti totali: 15 sciatori e 11 ciaspolatori.
Raggiunto il Monginevro, alle 8:30, prova Artva cancelletto gestita dal sempre efficiente Giorgio e via. Si parte tranquillamente sci, ciaspole o ramponcini ai piedi, l’innevamento è continuo anche se non abbondantissimo fino alla nostra meta. Salita lunga, però assolutamente priva di difficoltà e in un ambiente decisamente molto piacevole nonostante si sia a due passi dagli impianti di Monginevro.
Tutti i partecipanti sgranati lungo il percorso raggiungono il colle con il sorriso e grande soddisfazione.
Visto che tirava un bel venticello, ci si sposta in una conca riparata, dietro ad alcune roccette per la meritata e rilassante pausa pranzo.
I ciaspolatori scendono dal percorso di salita, invece gli sciatori discutono sul versante migliore per non incappare nell’errore di dover “spingere” nel fondo valle. Neve un po’ di tutti i tipi e molto variabile, mai bellissima ma nemmeno bruttissima, comunque sempre sciabile fino al parcheggio.
Tutto il gruppo si ricompatta al parcheggio, ci si saluta con qualche biscottino ed un Brindisi alla Prima sociale del 2022!
Grazie a tutti i partecipanti ed alla prossima
Sissi Ainardi
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Domenica 30 Gennaio prima gita del programma, speriamo quest’anno ci siano meno restrinzioni da poter a mettere in moto l’attività delle gite.
Ritrovo in piazza del mercato a Bussolenoalle 7, qui c’è il primo cancelletto di accesso alla gita, controllo del Gren Pass si parte, qualcuno del gruppo si trova direttamente al Monginevro. Siamo un gruppo misto, ora va di moda anche nella politica, chi con le ciaspole e chi con gli sci., siamo in 26.
Alla partenza al Monginevro difficile sottrarsi al secondo cancelletto di Giorgio, controllo dell’Artva, finalmente siamo liberi di proseguire. L’innevamento sembra primaverile, neve dura ghiacciata, per fortuna la stradina di accesso al Vallone di Baisses è innevata ci permette di mettere subito ai piedi gli sci e le ciaspole, alcuni i ramponcini.
La temperatura è intorno allo zero, non eccessivamente freddo, nonostante che cadiamo nei giorni della Merla, sarà il cambiamento climatico che si fa sentire, la giornata è bellissima e il cielo terso.
Salendo il vallone si apre un bellissimo panorama, sulla destra la cima dello Chiaberton e la Pointe des Rochers Charniers, alle nostre spalle un immensa catena di montagne con al centro la piramide del Roche de Rocbrune.
Non siamo soli, una lunga fila di sci alpinisti affronta la salita del Rochers Charniers, e parecchi altri hanno la nostra meta, il vallone è un brulicare di persone.
Arriviamo tutti al colle, tira un venticello freddo il che ci fa desistere a rimanere ci abbassiamo un pò sotto il colle per uno spuntino, poi il gruppo ciaspole inizia la discesa sulla traccia di salita., invece il gruppo di scialpinisti sale un colletto per scendere nel vallone parallelo, la neve non è bellissima è un pò dura e crostosa ma sciabile.
La discesa su questo versante ci porterà ad icrociare le piste di sci del Monginevro, terminiamo così la gita con una divertente discesa che ci porterà direttamente con gli sci ai piedi alle auto. Sono le 14:30 si conclude la giornata con una bevuta accompagnata da taralli e dolcini offerta dall’organizzatore Francesco e Sissi, soddisfazione in tutto il gruppo per la bella gita.
E soddisfazione anche da parte nostra perchè si è riusciti a portare nel gruppo un pò di facce nuove, sopratutto giovani, speriamo che ci sia un seguito.
Grazie a tutti.
Osvaldo Plano

4-9 febbraio 2022 -- Pulizia sentieri
Prima il fuoco ed ora il vento hanno contribuito a trasformare il versante soleggiato della nostra montagna in un immenso cimitero di alberi.
Il gigantesco incendio del 2017 ci ha lasciato in eredità intere foreste di tronchi secchi e spogli che regolarmente il vento abbatte in numero sempre maggiore.
Il forte vento della scorsa settimana ha amplificato il fenomeno riempiendo strade montane, mulattiere e sentieri di tronchi e rami.
In questi giorni Vigili del fuoco, squadre AIB ed anche i nostri volontari hanno lavorato duramente per ripristinare la viabiità.
In particolare il giorno 4 febbraio si è ripristinato il sentiero Catteisard - Meisonasse e il 9 febbraio si è sgomberato il sentiero che da Pietra Bianca sale a Barma Bruna.
Come sempre un grazie "all'allegra brigata della motosega selvaggia".

18 febbraio 2022 -- Pulizia sentiero Fraita
Oggi pulizia del tratto di sentiero dalla Rouseera a grangia Fraita. Come sempre il vento ha fatto strage di alberi secchi dell'incendio.
Chiusura dei lavori nella baita di Paolo e Claudio con ottimo pranzo. Alla prossima.
Osvaldo
Bello! Sono felice di questo lavoro che si sta facendo sui sentieri; per me è come se coloro che li hanno faticosamente creati, da lassù ci guardano e approvano e sorridendo ci ringraziano perchè prendendocene cura continuiamo ad onorare la loro memoria e il loro lavoro.
Cosimina

20 febbraio 2022 -- Col de la Buffere
Seconda gita di programma, da informazioni avute sembrava che in Francia ci sia stata più neve, ed eccoci ad oltrepassare il confine alla conquista della poca neve rimasta, scopriamo con rammarico che anche qui la neve è scarsa.
Siamo in 14, sono circa le 9:00, armati di sci e ciaspole partiamo dal parcheggio di Nevache, per fortuna la strada è innevata (ghiacciata) e ci permette di mettere subito gli sci ai piedi.
La giornata promette bene la temperatura è intorno allo zero, non fa molto freddo e c’è un bellissimo sole che ci accompagnerà tutta la gita.
Saliamo per la strada coperta da neve durissima e ghiaccio e ogni tanto a chiazze di asfalto, i prati spogli dalla neve ricordano le sci alpinistiche primaverili.
Arrivati al Pont du Rately, seguiamo la stradina innevata che si arrampica nel bosco, sarà la parte più impegnativa della discesa, sembra una pista da slittino ghiacciata, fuori dal bosco, il vallone si allarga in un bellissimo altipiano che ci porta al Refuge de Buffère, qui la neve è più presente.
Piccola pausa e si riprende in leggera salita sull’ampio vallone con un incantevole panorama, lasciamo sulla destra altri ciaspolatori e sci alpinisti che salgono alla Créte de Baude, noi proseguiamo dritti verso la nostra meta che scorgiamo in alto a destra della imponente cima Grand Area.
La traccia sale a zig zag fino a raggiungere il colle de la Buffère, come si immaginava, nonostante il bel sole c’è vento e fa freddo, ci si prepara velocemente per la discesa per poi fermarsi un pò più in basso per uno spuntino.
Ripresa la discesa per gli sciatori la neve non è il massimo della goduria, crostosa, ventata e ghiacciata, comunque è stata una bella gita, per il tempo, per la compagnia e per la focaccia finale offerta dall’organizzatore Franz e Sissi e in più abbiamo festeggiato il compleanno di Massimo Fornier che ha contribuito abbondantemente a incrementare cibarie e bevande.
Osvaldo Plano

I gruppi di pulizia sentieri di Borgone e San Valeriano
Il 21/01/2020 si è costituito a Borgone di Susa, con il benestare dell’Amministrazione Comunale, un gruppo di pulizia sentieri di cittadini che, frequentando i sentieri del proprio paese e osservando l’incuria e lo stato in cui versavano, hanno deciso di non essere più solo “spettatori sconsolati” ma di diventare protagonisti attivi della rinascita della montagna a “monte” di Borgone e non solo. Si, perché nel corso di questi 2 anni il gruppo non si è limitato a ripulire i soli sentieri di paese ma in una giusta visione di continuità di percorsi hanno esteso la loro opera in quei tratti che proseguivano nei comuni limitrofi per un totale di 22 km, col risultato di avere in questo momento una vasta e panoramica rete sentieristica che si estende tra i comuni di Borgone, San Valeriano, San Didero e Condove e che è fruibile anche nei mesi freddi, in quanto esposta completamente al sole.
Erano inizialmente in pochi ma armati, oltre che di decespugliatori e motoseghe, di un grande entusiasmo e determinazione che in poco tempo ha contagiato altri volontari, fino ad arrivare a contarne 28 effettivi.
Ogni giovedì tempo permettendo si ritrovano e raggiungono i sentieri dove intervenire e a fine lavoro per celebrare la soddisfazione dei risultati raggiunti, c’è sempre il cosiddetto “terzo tempo”: un momento conviviale dove progettare tra una merenda e l’altra i prossimi lavori.
Di questo gruppo fanno parte anche alcuni iscritti della nostra sezione fra cui la sottoscritta che si occupa di apporre sui sentieri la segnaletica orizzontale, mentre quella verticale è in corso d’opera e provvisoria, in attesa della definizione del procedimento di accatastamento al Catasto Regionale dei Sentieri, avviato e fortemente voluto in collaborazione con i comuni di Borgone, Condove, Caprie, San Didero e Bruzolo.
A questo gruppo se n’è aggiunto in seguito un altro formato da residenti nella frazione di San Valeriano che si sono occupati della zona più di loro competenza.
In due anni, i due gruppi, non solo hanno ripulito e curato la manutenzione dei sentieri esistenti ma hanno svolto anche un eccezionale lavoro di recupero di sentieri ormai persi perché nascosti fra la vegetazione che in anni di abbandono è cresciuta rigogliosa. Un lavoro pianificato con una ricerca accurata su mappe catastali e anche fatta di “memoria storica” grazie ai ricordi di coloro che abitavano i borghi montani e fin da bambini percorrevano quei sentieri di collegamento.
Il gruppo pulizia sentieri di San Valeriano ha reso nuovamente percorribili i seguenti sentieri:
Villavecchia/ Borgata Costa;
Costa/Strada per Gandoglio;
Sterrata Uliveto Ainardi/Bivio Segnale
Accessi superiore e inferiore Uliveto Ainardi;
Cappella San Valeriano/Antenne Gandoglio;
Accesso superiore e inferiore Falesia la Sentinella;
Cascina Ivol/ San Valeriano;
Sentiero Falesia Rainbowall;
Panoramica del lavatoio Gandoglio fino all’innesto mulattiera Gollie/Molere;
Tratto dal lavatoio all’innesto con l’antica mulattiera per Frassinere;
Antica Strada comunale Borgone/Frassinere da Gandoglio alle 4 strade passando per l’Uliveto Enrietta;
Mulattiera Gollie/Molere;
Sentiero San Valeriano/Molere
Tratto salita Salto della Lesa;
Sentiero per le placche di San Valeriano;
Sentiero dalla Roccia delle mole direzione Condove fino al Truc del Carlevè.
Il tutto per un totale di circa 10.200 metri lineari (da GPS) di sentieri bonificati.
La Cava/Falesia Zia;
Falesia Zia/Casa Ronchi, Falesia Zia/Chiampano, Falesia Zia/Carrozzale;
Uliveto Rossetto/Chiampano, Chiampano/Bivio Rocca Furà, Bivio Rocca Furà/Roc;
Cavanat/Maometto;
Chiampano/Rocca Furà/ Achit;
Anello Basso Uliveto Rossetto/Chiantusello;
Chiampano/Achit/Casa Rossa;
La Cava/Poietto;
La Cava/Chiampano lato Est;
Chiantusello Superiore sentiero terminale;
Bivio Rocca Furà/Achit/Pilone Tuet/ Fontana Tuet/strada Rouru;
Pilone Tuet/Case Roccabruna/ Vianaudo;
Roccabruna/Rocca Furà;
Casa Giuliano/Rouru;
Villavecchia/Fiacet;
Rocca Furà/Roc/rocca Penna;
Airassa/Bivio Fiacet/Roc;
Chiantusello Superiore/Bivio Fiacet;
Maffiotto/bivio Prarotto/Miloro;
Roccabruna/Roc;
Uliveto Rossetto/Rocca Penna e collegamento Roccabruna/Roc con Rocca Furà e Roc verso Airassa;
Ulivi/Diretta Roccabruna;
Rouru/Toto;
Gerbi/Toto;
Maffiotto/Ghi/Miloro;
Louet/Fiacet;
Vigne del Roc Fiacet.
Montemurro Cosimina

27 febbraio 2022 -- Escursione sui sentieri e le borgate di Borgone e Condove
Domenica 25 febbraio 2022, non si è potuto effettuare la prevista escursione in Liguria, causa ordinanza di divieto di percorrenza dei sentieri per la peste suina. In sostituzione abbiamo deciso per un giro ad anello sui sentieri recuperati e ripuliti dal gruppo di pulizia sentieri di Borgone e San Valeriano.
Alle ore 9 di una giornata soleggiata ma piuttosto fresca, dal parcheggio del cimitero di Borgone siamo partiti con destinazione Villavecchia dove in prossimità del lavatoio abbiamo imboccato la strada che sale a Gandoglio per poi, dopo poche decine di metri , deviare sul sentiero di destra che porta a Borgata Costa e che costeggia un anfiteatro di vigneti.
All'altezza di un fontanile ci siamo inerpicati sul sentiero che passando tra le case, sfocia sulla strada per Gandoglio che abbiamo percorso per un centinaio di metri, per poi immetterci sulla sterrata che a destra porta all'uliveto Ainardi e da dove a destra partono i sentieri che portano a Gandoglio e San Valeriano.
Preso quello direzione Gandoglio e giunti alla borgata abbiamo imboccato l'antica mulattiera per Frassinere che costeggia l'uliveto Enrietta fino ad arrivare al cosiddetto " incrocio delle 4 strade " da dove parte il sentiero che conduce a Frassinere.
Giunti a un bivio abbiamo tralasciato il sentiero di sinistra e continuato su quello che porta alla località "7 strade", con una sosta panoramica al "Salto del Francese ".
Giunti all'incrocio delle 7 strade abbiamo preso il sentiero che a sinistra sale verso la Borgata Colombatti e da qui il sentiero che tornando verso la direzione di Borgone, sale fino a Braide e a Combe dove abbiamo finalmente consumato il pranzo.
Ripreso il cammino, ci siamo diretti su un bel sentiero quasi di cresta tra boschi di faggi che giunge a Borgata Airassa e all'altezza del bivio del pilone abbiamo preso la carrozzabile che scende a Vianaudo prima e termina a Miloro.
Da Miloro siamo scesi su una mulattiera che passando per Gerbi e Rouru giunge fino ad un'altra borgata chiamata Achit con una bella cappellina dedicata a Santa Lucia e da qui sulla mulattiera dei Burraciu fino a Chiampano e a Borgone, chiudendo così l'anello. Il dislivello totale , mai faticoso, è stato di 900 m.
Con un tempo di percorrenza, incluse varie soste e il pranzo di circa 6 ore.
Partecipanti all'escursione 26.
Cosimina Montemurro

6 marzo 2022 -- Monte Fourchon
Questa volta la scelta di un percorso invernale al di fuori della nostra Valle ripaga con soddisfazione i partecipanti alla gita.
Gita impegnativa e con dislivello che convince solo 7 arditi Scialpinisti ... Ci si trova alle 7 del mattino a Bussoleno e via!
Raggiungiamo la valle del Gran San Bernardo, il Mont Fourchon è una delle vette di confine nella lunga costiera che dal Grand Golliat arriva sino al Colle del Gran San Bernardo.
Lasciamo le auto (accodate ad una lunga fila di scialpinisti più mattinieri di noi), nel punto in cui la strada non viene più sgombrata dalla neve durante la chiusura invernale, ed iniziamo l'escursione incontrando altri gruppi diretti alle innumerevoli mete offerte dalla zona.
Procediamo sulla strada innevata ed imbocchiamo la pista forestale che in leggera salita costeggia i caseggiati di La Tuette (1778m) e poco oltre passa al di sotto del viadotto del Tunnel del Gran San Bernardo.
Decidiamo di non proseguire sulla strada, ma di scendere leggermente sul fondo del vallone per poi risalire il ripido canale situato al centro della valle. C'è poca neve, ma sufficiente per farci raggiungere rapidamente la spianata di Fonteinte. Abbandoniamo la strada per procedere in direzione nord puntando la caratteristica torre rocciosa conosciuta come Tour des Fous.
Lasciata a sinistra la Tour proseguiamo verso l'Alpe Baou (2369m) per poi arrivare all'ampia conca finale. Qui il paesaggio è meraviglioso, la giornata è splendida anche se piuttosto fredda, dopo una breve pausa continuiamo la salita con un susseguirsi di dossi ed avvallamenti prima di virare verso sinistra per attaccare l'ultimo breve tratto. Lasciamo gli sci poco sotto la vetta (2906m) e raggiungiamo la punta a piedi. Il panorama è mozzafiato, scattiamo le foto ricordo e ci complimentiamo con i compagni.
Scendiamo per la via di salita e troviamo la neve piuttosto divertente. Tanto divertente che almeno nel primo tratto, la discesa la facciamo piuttosto velocemente ... Dopo la spianata di Fontainte, purtroppo i pendii non hanno più l'innevamento sufficiente e decidiamo di percorrere la strada innevata che ci riporta tranquillamente alle auto. Benvenuto a LELE che nonostante fosse alla sua seconda gita dell'anno è andato alla grande e un Grazie! a Franceschina Tolu, istruttore regionale, per il supporto nell’organizzazione e per aver offerto a tutti la birra all’arrivo!!!
Sissi Ainardi

10 marzo 2022 -- Pulizia sentiero - Meisonasse-Eremita
L’appuntamento è in sede Cai alle 8:30 per rifornirci di benzina e olio per le motoseghe, caricate le attrezzature si parte alla volta di Case Trucco. Siamo in 8, Io, Gian Paolo, Paulin, Cens, Mauro, Alessio, Mario, Alberto, 5 cani e 4 motoseghe, la meta è l’Eremita.
Saliamo alla Tavola di Orientamento, per poi dirigerci verso l’alpe Meisonasse e scendere per prendere il sentiero 537 che sale all’Eremita.
Così la parte più impegnativa l’affrontiamo al mattino che non siamo ancora tanto stanchi. Appena entriamo nelle faggete iniziamo a incontrare faggi ammassati di traverso sul sentiero, anche qui il vento si è fatto sentire e ha schiantato parecchi alberi lungo il percorso. Il coro di quattro motoseghe si fa sentire nel Vallone dell’Orrido di Foresto. Si procede così fino alpe Eremita dove ci fermiamo per uno spuntino e una piccola pausa.
Appena lasciata l’Eremita un grande pino silvestre ci sbarra la strada, in 20 minuti è a pezzi e il sentiero è di nuovo sgombro, si procede verso fontana Beneita. Dopo esserci dissetati alla fontana avanziamo ancora verso Cà Tissard ripulendo il sentiero da rami, noccioleti e qualche pino secco sradicato dal Vento.
Piccola variante sul sentiero che scende verso le Meisonasse, avevamo visto l’ultima volta che il sentiero era sbarrato in più punti da faggi caduti, era parecchio sporco, sistemato anche questo.
Ormai è tardo pomeriggio non ci resta che prendere la via di casa.
A Cà Tissard ci dividiamo, in quattro sulla via diretta a Case Trucco, altri quattro verso il collle del Trucco San Martino (tavola di Orientamento) così abbiamo monitorato anche questi due sentieri.
Ci ritoviamo alla Sede del Cai per scaricare gli attrezzi, bere un bicchiere di vino e complimentarci a
vicenda per il lavoro fatto. Questo era un percorso che ci preoccupava, ma l’abbiamo risolto in gior-
nata, siamo più che soddisfatti.
Grazie alla banda degli allegri boscaioli, alla prossima.
Osvaldo Plano

19 marzo 2022 -- Escursione al chiar di luna
Sabato 19 Marzo escursione al nostro Rifugio O. Amprimo in collaborazione con la Sezione di Susa.
Qualche sparuto fiocco di neve, praticamente impercettibile e giunto oramai al suo ultimo momento di gloria.
Una luna praticamente piena, mascherata dietro qualche nuvola e qualche albero ancora senza chioma. Diciannove associati, compreso un new entry ed un’associata del CAI di Ciriè.
Questi sono una parte degli ingredienti che hanno allietato la camminata notturna (un’oretta giusta giusta, in discesa) dal nostro rifugio all’Airassa: 350 metri in dislivello e circa 3 km di camminata pieni di allegria e chiacchiere tra amici che hanno chiuso l’escursione iniziata poco prima delle 17 da Bussoleno, con la salita, prima in auto, sempre sino all’Airassa, e poi a piedi passando da Gros, Cristetti, le Ciome,Palin Rifugio.
Tra la salita e la discesa occorre non dimenticare l’intermezzo conviviale, graditissimo e preparato con abilità da Enzo (che ha pure apertamente divulgato la ricetta delle sue crostate) e dai suoi collaboratori.
Un arrivederci a presto da Fabiano!
Fabiano Aletto

27 marzo 2022 -- Pulizia mulattiera - Giordani-Combe
Uscita pratica per manutenzione sentieri.
La SOSEC del Gruppo Regionale, (Struttura operativa Sentieri e Cartografia Piemonte), in collaborazione con l’intersezionale Val Susa -Val Sangone, ha organizzato un corso per operatori di manutenzione sentieri riservato ai Soci, ed ha chiesto alla nostra sezione di organizzare l’uscita pratica sul nostro territorio.
La finalità del corso è quella di creare persone idonee alla segnaletica ed alla manutenzione dei sentieri, altro obiettivo quello di dare a tutti i partecipanti le nozioni necessarie per una corretto intervento. Il corso si è svolto in due momenti, il primo teorico con una lezione in teleconferenza in Sede a cui hanno partecipato 11 Soci, il secondo momento è l’uscita pratica su un sentiero promosso dalla nostra Sezione.
Il Sentiero che abbiamo scelto è il sentiero che dai Giordani (685m) raggiunge la frazione La Comba (1404m). Domenica mattina ci diamo appuntamento in P/zza del mercato, consegnamo gli attrezzi a chi ne era sprovvisto e ci dividiamo in 2 gruppi, uno salirà dai Giordani il secondo scenderà dalla Frazione Comba. Siamo in 21 Soci partecipanti di cui 2 di Pinerolo, 2 di Orbassano 2 di Avigliana, 1 di Almese e 14 di Bussoleno.
La pulizia dell’itinerario è stata abbastanza impegnativa, perchè anche qui parecchi alberi erano schiantati dal vento sul sentiero, le motoseghe si fanno sentire nel vallone del Rio Gerardo, diamo qualche dritta a chi era nuovo del mestiere e insegnamo come si procede per una corretta pulizia e segnaletica di sentieri.
Alle 14:30 circa, ci incontriamo a monte delle case Cugno Riffero, e ci dirigiamo verso la frazione La Comba dove tutti radunati facciamo la foto di gruppo, per poi dirigerci al Rifugio Amprimo dove Enzo, il gestore, ha preparato la polenta e spezzatino e un dolce per rifocilarci dopo il duro lavoro.
Tutti erano soddisfatti dell’uscita anche se un pò impegnativa, 750m di dislivello fatti lavorando, i soci esterni a Bussoleno si sono complimentati per l’impegno intrapreso dalla Sezione e si sono dati disponibili per prossime uscite, direi che è sta una bella esperienza condivisa.
Osvaldo Plano

24 aprile 2022 --Langhe - Sulle colline di Fenoglio
Dopo oltre due anni ritroviamo, speriamo definitivamente, i pullman di Bellando per una gita sociale fuori dai confini della Valsusa, destinazione le Langhe e, per festeggiare, conclusione in bellezza con merenda sinoira presso un agriturismo di Santo Stefano Belbo.
Il pullman è completo nei suoi 40 posti.
La partenza dell'escursione avviene da Treiso, destinazione Rocchetta Belbo. Il cielo è inizialmente coperto, con spiragli di sereno, ma nel corso della giornata è atteso un ulteriore miglioramento che sarà confermato nei fatti, col sole che ci riscalderà nel pomeriggio. Rispetto alle nostre parti il giorno precedente ha piovuto con minore intensità per cui abbiamo trovato un po' di fango sui sentieri solo in certi tratti.
La prima parte dell'itinerario (circa 17 Km. complessivi) si svolge su un crinale molto panoramico in mezzo ai vigneti, dal quale possiamo individuare parecchi paesi langaroli, Possiamo anche ammirare sotto di noi la voragine di calanchi denominata Rocche dei sette fratelli per una leggenda popolare del luogo. E' un continuo saliscendi. A un certo punto, nei pressi di una borgata, dopo circa 3 Km. di cammino, siamo affiancati da un simpatico e affettuoso cagnolino (un tabui, un cane da tartufo)che ci accompagnerà., o meglio ci precederà, prendendo sempre la giusta direzione ai diversi bivi, fino a San Bovo (9 Km. dopo), dove verrà riconosciuto da persone che l'avevavo già incontrato il giorno di Pasqua e dove, per fortuna, si fermerà. Il paesaggio, dopo, questo incontro, cambia; i vigneti si diradano e ci inoltriamo tra noccioleti e alcuni tratti di bosco. Si superano delle piccole frazioni isolate.
Si arriva dopo un tratto di salita su una dorsale in mezzo al bosco da cui appare, su un'altra dorsale, Cascina Langa, rifugio del partigiano Johnny, descritta nell'omonimo romanzo di Fenoglio. La si raggiunge dopo un tratto in discesa e un'ulteriore salita. Il posto è molto panoramico, la cascina ha mantenuto la struttura originale ed è stata trasformata in una struttura turistica.
Da qui si sale ancora, sulla dorsale, raggiungendo il punto più alto dell'itinerario, sopra i 700 metri. Siamo in Alta Langa, con paesaggio caratterizzato dai boschi. Ci dirigiamo verso Cascina Pavaglione, altro luogo fenogliano, dove è ambientato il romanzo “La malora”, storia di miseria contadina ambientata nei primi anni del '900. Dopo più di 3 ore di cammino è giunto il momento di fermarci ed effettuare la pausa pranzo. Ci sono diverse panchine e tra le poche case c'è anche un bar trattoria. Alcuni di noi decidono di integrare il pranzo al sacco con un tagliere di salumi e formaggi o una torta di nocciole, innaffiati da un calice di bollicine. Quasi tutti si concedono un caffé.
Prima di ripartire c'è la possibilità di visitare, in quanto appena aperto, il museo all'interno dell'originaria cascina, dedicato a Beppe Fenoglio, e fotografare i diversi animali domestici dell'attigua azienda agricola.
Si riparte quindi, raggiungendolo in una ventina di minuti, in direzione di San Bovo. E' un minuscolo borgo in mezzo ai boschi raccolto intorno a un'unica piazza, con una chiesa, una locanda e due case. Poco prima del villaggio abbiamo affiancato il cimitero. Breve pausa e poi affrontiamo la discesa in Valle Belbo, destinazione Rocchetta Belbo. Dopo un breve errore di percorso, che ci costringe a tornare indietro, procediamo sull'itinerario esatto su sterrato. Per evitare un lungo tornante della stradina deviamo su un sentiero molto ripido che si congiungerà allo sterrato più in basso. Si raggiunge finalmente il fondovalle, individuando agli ultimi tornanti del sentiero il nostro pullman fermo in un piazzale lungo la strada provinciale, per cui dobbiamo percorrere solo un breve tratto della strada senza dover raggiungere il paesino di Rocchetta Belbo.
Sono le 16.30 passate. Ci cambiamo e saliamo sul pullman che ci porterà all'agriturismo situato poco oltre Santo Stefano Belbo. Alle 17.30, tutti ben disposti, affrontiamo i tavoli della struttura per la consumazione della merenda sinoira. Il cibo e i vini incontrano il gradimento dei partecipanti, per cui, alla fine del pasto, risaliamo sul pullman che ci riporterà alla nostra valle allegri e soddisfatti.
Alessandro Martoglio

30 aprile 2022 -- Da boscaioli a muratori
Manutenzione dei sentieri vuol dire molte cose... Non solo segnaletica e pulizia ma anche taglio degli alberi o rifacimento dei muretti caduti. Quindi esperti di pennello, falcetto, decespugliatore, motosega, piccone, pala, mazzuolo... presto ci cimenteremo anche con i ponti sui torrenti. In realtà la manutenzione dei sentieri diventa un impegno sempre più gravoso. Il fuoco degli incendi ha fatto morire migliaia di alberi che seccando crollano a terra a causa del vento o del peso della neve. La scarsa frequentazione di alcuni sentieri permette alla vegetazione di ostruire il passaggio e, di contro, il grande passaggio specie con le MTB scava il terreno, rimuove pietre, rompe la crosta di terra e la pioggia dilava e scava ulteriormente. Il passaggio degli animali selvatici, specie ungulati e cinghiali oltre a rimuovere la cotica erbosa spesso fa crollare i muri a secco di contenimento. Le radici degli alberi si infilano tra le pietre dei muri causandone il crollo. Antiche case costruite sui luoghi di passaggio e ormai ruderi senza tetto in alcuni casi crollano sul sentiero. La rete sentieristica, ma lo stesso vale per canali e bealere, che era vitale per le popolazioni montane pian piano diventa impraticabile.
Tenere puliti ed efficienti tutti i sentieri è impossibile ma cerchiamo di garantire la percorribilità dei più importanti.
Come potete ben capire tutto dipende da quanti volontari e da quante giornate vengono dedicate a questo immane lavoro. Quindi chiunque è benvenuto.
Claudio

8 maggio 2022 -- Uia di Calcante
Questa gita, causa il meteo poco favorevole, ha avuto successo grazie a un gruppetto di 20 Soci impavidi e sprezzanti del cattivo tempo.
Partiamo da Bussoleno con cielo coperto, arriviamo a Fubina in val di Viù, località di partenza, inizia a piovigginare, che fare? Proviamoci, poi al limite se peggiora si ritorna sui propri passi. Chi con la mantella chi con l’ombrello ci incamminiamo sperando in un miglioramento, stando alle previsioni in tarda mattinata dovrebbe esserci una apertura.
Saliamo per la bella mulattiera fino al grande traverso lastricato, ogni tanto si aprono un pò le nebbie e lasciano intravvedere il versante est della Valle di Viù con le sue piccole Borgate sospese nel verde. La previsione era sbagliata, la pioggerella ci accompagnerà fino al colle Cialmetta, dove per fortuna, le arcate della chiesetta di San Michele ci riparano e ci permettono di fare uno spuntino all’asciutto. Luogo di grandi feste degli Alpini, difatti sotto al portico ci sono anche i tavoli, manca solo la polenta.
La pioggerella continua imperterrita, non ci resta che rinunciare alla cima, ci sono ancora 300m su una traccia di sentiero che si arrampica ripido su roccette esposte, con le pietre bagnate è poco sicuro, non vogliamo metterci nei guai. Avvisiamo l’autista del pullman di aspettarci a Viù, ci incamminiamo per il sentiero che scende verso il paese, così evitiamo il percorso della salita.
Nella discesa bisogna fare molta attenzione, è molto scivoloso causa le pietre bagnate, qualcuno di noi l’ha sperimentato, per fortuna senza danni. Arriviamo a Viù, il cielo si è aperto e c’è anche un pò di sole, ne approfittiamo per fare la foto di rito del gruppo e ci dirigiamo al bar per un buon caffè.
Non ci resta che dirigerci al parcheggio dove il pullman ci sta aspettando, ci mangiamo ancora una fetta di crostata offerta da Sissi e si ritorna. Nonostante l’umidità tutti sono soddisfatti anche senza la cima.
Osvaldo Plano

15 maggio 2022 -- Giro delle borgate da Mattie a Chiomonte
Ci troviamo in quattordici alle 10 del mattino in piazza a Susa.
Foto di gruppo e, con Aldo e Barbara in versione accompagnatori e guide, partiamo per il lungo giro delle borgate tra Mattie e Chiomonte. Un giro che per me è stato una mezza rivelazione: credevo di conoscere bene la Valle dove abito e che ormai percorro "in lungo e in largo" da molti decenni ed invece dal magico cappello (perdon caschetto) di Aldo sono sbucati, sentieri, mulattiere, scorciatoie, gruppi di case, paesaggi che non avevo mai visto e di cui ignoravo l'esistenza.
Prima considerazione: non bisogna andare lontano per scoprire cose nuove....
Il percorso è tranquillo; salite e discese si alternano a lunghi traversi su asfalto, sterrato e sentiero. Il percorso è labirintico e costringe a frequenti pause necessarie a ricompattare il gruppo. Momenti piacevoli per riprendere fiato ma soprattutto per chiacchierare un po' e naturalmente "caricare con qualche battuta" il malcapitato di turno. L'ipotetico "tapiro d'oro" oggi lo vince Gabriele che ha dimenticato a casa lo zainetto con cibo e abiti...
Seconda considerazione: ogni tanto "cazzeggiare" in bici con gli amici (o anche con sconosciuti) non è male: non sarà tanto "performante" ma distende i nervi e scalda il cuore.
Alcuni e fortunatamente brevi tratti sono molto ripidi, i "muscolari" faticano più del preventivato, gli "elettrici" apprezzano i vantaggi della trasgressione all'etica.
Terza considerazione: bici elettrica o muscolare? Fate cosa volete basta che vi divertiate e sui sentieri rispettiate gli escursionisti.
Il cielo si chiude, minaccia pioggia, iniziamo la discesa su Susa e comincia a gocciolare. A Gravere ci portiamo sulla statale dove il rientro è più agevole e veloce. La fretta di tornare a casa prima di prenderci una lavata fa sì che a Susa ci salutiamo senza la consueta birretta al bar... la bevuta sarà per la prossima volta.
Un'ultima occhiata al computerino sul manubrio: 45 km e 850 mt. di dislivello non male per una bella giornata.
Claudio Blandino

22 maggio 2022 -- Aulp de Seuil . Tour Isabelle
Finalmente ci siamo riusciti.... Dopo tre tentativi falliti causa Covid o tempo brutto questa volta la gita in Chartreuse siamo riusciti a farla o come direbbe qualcuno "l'abbiamo messa nello zaino".
Sono giorni di caldo afoso che saranno ricordati nelle statistiche, ma fortunatamente un cielo a tratti velato ci ha salvato dal solleone, ma ci ha privato del panorama sul Monte Bianco. Ma andiamo con ordine.
Con il pullman quasi pieno partiamo alla volta della Francia; tappa a Oulx per caricare gli ultimi del gruppo, sosta all'autogrill ed arrivo alle 9,30 al Col de Marcier.
Primo tratto di sentiero comune nel fresco bosco poi ci dividiamo: in 20 prendiamo un sentiero che in breve ci conduce alla base del ripido canalone per la Tour Isabelle, mentre gli altri proseguono a sinistra per raggiungere il Passage de l'Aulp de Seuil dove ci ricongiungeremo tutti alcune ore dopo.
Il canalone diventa subito dritto, il sentiero percorre il lato destro in modo da mettere al sicuro gli escursionisti da eventuali cadute di sassi. Dopo breve salita incontriamo la prima difficoltà: un muro di roccia verticale ma ben manigliato di 5 metri. Una provvidenziale corda messa in loco dal capogita aiuta i più esitanti. Proseguiamo sul sentiero sempre esile ed esposto ed in breve arriviamo alla Tour Isabelle. Il luogo è suggestivo: un grande arco di roccia a doppio livello collega la guglia rocciosa della torre al resto della parete, da qui il nome alternativo di Tour Percee (forata). intorno alla guglia altre pareti tutte traforate e scavate dall'acqua e dal vento contribuiscono a dare un aspetto selvaggio e surreale al luogo nel quale ci muoviamo.
Foto ricordo e si riparte superando un altro salto roccioso, altri pendii erbosi molto ripidi, altro salto di rocce, altro canalino pietroso ed inizia una lunga serie di esili cengie alla base di altre pareti rocciose.
Il sentiero è sempre esposto e richiede attenzione, spesso ci si ferma per ammirare paesaggi e panorami. Un' ultima ripida salita ci porta in cresta dove sul lato opposto predominano prati e boschi. Incontriamo alcuni escursionisti dell'altro gruppo che ci sono venuti incontro ed in breve raggiungiamo il Passage de l'Aulp de Seuil e la sua croce di ferro bianca.
Meritato riposo, spuntino, scambio di opinioni sul percorso fatto (tutti contenti e soddisfatti) ed è ora di tornare al pullman.
Il sentiero di discesa (che l'altro gruppo ha già percorso in salita) è largo e panoramico. Il fondo è abbastanza buono anche se la ghiaia è causa di numerose scivolate. Il sentiero è usato dai pastori per spostare le mandrie di ovini e bovini nell'altro versante della montagna e quindi tutti i punti più esposti sono transennati e protetti al fine di evitare che il bestiame precipiti nei dirupi.
La parte alta è priva di alberi e il sole ci cuoce a puntino, poi entriamo nella faggeta e qui va un pò meglio. Ma solo quando siamo seduti al bar davanti a una birra o un gelato la fatica diventa un ricordo. A detta dei partecipanti bella gita e posti stupendi, numerose le richieste per un'altra puntata in Chartreuse.
Sinceramente, dopo aver provato il percorso la settimana precedente ero un pò preoccupato di accompagnare un gruppo numeroso (20) su un percorso così tecnico ed esposto. Tutti si sono mossi benissimo, non ci sono stati problemi e quindi un meritato complimento.
Claudio Blandino

28 maggio 2022 -- Nuovo ponte sul rio Gerardo
23 giugno Fine lavori -- Passerella sul Rio Gerardo - Località La Comba.
Finalmente dopo un inverno e una primavera di progetti la passerella sul Rio Gerardo è ultimata. E’ stata una collaborazione di più volontari, ma il vero progettista è stato Giorgio, di qui nasce il nome alla passerella. “Ponte Ferraris”.
Tutto è iniziato con l’appello fatto da diverse e-mail al CAI dove reclamavano la poca sicurezza del ponte. Sentito il Parco non aveva disponibilità economiche e di forza lavoro, ma ci dava il permesso di riprestinare il manufatto realizzato dai cacciatori nei primi anni del 2000.
Abbiamo iniziato con elitrasportare una parte dei materiali nell’autunno in concomitanza dei lavori alrifugio poi con l’inverno i lavori sono stati sospesi. Mancavano le basi per appoggiare le travi che sono state preparate nell’inverno da Giorgio ed elitrasportate a metà maggio con gli approvigionamenti ai rifugi. Tutto era pronto, diversi volontari del gruppo Pulizia Sentieri si è attivato e in tre giorni abbiamo smontato il vecchio ponte e realizzato il nuovo.
Il lavoro più impegnativo è stato posizionare le due travi di 12 m di circa 5 quintali , ma con gogliardia e tenacia le abbiamo posizionate, e fermate con staffe in ferro. Nel tardo pomeriggio finito il tavolato il ponte era percorribile. Come nell’attraversamento di un confine i primi a percorrerlo sono stati una coppia di escursionisti francesi che stavano percorrendo il sentiero dei Franchi, molto soddisfatti si sono complimentati con noi.
Grande soddisfazione dei volontari per il bel risultato. Ci rimane da fare le finizioni, una rete sul tavolato per evitare lo sdrucciolare in inverno con brina e ghiaccio, e una listellatura sui bordi per rinforzare il tavolato e fare un arresto in caso di scivolata.
Ci auguriamo che quest’opera tutta a carico della Sezione, circa 2500 euro , abbia una durata maggiore dei 20 anni del precedente e che la Città Metropolitana di Torino, capofila del Sentiero dei Franchi, rimborsi almeno in parte le spese.
Ringrazio tantissimo tutti i volontari che si sono impegnati nel progetto, credo che abbiamo fatto un bellissimo e utile lavoro, sicuramente tanti escursionisti e ciclisti in MTB ci ringrazieranno.
Misure della passerella 12,50m, larghezza 1,30m.
Giovedì 23 giugno un altro nutrito gruppo di soci ha installato sul nuovo ponte una rete antiscivolo che risulterà provvidenziale quando il clima sarà freddo e il ponte gelerà diventando sdrucciolevole fermata ai lati da un cordolo di legno utile a impedire che un'eventuale scovolata si trasformi in un tuffo nel torrente.
Adesso il "ponte Ferraris" è ultimato ed in grado di sopportare infiniti passaggi.
Osvaldo Plano

26 maggio 2022 - Escursione con i bambini della scuola elementare di Foresto
IL CAI va a scuola............
Lunedì 16 maggio 2022, su invito dell’ insegnante Jolanda della scuola primaria di Foresto,la sezione del Cai di Bussoleno, nelle persone del Presidente Osvaldo e della Segretaria Enrica, si è presentata a scuola per illustrare le funzioni del Cai in generale e della sezione in particolare.
Ad attenderci 24 bambini delle pluriclassi con cui si è iniziato un dialogo, attraverso il quale molti hanno espresso la conoscenza e la frequentazione dei monti della nostra valle. Grazie anche all’uso della Lim ( lavagna multimediale),di cui i bambini hanno dimostrato una familiarità d’uso, è stato visionato il filmato del Cai che illustra tutte le attività che vengono proposte: dal semplice escursionismo alle attività più alpinistiche.
Enrica ha raccontato poi la prima ascensione al Rocciamelone da parte di Rotario dAsti e la posa sulla cima della statua della madonna ,accompagnate dalle immagini del luogo. Osvaldo ha raccontato il lavoro che la sezione sta facendo nella ripulitura e segnatura dei sentieri, anche qui le immagini dei lavori hanno fatto comprendere ai bambini la fatica che viene fatta dai volontari per rendere agevole la percorrenza dei sentieri agli escursionisti.
I bambini hanno dimostrato interesse intervenendo con tante curiose domande. Al termine tutti sono stati omaggiati con una penna a sfera serigrafata,l a rivista intersezionale “Muntagne Noste” ed il programmino gite della sezione.
LA SEZIONE DEL CAI E LA SCUOLA IN GITA
Sono le ore 8,15 di giovedì 26 maggio, piazza del mercato, ecco i primi bambini che arrivano accompagnati dai loro genitori, zainetto in spalla e berretto giallo come segno di riconoscimento. Pian piano si aggiungono gli altri sono in otto purtroppo uno non si è sentito bene nella notte e non può partecipare.
Sono i bambini della pluriclasse terza e quinta della scuola Primaria di Foresto, sono impazienti di iniziare la giornata, le ultime raccomandazioni dei genitori e si può andare. Ad accompagnarli la loro maestra Jolanda e Osvaldo ed Enrica della sezione del Cai di Bussoleno.
Prima tappa: visita al Mulino Varesio, tanti macchinari da vedere e tante cose da scoprire ma è soprattutto la grande ruota ed il movimento impresso dall’acqua ad affascinarli. Ci si rimette lo zaino in spalla e questa volta si parte veramente.
Attraversato il Borgo della Paglia, imboccata prima via San Lorenzo e poi via Camposciutto ora si inizia a salire e subito il gruppettino si disgrega: avanti il gruppetto dei camminatori seguono Osvaldo e gli altri che fanno più fatica rimangono indietro con Enrica e la maestra Jolanda. Si arriva quindi alla Baritlera dove finalmente ci si può riposare, dissetarsi alla fontana e fare il meritato spuntino tanto agognato.
Ma la fatica non è ancora terminata si deve ancora salire verso Pietra Bianca e scendere prima alla borgata Righettera dove incontriamo Orazio, un bell’asinello che non aspetta altro che farsi accarezzare e poi sino all’area attrezzata dell’Orrido di Chianocco.
La fame è tanta è così svelti svelti dagli zaini compaiono panini, tranci di pizza, biscotti, cioccolato...Seduti al tavolo è forse il momento in cui si sente solo il rumore della mascelle che si muovono per masticare. Accanto c’è il ruscello e presto i bambini ne vengono catturati si saltella sulle pietre, lo si attraversa in più punti rischiando per chi non è tanto agile di finire con un piede a bagno, la stanchezza di prima sembra dimenticata.
Ma l’orologio ci richiama all’ultima visita: Il museo dei mestieri nel castello di Chianocco. Statuine che con un movimento meccanico rappresentano tanti mestieri,molti dei quali ormai relegati a tempi passati e poi al piano superiore un bel plastico della Ferrovia Fell con il trenino che lentamente sale per la montagna.
Ormai si è fatta l’ora di ritornare,una sosta a mangiare le more di gelso che danno un bel colorito alle mani ed alla bocca, una sosta ancora al campo giochi di Chianocco dove ci si dimentica della stanchezza per scorazzare su altalene scivoli ed assi si equilibrio e poi dulcis in fundo un bel cono gelato, offerto dal Cai, chiude la bella giornata. Forse domani qualcuno farà fatica ad alzarsi per andare a scuola ma ne è valsa la pena.
Enrica

2-5 giugno 2022 -- Verdon
Ponte del 2/5 giugno, si ritorna in Verdon, per molti è una meta nota (ma sempre apprezzata) per altri una gradita novità.
Abbandonata la precisa organizzazione delle volte scorse ora si è molto elastici, c’è chi è partito il giorno prima chi partirà un’ora dopo, chi non raggiungerà subito la meta, in ogni caso in piazza del mercato a Bussoleno alle sette di giovedì siamo un bel numero e si compone la colonna delle auto. A Cesana ci siamo già dispersi, ma tutti si arriva al campeggio Mistral di Castellane dove occupiamo i bungalow assegnati.
I più volenterosi partono per la breve e ripida escursione alla cappella di Notre Dame du Roc che sovrasta il paese, altri si riposano. Dopo cena ci si ritrova per il digestivo ( ce n’è di ogni tipo) e per decidere per il giorno dopo, soprattutto si valuta il meteo e, come al solito, sito che vai previsione che trovi, insomma potrebbe essere brutto ma anche no!
Quasi tutti decidiamo di recarci alle Basses Gorges, sono un po’ lontane, ma il sentiero del Guardiano del Vecchio Canale è molto bello e vario,e vale la pena di fare oltre 60 Km in auto per arrivare a Quinson. Naturalmente le peggiori previsioni meteo si avverano e piove a dirotto, qualcuno demorde sceglie di visitare i paesini circostanti, altri sperano nel miglioramento annunciato, ci salva la gradita disponibilità di Jacky che ci ospita a casa sua, abita a pochi Km, per un improvvisato pic nic al riparo, grazie al quale possiamo aspettare il sole che in effetti nel primissimo pomeriggio compare.
Come si svolgeranno i giorni successivi lo descriveranno le relazioni che seguono, io vorrei solo aggiungere un grazie a tutti quanti per aver aderito a questa iniziativa, per me che da tempo mancavo dalle gite Cai, e non solo per le restrizioni Covid, è stato un vero piacere ritrovare amici di vecchia data e nuovi; la serata di sabato tutti assieme in una cena ( magari un po’ sgaruppata) ma tanto allegra, culminata con i festeggiamenti alla neo-pensionata Miriam è stata una apprezzatissima occasione di rivivere lo spirito amichevole che tante volte ha caratterizzato le iniziative del nostro Cai.
Tiziana Ferraro
Venerdì 3 giugno destinazione Basse Gole del Verdon. La pioggia del mattino ci ha fatto posticipare la partenza a subito dopo pranzo, quando un bel sole ci fa compagnia.
Lasciamo l'auto al Lago Sainte-Croix a Quinson, dove parte il sentiero, dopo pochi passi si apre lo spettacolo del Verdon, il sentiero accosta quasi sempre il fiume tra scalette di ferro e passerelle di legno. Per lunghi tratti il sentiero passa sul Vecchio Canale fino ad arrivare alla casetta del Guardiano. Poco dopo il sentiero svolta a sinistra e sale fino alla Cappella di Sainte Maxime.
Il ritorno lo facciamo velocemente e ritorniamo al Lago Sainte-Croix, dove in quattro affittiamo una barchetta elettrica e ci inoltriamo sulle acque blu/verdi del fiume, ma questa volta ci rilassiamo totalmente ad ammirare il Canion.
Lungo il corso dell'acqua molti anatroccoli ci fanno compagnia e sembra di stare su uno specchio. Purtroppo le grotte sono ancora lontane ed il tempo è poco e ci tocca tornare indietro con il nostro battello fino al pontile dell'attracco.
Giornata fantastica!
Giulia Bellando
ROUGON - Sabato 4 giugno, chi questa mattina ha scelto come itinerario per l’escursione l’Imbut, chi il sentiero Martel, chi va ad arrampicare e chi come noi sceglie di andare alla scoperta dei grifoni.
Siamo in sette, qualcuno è attrezzato con una buona macchina fotografica ed un potente teleobiettivo e chi invece solo con il telefonino. Raggiungiamo in auto il paesino di Rougon arroccato in alto ad un’altezza di 925m s.l.m, da qui si diparte una strada sterrata fiancheggiata da una splendida fioritura di ginestra gialla e da cespuglietti di fiorellini di un bel colore azzurrino.
Ci incamminiamo e dopo circa 4 km raggiungiamo la sommità della cresta rocciosa dove si dovrebbero trovare questi uccelli. L’area è protetta e recintata per non disturbare questi splendidi animali. Ci avviciniamo silenziosamente sino al bordo del precipizio e subito li individuiamo su una roccia, non molto distante dalla nostra postazione, ne contiamo 7, 6 adulti e uno più piccolo riconoscibile dal piumaggio più scuro. Sono visibili ad occhio nudo ma con il teleobiettivo riusciamo a coglierne tutti i particolari. Sono stati nutriti ed ora se ne stanno li tranquilli .
Ci mettiamo comodi anche noi in attesa che si muovano e prendano il volo, i minuti passano e loro sono sempre lì tranquilli tranquilli mentre noi siamo impazienti di vederli alzare in volo ed ecco all’improvviso ne vediamo comparire uno ,poi un altro e un altro ancora ,salgono dalle rocce sottostanti e raggiungono i compagni . Ma è verso mezzogiorno che questi uccelli iniziano a risvegliarsi e a librarsi in volo, uno passa proprio sotto di noi e riusciamo a vedere bene le sue grandi ali con loro forma incurvata verso l’alto sulla punta, ora nel cielo è tutto un volare .Iniziamo a contarli, sono una cinquantina, volano rincorrendosi, si allontano e poi si riavvicinano , vanno verso l’altra parte del precipizio e si dirigono poi verso la vallata .
Rimaniamo ad osservarli cercando di di filmarli e di fotografarli .Sotto all’ombra di alcuni pini ci gustiamo il nostro panino quando all’improvviso questi uccelli ci regalano un altro momento emozionante: passano sopra le nostre teste in fila indiana a distanza di pochi secondi uno dall’altro ,sembra ci vogliano salutare e così come sono arrivati ,velocemente si allontanano. Ritorniamo quindi verso il paese, il sole picchia sulle nostre teste e fa molto caldo e così cerchiamo un po' di refrigerio all’ombra di ogni pianta che incontriamo. Dobbiamo andare incontro al gruppo che ha percorso il sentiero Martel così che possano ritornare al punto di partenza per prendere le auto.
Scendiamo all’interno delle gorge e percorriamo il tratto finale del sentiero, tra scalette e la lunga galleria scavata nella roccia , il fiume sotto di noi ha un bel colore verde e nelle sue acque gruppi si divertono con le mute a lasciarsi trasportare. Siamo sincronizzati e ci incontriamo con gli altri a metà percorso Anche noi la nostra camminata oggi l’abbiamo fatta Arriviamo al parcheggio e troviamo una sorpresa: multa per parcheggio non consentito. La prendiamo con filosofia e non ci facciamo guastare la bella giornata trascorsa.
Enrica Croletto
Sentiero Blanc – Martel
E' il sentiero più famoso del Canyon del Verdon. Venerdì sera si fa il punto per sapere quante persone abbiano intenzione di affrontarlo. Myriam si è informata sugli orari della navetta all'andata e al ritorno. Quella disponibile purtroppo parte alle 10.30 da La Palud. Troppo tardi, Si decide di utilizzare le auto. Siamo in nove, il sottoscritto, Myriam, Jacky, Franco, Carlo, Gianpiero, Mauro, Elisabetta, Dario.
E' previsto tempo bello, ma molto caldo, con temperature superiori ai 30 gradi, per cui decidiamo di partire presto, alle 6,45 dal campeggio. Tre auto, Dario lascia la sua al punto di arrivo del Point Sublime, si sale sull'auto di Gianpiero che, con quella di Jacky, si dirigono al punto di partenza del Chalet de la Maline.
Si parte verso le 7,50 su sentiero in discesa ripido e tortuoso. Dopo circa un'ora, dopo aver superato il bivio per l'Imbut, si arriva in fondo alla gola. Constatiamo che anche qui la mancanza di precipitazioni invernali ha influito sulla portata del fiume, con livello delle acque che per la stagione in cui siamo è decisamente bassa.. Si prosegue costeggiando leggermente in alto il fiume con percorso a saliscendi, sovrastati da alte falesie alte più di 300 metri e incontrando diverse grotte ai lati del sentiero.
Arriviamo a un bivio e decidiamo di abbandonare il sentiero principale per fare una deviazione fino alla Mescla, scendendo al punto in cui il fiume Artuby confluisce nel Verdon , formando una specie di limpido laghetto in cui sguazzano diverse trote , anche di notevoli dimensioni. 300 metri sopra di noi alcune persone ci osservano dal belvedere della Mescla, posto poco sotto la strada panoramica del Verdon. Pausa per goderci il posto e riposarci e poi ritorno a ritroso sul sentiero principale che si inerpica ripidamente per raggiungere la Brèche Imbert. Pausa per ammirare il paesaggio per poi affrontare la lunga e ripida scala metallica fissata nel canalino, dalla cui sommità il Verdon ci appare in fondo verticalmente. Foto d'obbligo sulla scaletta. Finita la scala con diversi ripidi tornanti arriviamo quasi in fondo alla gola. Nel frattempo la temperatura si è alzata notevolmente, non c'è un filo d'aria e si comincia a patire il caldo (meno male che siamo partiti presto) con il cammino che diventa più faticoso.
Anche il mio ginocchio destro comincia a darmi fastidio nei tratti più ripidi per cui sono costretto a rallentare. Le pause sono sempre più frequenti. Il tragitto verso il Point Sublime è tutto un saliscendi, incrociando diverse grotte e con alcuni tratti attrezzati con cavo. Si supera un breve tunnel per affrontare quello successivo del Baou lungo circa 700 metri, utilizzando le pile malgrado le numerose finestre da cui si scorge il fiume, per sbucare con una breve discesa su scala metallica sul letto del Verdon, ai cui lati ci fermiamo per il meritato pranzo al sacco, invidiando e ammirando le persone che, con la dovuta attrezzatura, si buttano nelle acque del fiume lasciandosi trascinare dalla corrente per decine di metri. Dopo un po' di riposo affrontiamo la salita finale di circa 170 metri di dislivello verso il Point Sublime, sotto un implacabile sole, che mette a dura prova le nostre residue forze.
Finalmente si arriva al belvedere e al parcheggio. La vista del bar soprastante ci rinfranca lo spirito, ci sediamo all'ombra , le birre e le panaches scorrono a fiumi per placare la nostra sete.
Abbiamo percorso circa 16 Km. che hanno richiesto oltre 6 ore di marcia prima di provvedere al recupero delle auto e il ritorno a Castellane, dove ci attendono le sospirate docce e la cena in campeggio con tutti i soci.
Alessandro Martoglio
Imbut
Sabato il programma prevede due itinerari: sentiero Martel o sentiero dell’Imbut. Insieme a Terry, Paolo, Silvana, Dorino, Antonella, Bruno e Paola scegliamo quest’ultimo, che dalle descrizioni degli esperti e dai ricordi giovanili di Paolo e Bruno sembra più breve e meno difficoltoso. Andata e ritorno sullo stesso itinerario, km 12 complessivi, tempo previsto (da chi?) circa 5 ore.
Partiamo dal Rifugio La Maline alle 9.35 su agevole sentiero di discesa verso il fondo delle Gorges. Caldo umido, si suda anche in discesa. Presso un maestoso albero ci facciamo scattare una foto di gruppo. Alle 10.30 circa siamo al bivio Martel/Imbut. Il cartello direzionale indica Passerelle de l’Estellié 0h15’, L’Imbut 1h30’. Infatti alle 9.45 siamo alla passerella, dove facciamo una breve sosta fotografica. Ora proseguiamo sull’altra sponda. Il sentiero si fa più stretto, alternando brevi tratti di salita e di discesa. Alternativamente si può osservare il Verdon dall’alto o lambire la sua sponda.
Il bosco è ricco di bellissimi alberi molto grandi. Vediamo alcuni gruppi che praticano il canyoning. Più avanti troviamo un altro gruppo del nostro CAI, che sta facendo fotografie vicino all’acqua: Ivana, Liubica, Giulia, 2 Claudio; pensavano di fare il Martel, ma poi hanno optato per l’Imbut perché più breve. Riprendiamo il cammino, che diventa ora più faticoso, con scale in salita e in discesa e fondo scivoloso; il nostro gruppo comincia a scaglionarsi. Il sentiero diventa molto stretto, a tratti ricavato nella roccia e strapiombante sul fondo del canyon.
Per fortuna ci sono saldi mancorrenti a cui aggrapparsi. Arriviamo infine a un punto dove il sentiero riprende a salire decisamente verso l’alto: sono le 12.35 e non siamo ancora giunti all’Imbut, dove il fiume scompare. Paolo e Dorino vanno in avanscoperta e poco dopo tornano dicendo che mancano ancora altri 20 minuti per l’Imbut. Decidiamo di tornare indietro. Superato il tratto di sentiero strapiombante ci fermiamo a mangiare, poi riprendiamo la via del ritorno. Tutto ok fino alla passerella, poi la risalita verso il Rifugio diventa faticosa. Il caldo umido ci fa sudare e tribolare.
Ma non siamo soli: altri gruppi condividono le nostre fatiche, ci superiamo vicendevolmente quando ci fermiamo per una tappa, scherzosamente parliamo di stazioni della via Crucis. Finalmente siamo al Rifugio: tempo totale circa 7 ore, considerando le tappe 6 ore di cammino. La birra è più che meritata!
Vanni Aimo

11 giugno 2022 -- Acquedotto Balmetta - Amprimo
Quest'anno di acqua ce n'è poca e sempre meno ce ne sarà; lo dicono gli esperti, i giornali, la TV, i social e... la gente comune.
Per assurdo sono proprio i rifugi a rischiare di chiudere per mancanza di acqua; causa la poca neve e pioggia le fontane e le risorgive tendono ad esaurirsi.
Alcuni rifugi sulle Alpi non apriranno, altri non sanno se riusciranno a finire la stagione.
Per evitare che il rifugio Amprimo si trovi in situazioni di carenza d'acqua il Consiglio sezionale ha deciso di posizionare un tubo in PVC che collega la Balmetta (quindi l'acqua potabile proveniente da Fontana dell'Olio) al rifugio.
Sentiti Comune e Parco si decide di posizionare in via provvisoria un tubo di piccola sezione nell'alveo della bealera. Sono 14 matasse da 100 mt di tubo in PVC che l'elicottero ha scaricato all'alpeggio della Balmetta.
In 11 ci ritroviamo in Piazza del Mercato e saliamo al rifugio Amprimo. Dopo il caffè di rito alle 8.30 siamo alla Balmetta.
Ci dividiamo i compiti: una squadra trasporta a spalle i rotoli del tubo lungo il percorso posandone uno ogni 100 metri circa, un'altro gruppo distende il tubo e lo posa a lato del torrente, la terza squadra collega gli spezzoni di tubo e li posiziona nella bealera fermando il tubo nell'acqua e tra le pietre.
E' un lavoro lungo e faticoso. L'ultimo tratto di tubo deve essere interrato e quindi si procede con "pic e pala".
Ci raggiunge Cosimina e subito si approria del piccone ed in 30 minuti ci dimostra cosa sia la parità dei sessi. Ci fermiamo tutti, ammirari della perizia e determinazione con cui usa l'attrezzo (se non ci credete guardate la foto).
Sono le 13.00 ed è ora di pranzo, gentilmente offerto dalla sezione. Si riprende il lavoro con meno lena ed entusiasmo (stanchezza, polenta e vino annebbiano la granitica volontà di realizzare l'ottava meraviglia....) ma con un minimo di determinazione alle 17.00 abbiamo finito e l'acqua fuoriesce copiosa e cristallina dal tubo.
Se il ponticello sul Rio Gerardo è diventato il "Ponte Ferraris", la nuova tubazione, con unanime approvazione dei presenti, verrà ricordato nei secoli a venire come "Acquedotto Plano".
Adesso il rifugio è rifornito da ben tre fontane, e speriamo che in questi mesi estivi riescano a saziare la sete dell'Amprimo.
Quale sarà la prossima avventura? Staremo a vedere....
Claudio Blandino

19 giugno 2022 -- Bivacco Soardi
Il Vallone di Sea è uno dei due valloni situati in fondo alla Val Grande di Lanzo ed è famoso per essere stato, negli anni 1970 inizio '80, uno dei luoghi di arrampicata scoperti e frequentati dai giovani alpinisti, tra cui il torinese, ma di origini familiari delle Valli di Lanzo, Giampiero Motti e il condovese Giancarlo Grassi, che hanno creato il movimento alpinistico denominato “Nuovo Mattino”. Queste imponenti pareti granitiche, battezzate dagli scopritori con nomi ispirati alla mitologia e a saghe fantasy sono state ammirate, dal basso, sul percorso che abbiamo affrontato in una giornata afosa, con assenza di ventilazione e con le nubi estive che ci impedivano di vedere le cime che fanno da corona a questo lungo e selvaggio vallone.
Eravamo in 41: si è subito formato il gruppo intenzionato a raggiungere il bivacco Soardi – Fassero che ha preceduto gli altri partecipanti intenzionati a fermarsi al sottostante pianoro del Gias Nuovo.
Inizialmente si è percorso uno sterrato che termina alle Porte di Sea, dove inizia il sentiero in alcuni punti piuttosto stretto e sassoso che, passando dal piccolo pianoro in cui è situato il Gias Balma Massiet, sale ripidamente all' Alpe di Sea, situata sotto un enorme roccione, dopodiché si affronta un tratto disagevole e molto ripido, invaso in alcuni tratti dall'acqua di un rio per raggiungere infine il vastissimo e ampio pianoro del Gias Nuovo. Arriviamo (fin troppo) scaglionati. Qui sono stati effettuati recentemente dei lavori con la ristrutturazione, con fondi europei, di due baite dell'alpeggio e la costruzione di un nuovo bivacco in legno da parte del Cai di Lanzo, denominato, in rispetto al luogo, “Gias Nuovo”.
Chi ha deciso di fermarsi può rifocillarsi e riposarsi. I componenti del primo gruppo si sono assorbiti ulteriori circa 400 metri di dislivello per giungere al bivacco Soardi – Fassero, dove hanno potuto ammirare e fotografare un branco di stambecchi.
Il rientro è avvenuto per lo stesso sentiero, a piccoli gruppi, e l'incontro, a bassa quota, di tre stambecchi che ci osservavano dall'alto di una pietraia.
Prima di salire sul pullman fermata prolungata all'Albergo Savoia di Forno per una meritata birra e/o gelato.
Alessandro Martoglio

25 giugno 2022 -- Lavori al rifugio Amprimo
Ritorniamo al rifugio per altri lavori di sistemazione l'area prospiciente il fabbricato. Ieri pulizia prato da ramaglie, raccolta pietre, riempimento zona nuovo muro e costruzione muro di contenimento, imbiancatura servizio esterno, posa maniglione e accessori bagno: Mi dimenticavo risoluzione messa a terra impianto elettrico.
Enrica Croletto

2-3 luglio 2022 -- Monte Emilius e ferrata
Ferrata Monte Emilius
Purtroppo il gruppo dei ferraristi che doveva affrontare la bellissima cresta che ti porta in cima al monte Emilius, (avevamo prefissato circa10 persone), man mano che si avvicinava il giorno fatidico si è diradata. Siamo rimasti in tre io, mio nipote Andrea, e il Socio Massimo Fornier. Consigliati dal Gestore, anzichè affrontare il lungo percorso per raggiungere il Bivacco Federigo (2907 m) dove inizia la ferrata, (circa 4 ore di avvicinamento, per poi farne altre 4 di ferrata), optiamo di salire nel vallone sopra il Rifugio Arbolle, al colle Ross dove il gestore, (guida alpina) ha realizzato una ferrata che va incontrare la classica ferrata del Monte Emilius facendo risparmiare circa due ore di avvicinamento. Visto la lunghezza dell’itierario la sveglia è alle tre, siamo i primi, ci hanno lasciato la colazione pronta con un sacco di buone cibarie, così ci rinfociliamo alla grande, sono le quattro accendiamo le frontali e si parte, bellissima stellata non fa eccessivamente freddo.
Per fortuna nel pomeriggio avevamo già fatto un sopralluogo per capire l’accesso al colle, si sale per circa 1/2 ora sul sentiero escursionistico, al monte Emilius, poi si addentra in un vallocello in cui non c’è sentiero ma solo qualche tacca gialla e ometti segna via. Il percorso si inerpica su colline moreniche a volte erbate, a volte con grandi massi e sfasciumi, raggiungiamo col Ross (3071m) sono le 6, negli ultimi tratti di salita il cielo incomincia a sciarirsi, al colle è giorno e fa freddo ci obbliga a vestirsi giacca e guanti. Idossiamo imbraghi e caschi e attacchiamo la ferrata.
La salita è leggermente più impegnativa bisogna arrampicare, c’è solo il cavo ma non i classici appigli artificiali per mani e piedi. La via si snoda sulla cresta, molto aerea, con passaggi di 2/3/4 grado c’è anche un passaggio di 5 m. con il cavo che ti assicura è stato molto divertente e molto alpinistico. Essendo solo in tre prendiamo un bel ritmo e circa in un’ora incontriamo la ferrata vera, in questa zona la cresta si abbatte prendiamo il primo sole, (3050 m) vediamo sotto di noi il bivacco e il ponte tibetano, saltati facendo questa variante, purtroppo ci è mancata l’emozione di attraversarlo.
Sopra di noi, l’intera cresta affilata che ci porterà in cima, ha un aspetto molto severo dato anche dall’esposizione ovest ancora tutta in ombra. Ora la ferrata diventa più facile con gli appigli artificiali si sale su placche quasi verticali per raggiungere i vari picchi che compongono la cresta, anche qui qualche passaggio più difficile e sempre molto aerei. Sul filo della cresta a sinistra sul versante est la parete spofonda per più di mille metri di vuoto, fa un pò effetto.
Raggiungiamo il Petit Emilius (3339 m) dove volendo c’è una via di fuga per chi è stanco, noi proseguiamo. Dopo quasi 4 ore di sgancia e aggancia i moscettoni raggiungiamo la vetta, ultimissimi metri su sfasciumi e siamo alla madonnina, (3557 m) sono le 9:45, ci accoglie un panorama mozzafiato, il Bianco, il Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso, la Grivola, il Gran Combin ecc ecc si vedono tutte le montagne della Valle d’Aosta, un panorama a 360°. Ci complimentiamo per la salita e facciamo uno spuntino asppettando il gruppo di escursionisti che pochi minuti dopo, alla spicciolata, ci raggiungono, abbracci e immancabile foto di gruppo per poi tutti insieme prendere la lunga discesa verso il rifugio.
E’ stata una bellissima gita, due belle giornate di sole in bella compagnia rallegrata al sabato sera dal socio canoro Gualtiero, con belle cantate come una volta nei rifugi, Ringrazio tutti i partecipanti, in modo particolare Andrea , Massimo con cui ho condiviso la salita e Sissi che si è adoperata nell’organizzare il tutto. Alla prossima.
Osvaldo Plano
Monte Emilius via normale
Dove ci han portato Sissi ed Osvaldo, gli organizzatori di questa gran bella gita CAI? Su un monte dedicato ad un antico proconsole romano? No: abbiamo omaggiato una gentile fanciulla all’epoca quattordicenne di nome Emilie che nel 1839 (senza tracce di sentieri né “segni gialli”) salì, al seguito dell’insigne Canonico Georges Carrel, la cima del nostro monte ricevendone immediatamente la dedica col nome “Emilius”. Li immaginiamo entrambi dotati di lunghe sottane come d’altronde salivano le montagne le signore ed i sacerdoti dell’epoca, ben rappresentati nelle foto d’antan presenti nel rifugio. Torniamo, però, al 2022 e precisamente al sabato 2 luglio. L’appuntamento ad ore tragicamente antelucane (particolarmente apprezzate dallo scrivente ma non solo..) è per le 10.30 al posteggio dell’autostrada di Almese (detto anche il “posteggio più intelligente della valle”: vi si entra e non se ne esce se non prendendo obtorto collo l’autostrada e finendo chissà dove!!) Compattate le auto raggiungiamo la Valle d’Aosta sotto un sole ben promettente.
Dopo Aosta saliamo a Pila e.. le precauzioni per il temibile e noto virus fanno sì che i partecipanti all’escursione si riducano a 13! Ops!. Si consuma uno spuntino alla partenza e poi via con la seggiovia la cui “sfacciata” comodità ha suscitato favorevoli commenti pur tra scafati ed appassionati soci Cai! Ahimè, dove andremo a finire! All’arrivo della seggiovia (2.309 mt) veniamo accolti da un trionfo consumistico comprendente partenza di percorso di down-hill e colonna sonora modello “musica da supermercato” sparata ad un volume che la rendeva, diciamo, “perfettamente udibile”. Basta tuttavia svicolare dietro un costone per ritornare ad un ambiente alpino col bel laghetto del Chamolè. Un discretamente lungo e ripido sentiero serpeggiante su un pendio erboso ci porta al colletto del Chamolè a 2.641 mt da dove si vede il nostro rifugio. Vi scendiamo rapidamente e ripidamente cercando di scacciare l’idea/tarlo di quel sentiero erto da percorrersi in salita, belli stanchi, domani al ritorno!.
Eccoci al Rifugio Arbolle (2.500 mt). La struttura si presenta accogliente e gradevole. Nel pomeriggio un gruppo si occupa, con molto impegno, di godere al massimo dell’amenità del sito che comprende un bel laghetto, cinguettio di neonati gracchi e panorami notevoli conditi con sole bruciante a profusione. Un altro gruppo con ancora più impegno compie una ricognizione non banale per individuare la partenza della ferrata. La lontananza dei componenti del secondo gruppo spinge i membri del primo ad annegare il dispiacere in birre “blanches” e bevande fresche varie. Alle 19.30 ecco la cena nel salone del rifugio che, visto il buon numero di presenti vocianti, aveva ben poco di ascetico ed ha comportato arditi abbinamenti tra pastasciutta e variegate polente. Una tavolata di alpiniste di varia età e grazia, accompagnate da pochi soggetti maschili ha obbligato alcuni volenterosi soci della nostra sezione ad intraprendere lodevoli azioni di public relation con questa altra realtà alpina. Digestivi locali e tentativi di canti corali “autogestiti” hanno concluso in letizia la serata. Dopo le 23, diligentemente, nanna nel nostro mini “camerone” che poi si rivelerà, con gioia unanime, luogo di passaggio da e per altra camera. Poco dopo le 3 di domenica un gruppo di nostri intrepidi tra cui il Presidente (ça va sans dire), il nipote del Presidente ed un brioso rappresentante dell’ex zona delfinale della Valle di Susa si leva e parte, pile in fronte, per affrontare un tratto della ferrata locale: impresa, peraltro, che meriterebbe una trattazione a parte.
I rimanenti, dopo aver assistito a vari passaggi più o meno rumorosi nel camerone, si levano alle 6 e si gustano una non disprezzabile colazione. Partenza verso le 7 nell’aria fresca del mattino (meno del previsto) per iniziare la salita tra bei prati, ruscelli, e laghetti a profusione. Si crea un gruppetto più avanti ed un altro più indietro ma il ritmo è comunque buono. E poi.. venne l’ora delle pietre e soprattutto dei pietroni! Prima timide morene di ex lingue glaciali e poi un serio pendio che definire roccioso sarebbe riduttivo e che a prezzo di “qualche fatica” e della riscoperta nel nostro DNA delle antiche caratteristiche di “quadrumani” ci porta al Colle dei Tre Cappuccini a 3.242 mt. L’aria s’è fatta a tratti, più fresca ma il panorama è meritevole, con laghetti, laggù, che sembrano delle perle azzurre. Inizia la salita sulla cresta abbastanza “larga” quanto, ahi ahi, non corta (quanto son piccoli gli uomini presso la punta!) E’ grazie a frequenti pause (vedi rarefazione dell’aria ) ed all’uso (ancora!) di tutti 4 gli arti che si perviene, dopo le ore 10, alla cima dell’ Emilius (3.560mt) .
Ancora panorami mozzafiato, Aosta è “lì sotto” e.. tira una “bisa” che induce a coprire quanto è scoperto! Ad accoglierci c’è una piccola statua della madonna lì collocata dagli Scouts valdostani. Foto di rito, spuntino e discesa che si rivela meno traumatica del preventivato. Giù, giù ed ancora giù.. Ma quanta strada abbiamo fatto!? Si ha anche il tempo di notare la ricchezza e varietà geologica del sito che sarebbe bello visitare in compagnia di un geologo (volendo anche una geologa) per capirne di più e non limitarsi a gustare le parti rossastre/marroni che emergono tra una varietà di altre tipologie rocciose. Finalmente eccoci al Rifugio Arbolle verso le 14 di domenica. Si vivono attimi piacevolissimi di relax e, per i più devoti, momenti di benedizione della birra “blanche” quanto mai apprezzata dopo il sole cocente e la disidratazione generale. Le cose belle hanno una fine e tra i segnali di disappunto se non proprio di esplicita protesta di piedi e ginocchia si inizia il ritorno che prevede (ancora!!) la salita al colle di Chamolé e la successiva discesa alla seggiovia. Il pudore impedisce di manifestarli ma si intuiscono non dichiarati momenti di benedizione della stessa.
Auto e .. via verso casa in Valsusa!! Ndr: Che caud, dopo quelle quote!!
Grazie Sissi, grazie Osvaldo e .. grazie ai compagni di avventura!!
Gualtiero Guglielminotti

11 luglio 2022 -- Lac de Cristol

Crevoux no, Nevache si. Che questa escursione fosse nata sotto il segno sbagliato, ormai era risaputo. Programmata dal 2018 non fu realizzata causa maltempo. L'anno successivo subito dopo la partenza, a Claviere l'autobus ebbe dei problemi meccanici e si tornò tutti in bassa valle dove ognuno si creò una propria meta, per non vanificare la domenica.
Nel 2020 arrivò il Covid e tutto il resto che tutti ormai hanno subito. Una causa importante comunque è stata la mancata socializzazione con conseguenze che credo tutti noi viviamo ogni giorno e con la speranza che le varie mutazioni del virus termino con l'annientamento di se stesso...speriamo. Finalmente quest'anno sembra che sia un pochino meglio (solo per le escursioni intendo, visto la guerra alle porte di casa) e alcune gite sono state realizzate con successo.
E veniamo a quella di Crevoux....Si parte puntuali da Avigliana in su riempiendo il pullman in ogni suo posto. Si arriva al Monginevro e un gendarme solerte ci ferma per chiederci ove fossimo diretti, quanti fossimo e ciao. Arriviamo a Briancon e alla rotonda per il Lautaret tutto è sbarrato per una corsa di biciclette ... Scendo a chiedere spiegazioni e il gendarme di turno mi spiega che è in corso una gara a cui partecipano circa 6000 persone che ripercorre in parte la tappa che si terrà in settimana del Tour de France... Boja Fauss (eufemismo)..Mi dice che sino alle 09.30 sarà tutto bloccato.
Risalgo mestamente sul pullman e spiego. Decidiamo di fare colazione qui e poi decidere il da farsi. Ricompattati tutti dopo il caffè spiego che avendo qualche dubbio sono tornato al posto di blocco e un altro gendarme mi dice che i partecipanti sono 16000...avevo capito male.
Quindi la strada si aprirà forse alle 10.00/10.30. Decidiamo un'altra meta e dopo un simposio bordo pullman, decidiamo per un'escursione di qualche anno fa nei pressi di Nevache e precisamente ai Laghi Cristol. Per tanti è una novità assoluta e la giornata climaticamente è perfetta. Alla discesa decido di non riproporre più, almeno per un paio d'anni, la gita a Crevoux...
Ma la giornata iniziata un pochino sotto il segno della sfortuna ci regala ancora un sacco di code sulla strada del rientro, grazie alla solerzia della SITAF nel chiudere i caselli per "agevolare" il cambio turno al cantiere fantasma della TAV.. e anche qui qualche improperio mi sorge spontaneo, però ricordando i sorrisi dei partecipanti al loro arrivo al lago Cristol, tutto puntualmente svanisce, e quindi arrivederci alle prossime uscite.
Osvaldo Vair

17 luglio 2022 -- Lac de Lauzet
Pedalata in parte su asfalto e in parte su strada bianca. Partiti da St. Crepin (nei pressi di Guillestre), abbiamo raggiunto su strada asfaltata il paesino di Le Villard (dove abbiamo trovato un ottimo baciass per fare rifornimento acqua e, al ritorno, per nettare le bici e le persone coperte di bianco per la notevole poussière presente sulla strada bianca).
Dopo, su strada sterrata e con lunghi tratti in ombra, abbiamo raggiunto l'alpeggio di Moussiere e quelli che ci hanno preceduto perché saliti in macchina fino a Le Villard. Siamo quindi entrati nel vallone di Lauzet e, con alcuni tornanti abbastanza ripidi, abbiamo raggiunto il pianoro di Lauzet con lo splendido lago adagiato come un gioiello e nel quale si specchiano le montagne che lo circondano.
Con un ultimo sforzo di poche centinaia di metri abbiamo raggiunto il Colle di Lauzet. Lungo la salita abbiamo potuto ammirare quello che resta dei ghiacciai del massiccio Des Ecrins. Fatto quindi pranzo al sacco all’ombra di un larice nel dintorni del lago e poi un ricco book fotografico del bellissimo panorama circostante.
Anche se esistevano possibilità di fare un giro ad anello, anche per il gran caldo che è sopraggiunto nel pomeriggio, il rientro è stato effettuato per la stessa strada, abbandonando anche la possibile deviazione verso Eygliers e Mont Dauphin.
22 partecipanti di cui 11 “muscolari” e 11 “elettrici”. Il più giovane, Dante, di 10 anni il più “diversamente giovane” ,Giorgio, di 71 anni.
Aldo Perotto

24 luglio 2022 -- Monte Zerbion
Come da programma trasferimento in pullman in Val d'Ayas e precisamente al parcheggio di Pian delle Dame ( 1895 m ) a Barmasc nel Comune di Antagnod. Dei 43 iscritti in origine, causa defezioni varie partecipiamo alla gita 35 persone.
Alle 9,15 ci inoltriamo nel bosco di larici percorrendo un'ampia strada sterrata e raggiungiamo in poco tempo il Pian delle Signore attraversato da un canale di irrigazione ( Ru Cortot ) ormai quasi in secca.
Superato il pianoro proseguiamo nel bosco lungo un sentiero decisamente più impegnativo per portarci oltre il margine superiore del bosco.
Il percorso è caratterizzato da lapidi in pietra che rappresentano la Via Crucis. Il sentiero ora volge alla nostra sx e su fondo sconnesso e scalinato ci portiamo alla base del colle Portola.
Il tracciato diventa più ripido e su terreno a tratti friabile con diverse serie di tornantini superiamo le ultime balze rocciose e raggiungiamo il colle Portola a ( 2410 m ) che fa da spartiacque tra la Val d'Ayas e la Val Tournanche.
Durante il cammino intanto il gruppo si sfalda leggermente , ma il contatto è stato comunque garantito dalle frequenti comunicazioni via radio . Ripartiamo dal colle Portola seguendo il sentiero di sx ( 105 ) che sale parallelo alla cresta a leggera distanza .
Raggiunto e superato un primo colle dove al di sopra è collocato un grande Crocefisso proseguiamo sul sentiero che per un tratto tocca la cresta e ci conduce ai piedi della vetta . Con un'ultima sequenza di tornanti raggiungiamo la cima 2722 m sulla quale è collocata un'imponente Madonna in bronzo alta 7 m che poggia su un piedistallo di 8 m.
La giornata è bella e soleggiata e lo sguardo spazia su tutte le cime circostanti , dal gruppo del Monte Rosa , Cervino , Monte Bianco ecc , il panorama è un'incanto. Come era prevedibile la cima è affollata , per cui dopo una breve sosta e lo scatto di alcune foto decidiamo di scendere all'anticima per la sosta pranzo.
Il ritorno lo effettuiamo sul medesimo percorso di salita con una leggera deviazione per portarci sulla cresta panoramica dove c'è il grande Crocefisso. Raggiunto in seguito il colle Portola scendiamo al parcheggio di Pian delle Dame a concederci un meritato e gradevole ristoro.
Verso le 16,00 facciamo rientro in pullman con con ancora una sosta alla formaggieria a Brusson. Alle 19,30 circa arriviamo a Bussoleno con piena soddisfazione di tutti i partecipanti alla gita.
Fiorenzo Pognant Gross

31 luglio 2022 -- Festa all'Amprimo
Dopo due anni di pandemia, finalmente si può ripartire !!
In data 31 luglio ci siamo ritrovati pieni di entusiasmo al Rifugio per festeggiare; in mattinata l’affluenza sembrava scarsa ma col passare delle ore le persone, vista la bella giornata, sono aumentate. Le iniziative messe in campo, sono state varie e tutte ben apprezzate. Oltre ai consueti giochi destinati ai bambini ( pignatte, arrampicata) ormai collaudati, per i quali c‘è stata notevole affluenza; il Consiglio quest’anno ha deciso, su proposta di Silvio, di introdurre un nuovo gioco: la gara delle bocce quadrate. C’è stata qualche difficoltà nella realizzazione delle bocce, ma alla fine il risultato è stato più che soddisfacente. La gara si è svolta alla baraonda, ad eliminazione diretta ed ha visto il trionfo di Piercarlo, che ha primeggiato anche nella consueta gara al punto, accaparrandosi così ben 2 ricchi cesti premio.
Altro gioco molto seguito è stato quello del filo proposto da Osvaldo V. a cui va il merito di aver pazientemente annodato fili di varia consistenza avvolgendoli poi in una matassa, alla fine il risultato ha sorpreso un po’tutti, ben 180 metri di lunghezza ;il vincitore si è aggiudicato la toma in palio.
Nel primo pomeriggio, nell’ambito del Festival della Montagna ,è stata proposta una rappresentazione itinerante di leggende locali ( fate, folletti masche...) i due bravi attori hanno intrattenuto il pubblico catturando l’attenzione di grandi e piccoli lungo un itinerario nei dintorni del Rifugio.
Verso le 15,30 tutti si sono radunati di fronte al Rifugio con in mano i biglietti precedentemente acquistati, prestando attenzione all’estrazione ,speranzosi di portarsi a casa uno dei tanti premi. Il primo premio, una tenda, è andato ad Ettore e Dante che per avere più chance di vincita avevano “ svaligiato” durante la giornata il portafoglio del nonno.
Al temine della festa ,come consuetudine, è stata offerta a tutti i partecipanti la spaghettata.
Siamo ritornati a casa soddisfatti della bella giornata trascorsa in compagnia anche se un po’ stanchi.
Enrica eTiziana

20 - 27 Agosto 2022 -- 7 giorni in Valmalenco
Cari Soci,
anche quest’anno siamo riusciti a realizzare una bella settimana di vacanza su montagne, per buona parte del gruppo, ancora sconosciute.
La Valmalenco è stata una piacevole sorpresa, belle montagne selvagge, molto ripide e ancora ricche, per quel che rimane, di ghiacciai, Vedrette, così nominati da quelle parti.
Le gite, dalle più impegnative alle quelle più semplici, sono sempre state accompagnate da magnifiche giornate, con cieli tersi e senza nuvole, forse è merito della organizzatrice Tiziana che oltre all’ottima scelta dell’albergo (Hotel Roseg a Primolo) ha prenotato anche giornate splendide.
Tutta la settimana è trascorsa con un bel ritmo di escursioni, credo che tutto il gruppo sia stato soddisfatto, sia per i percorsi che per l’alloggiamento.
I partecipanti sono stati 44 tra cui la socia più giovane della sezione, la figlia di Cinzia, Erica, di appena quattro mesi.
Ringrazio in modo particolare Tiziana per l’impegno che ha dedicato ad organizzare il tutto, impeccabile come sempre.
Brava, Grazie Mille.
Il presidente, Osvaldo Plano
Sabato 20 agosto - Val Tartano – il Ponte nel Cielo
L’idea di inserire questa variante nell’elenco delle gite proposte per la nostra settimana è venuta da Mina e Osvaldo Piccolo i quali tempo fa hanno trascorso un fine settimana in Val Tartano.
Il Ponte realizzato nel 2018 dal Consorzio di miglioramento fondiario di Pustaresc mette in comunicazione la frazione di Campo Tartano con i maggenghi bassi dall’altro lato della valle,si tratta di un’opera ardita alta 140 metri e lunga 234 come ben illustrato dalle foto che ne documentano le fasi della costruzione e l’impegno finanziario necessario per realizzare l’opera (ben 800.000 euro) esposte nel piccolo chalet sede del Consorzio costruito all’arrivo del Ponte,
La partenza per raggiungere la nostra meta avviene, come stabilito, in ordine sparso, l’appuntamento è fissato a Campo verso le 12, sappiamo di dover acquistare il biglietto in internet e si decide di farlo sul posto anche perché ci sono alcune ultime perplessità da parte di chi soffre le vertigini ed è un po’ timoroso.
All’inizio della tortuosa salita che porta a Campo troviamo un cartello che avvisa che i biglietti per accedere al ponte sono esauriti, scambio di telefonate e decidiamo di ignorarlo, una volta raggiunto il paese ci rendiamo conto che abbiamo fatto bene, il cartello non è attuale e non solo, ma funziona anche la biglietteria per cui anche senza internet possiamo procedere.
Il ponte ci da molta sicurezza, è ben protetto da alte spallette laterali ed il piano é ampio e sicuro, certo oscilla leggermente ma tutti lo percorriamo sereni, magari senza guardare troppo sotto di noi. Raggiunto l’altro lato della valle saliamo pochi metri troviamo un piccolo bivacco, con un panino ed un caffè ci rifocilliamo poi alcuni decidono di seguire il sentiero piuttosto impervio che porta al successivo ponte, altri scendono alla strada che giunge alla diga sottostante per poi risalire a Campo; in buona parte decidiamo di ripercorrere il ponte e riprendere le auto per raggiungere la nostra meta: Primolo.
Tiziana Ferraro
Domenica 21 agosto – Escursione Rifugio Carate e Rifugio Marinelli.
Prima escursione, una delle più impegnative della settimana, partenza dal Bacino di Campo Moro ai piedi della diga bassa (1996m) salita al Rifugio Carate (2636m) e per chi è più allenato al Rifugio Marinelli Bombardieri (2813m).
Anticipiamo la colazione alle 7:00 per essere puntuali alla partenza alle 8:00.
Tutti gli spostamenti li facciamo con l’auto, questo ha creato subito, il primo giorno, un piccolo disguido. Causa una gara di trail in montagna la carovana di auto è stata divisa, un gruppetto è andato alla seconda diga e il gruppone alla prima, luogo corretto per l’inizio del sentiero.
Così il gruppetto della seconda diga per raggiungere il rifugio Carate ha fatto una variante dirigendosi prima al Rifugio Bignami (2401m) e poi, salendo un vallone di pietraie e scavalcando la forcella di Fellaria ha raggiunto il resto del gruppo al Rifugio Carate, per poi alcuni, proseguire verso il Rifugio Marinelli.
Il sentiero corretto invece, dopo un primo tratto in ripida salita, prosegue su un lungo falso piano nel bosco di larici per poi impennarsi su un terreno roccioso per arrivare al Rifugio Carate. Dal Carate l’ambiente è tipico dell’alta montagna, fino a trenta/quaranta anni fa questo percorso era coperto dai ghiacci.
Lasciamo il Carate, e appena sopra, al colle, si apre uno spettacolo magnifico, di fronte la Vedretta di Scerscen e a destra la Vedretta di Fellaria con la cresta e la cima del Pizzo Bernina, saliamo verso il Marinelli, superiamo un piccolo lago glaciologico turchese, e sulla destra in alto sotto le Cime di Musella vediamo incastonato quel che rimane della Vedretta di Caspoggio, altro ghiacciaio in sofferenza.
Arriviamo al Rifugio Marinelli alla spicciolata, la giornata è bellissima, ci permette di vedere tutte le montagne intorno, siamo circondati da vette e ghiacciai, un vero spettacolo. In lontananza, sotta la cresta del Bernina si intravede sulla spalla il rifugio Marco e Rosa (3610m) base per la salita al Bernina dal versante Nord-Est.
Dopo un piccolo pranzo e un caffè, un ultimo sguardo al paesaggio e si ritorna alle auto per il sentiero di salita, finiamo la giornata con una lauta cena all’hotel, pronti per domani per una seconda gita.
Osvaldo Plano
Domenica 21 agosto – Escursione Primolo - Lago Palù (1.925 m)
Prima giornata di vacanza e prima proposta di camminata: rifugio Marinelli, 900 mt di dislivello e dalle 3 alle 4 ore di salita.
Reputiamo che faticare già troppo la prima giornata non fa per noi. Così un gruppetto di 5 persone, tra cui la sottoscritta, pensano ad un itinerario più tranquillo. Altre 4 persone hanno la stessa idea e tra queste c’è la nostra mascotte: Erica una bambina di soli 4 mesi.
La scelta ricade sul Lago Palù, abbiamo visto un cartello nelle vicinanze del nostro hotel che indica 2 h di salita. Noi 5 partiamo da Primolo dove alloggiamo, gli altri preferiscono avvicinarsi un po’ e partiranno dal parcheggio dei Barchi. Si parte tranquilli, il primo tratto del sentiero è un lungo traverso ombroso nel bosco di conifere. Dall’altra parte della valle si puo’ osservare una delle tante cave di pietra, infatti questa zona è famosa per l’estrazione della pietra “ollare” usata anche per la fattura delle costose pentole. Il sentiero è bello anche se nell’ultimo tratto diventa più pietroso.
Compiuto un tratto in discesa si attraversa il torrente su un comodo ponte, decidiamo di non prendere il sentiero che sale ripido verso Il paesino di San Giuseppe ma seguiamo una strada sterrata che si snoda lungo le sponde del torrente. L’acqua scorre tra le rocce facendo di tanto in tanto notevoli salti, creati dall’uomo, vaporizzando l’acqua che sale sino a noi rinfrescandoci.
Si risale poi verso il paese di san Giuseppe e i Barchi dove incontriamo delle belle baite ristrutturate con buon gusto. Da qui parte una seggiovia che raggiunge la Punta Motta, un pensierino ci sfiora ma poi desistiamo. Continuiamo così la nostra salita in parte su sentiero ed in parte su un tratturo incementato che funge da pista per il rifugio che si trova nelle vicinanze del lago, entrambi sono ripidi.
Finalmente si raggiunge la bella e vasta conca dove al centro si trova il lago Palù, il livello dell’acqua quest’anno a causa della siccità è notevolmente ribassato. Ci raccontano che all’inizio del mese di agosto si tiene una grande festa ed una barca con i sommozzatori raggiunge il centro del lago per posizionare una statua del Cristo degli abissi, simile a quella ligure di San Fruttuoso. La giornata è bellissima, il cielo è azzurro senza nuvole e fa caldo, intorno a noi si stagliano le bellissime cime ed in lontananza appare anche qualche residuo di ghiacciaio.
Pranziamo sulle rive del lago godendo di questo splendido panorama. Si riparte compiendo il periplo del lago raggiungendo il rifugio per gustarci un buon caffè. E’ ora di riprendere il cammino seguendo quello fatto in salita sino all’abitato di San Giuseppe dove, dietro alla chiesa, scopriamo un nuovo sentiero che ci riporta ben presto sulla sterrata fatta al mattino.
Doveva essere un percorso tranquillo ma alla fine non si è rivelato proprio così . Alla sera ci confrontiamo con il gruppo che è salito al rifugio Marinelli vincono loro di poco: rifugio Marinelli 24 km lago Palù 22 km.
Enrica Croletto
Lunedì 22 agosto – Escursione Primolo (1250 m) – 3 Laghi di Sassersa (2.450 m)
Partiti a piedi dall’Hotel Roseg di Primolo m.1250, raggiungiamo il verde altopiano dell’Alpe Pradaccio m.1720, attraverso una bella lariceta con sottobosco di mirtilli ed erica. Lasciando alle spalle le baite, attraversiamo una macchia di pini mughi e cominciamo a salire per un canalone che si fa sempre più ripido e sassoso. La traccia si perde a volte tra grandi massi, bisogna cercare i bollini sulle pietre, il percorso non sempre è agevole.
Molto più in alto la traccia si porta a sinistra e raggiunge un ripiano a quota m.2200. Giungiamo quindi alla sommità del vallone che attraversa ancora una fascia di grandi massi, fino a raggiungere la sponda del laghetto inferiore di Sassersa m.2368, la prima perla di color turchese. Piegando a sinistra raggiungiamo le formazioni rocciose che separano la conca del lago più basso da quella del laghetto di Mezzo m.2391. Superato questo, continuiamo a salire sino alla conca del laghetto Superiore m.2450, dai bellissimi colori ancora più intensi. In discesa, sotto l’alpe Pradaccio imbocchiamo un sentiero che passa per l’Alpe Prato e prosegue più in basso fino a raggiungere il sentiero percorso in salita nei pressi di Primolo, compiendo un piccolo anello. Dislivello m.1300 Ore circa 3,30 Difficoltà EE.
Giovanni e Piera Orso Giacone
Lunedì 22 agosto – Rifugi Gerli Porro e Ventina – Sentiero del larice millenario.
Punto di partenza del nostro percorso è Chiareggio che, in una giornata così limpida e mite, viene raggiunta dal nostro piccolo gruppo (io, Mario, Flavio, Susanna, Giorgio, Tiziana, Antonella, Enrica, Sergio, Myriam e Jackie) in auto.
Parcheggiata l’auto, in località Chiareggio abbiamo seguito le indicazioni del sentiero n. 323 indicanti l’Alpe Ventina, scendendo di poche decine di metri fino al Torrente Mallero che abbiamo attraversato su una comoda passerella in legno. Svoltando a destra, il tracciato segue un'ampia mulattiera che sale in modo costante ma dolce in un profumatissimo bosco di abeti e larici, accompagnati sulla destra dal torrente.
Verso la fine del percorso la pendenza si fa più severa e il passo più lento mentre attraversiamo una zona di materiale franoso alla cui sommità si staglia il rifugio Gerli – Porro, ben visibile con il tetto e le finestre rosse. Di fronte a noi si apre la splendida piana dell’Alpe Ventina, a circa 2000 metri di quota e poco più di un’ora di cammino, al cospetto del Monte Disgrazia e della vedretta del Ventina che ci lascia senza fiato. A fianco del rifugio c’è un piccolo specchio d’acqua limpida e, su dei cartelli, gli itinerari per il sentiero glaciologico Vittorio Sella e quello del Larice Millenario. Poco più avanti, si scorge una piccola cappella dedicata ai caduti di montagna e l’altro rifugio Ventina, appartato e discreto con le sue finestre verdi.
Poiché io e Myriam siamo rimaste incuriosite dalla descrizione del Larice Millenario, decidiamo di proseguire il nostro cammino accompagnate dal prode Flavio, mentre l’altra parte del gruppo trova un angolo tranquillo per riposare e godere lo spettacolo della natura circostante.
Il sentiero parte di fronte alla cappella con una traccia ben segnalata che ci conduce in quota scavalcando una serie di massi, inerpicandoci per circa 30 minuti, su ripidi e frequenti tornanti tra pini mughi, in un percorso estremamente panoramico su tutto il bacino del Ghiacciaio del Ventina.
Tralasciamo la pista che, a sinistra, porta alla Ferrata del Torrione Porro, proseguiamo verso sud entrando in una valletta appartata che prelude ad un rado bosco di larici, cembri e mughi.
Sentiero del larice millenario
L’incontro con alcuni tronchi al suolo, scorticati e ingrigiti dal tempo, accompagnati da una serie di cartelli contenenti le indicazioni cronologiche, ci illudono che il “millenario” è vicino.
Purtroppo dobbiamo ancora girovagare un po’ quando, persa ogni speranza, ma sicuri di non voler mollare (per non essere prese in giro da Mario e Jackie), finalmente compare il maestoso larice. Ci coglie una particolare emozione e soddisfazione nell’averlo trovato vivo, sopravvissuto per oltre 1000 anni alle condizioni severe dell’alta quota.
Ci sediamo, lo osserviamo, lo fotografiamo e ammiriamo il paesaggio che lo circonda e che ci invita a riflettere sulla natura delle cose, sulla vita e il tempo che corre. Myriam abbraccia il suo tronco, gli auguriamo “buona vita”, riprendiamo il sentiero e scendiamo velocemente per raggiungere gli altri che ci davano già per dispersi.... Mangiamo
voracemente un panino e ritorniamo a Chiareggio per lo stesso itinerario di salita. Prima di riprendere l’auto ci meritiamo tutti un buon ghiacciolo rinfrescante.
Laura Zanotto
Mardì 23 aout 2022 - Radonnée refuge Bignami et sentier glaciologique «Luigi Marson »
Après avoir garé les voitures au-dessous du barrage de Gera nous traversons par la digue pour rejoindre le sentier à gauche de la retenue d’eau qui monte en pente régulière et rejoignons le refuge Roberto Bignami (2401m) après une heure de marche.
Petite halte et nous repartons vers l’alpage Fellaria.
Une fois les bergeries dépassées nous prenons le sentier qui part à droite pour faire le parcours glaciologique Luigi Marson, parcours C (480m de dénivelé pour environ 5,5km) qui nous amènera au pied du glacier Fellaria. Le sentier monte doucement pour ensuite traverser une ancienne moraine et arriver sur un plateau. Il se poursuit par une partie plus raide constituée de grosses roches, certains passages demandent un peu d’attention mais après un dernier effort nous arrivons au sommet et là le glacier et son lac s’offrent à nos yeux. Nous avons également une vue magnifique sur tous les sommets environnants. Halte déjeuner pour reprendre des forces tout en admirant la paysage et/ou descendre au bord du lac glacière. Le retour vers le refuge Bignami se fait par le même parcours Pour redescendre vers le barrage Gera nous emprunterons le sentier du tour des lacs ou des sept ponts. Celui-ci va nous permettre de descendre quasiment en fonds de vallée, tout en passant près d’une belle cascade, pour remonter sur l’autre versant. Nous atteindrons l’alpage Gembre où paisse un troupeau de chèvres. De Gembre nous avons une vue magnifique sur les montagnes et les glaciers mais aussi sur le barrage. Nous continuons notre marche par un sentier que nous croyions plutôt plat mais ...surprise une dernière montée assez raide nous attends pour regagner le dernier parcours qui nous permettra de rejoindre la digue et de la regagner les voitures.
Martedì 23 agosto 2022 - Rifugio Bignami e sentiero glaciologico “Marson”.
Una volta arrivati, ci siamo parcheggiati sotto la diga del Gera che abbiamo attraversato per raggiungere l’inizio del sentiero. Questo parte alla sua sinistra con una pendenza regolare. Si raggiunge successivamente il rifugio Roberto Bignami (2401m) che dista un’ora dalla partenza. Ci siamo concessi una piccola pausa e siamo partiti verso gli alpeggi “Fellaria”. Una volta superati abbiamo preso il cammino che va verso la destra in direzione del sentiero glaciologico “Luigi Marson” (percorso C, 480m di dislivello su 5,5km) che porta sotto al ghiacciaio Fellaria.
Il cammino sale poco a poco, si passa attraverso una morena e si giunge, infine, su un altopiano. Questo prosegue in modo più ripido attraverso rocce grandi, in alcuni punti è necessario stare attenti, e porta in vetta laddove si può ammirare il ghiacciaio e il suo lago. Oltre ad essi il panorama è mozzafiato. Ci fermiamo a mangiare. Per tornare al rifugio Bignami prendiamo lo stesso percorso a ritroso.
Per scendere verso la diga Gera passiamo dal sentiero del giro dei laghi o dei sette ponti. Questo ci fa scendere a fondo valle e ci regala una cascata lungo il suo percorso per poi risalire sul pendio opposto. Si arriva all’alpeggio Gembre dove sono rimaste delle pecorelle a pascolare. Da Gembre abbiamo una vista spettacolare sulle montagne, sui ghiacciai e sulla diga. Continuiamo la nostra gita su un sentiero che sembra piatto... e siamo sorpresi da un’ultima salita ripida che ci aspetta per raggiungere l’ultimo giro che porterà finalmente alla diga dove sono state parcheggiate le macchine.
Miriam Balestracci
Mercoledì 24 agosto 2022 - Alpe Pirlo
La gita di ieri al Rifugio Bignami e ghiacciaio Fellaria ha lasciato qualche segno. Oggi vogliamo fare un’escursione di breve durata. Su consiglio di Paola dell’Hotel scegliamo l’Alpe Pirlo.
Si parte a piedi dall’Hotel. All’ingresso del paese troviamo la segnaletica: tempo previsto 1 ora e 10’. Subito si sale nel bosco; il sentiero è bello ma abbastanza ripido e sale con regolarità. Dopo circa un’ora troviamo l’indicazione “Sentiero della pietra ollare”. Attraversiamo un ponticello e poco dopo si apre una radura nel bosco ed ecco l’Alpe Pirlo. Siamo a 1591 metri di altezza. C’è una baita ben curata a cui si addossano altre piccole costruzioni. I balconi sono ingentiliti dai gerani. I prati circostanti sono recintati.
Seguiamo il sentiero e subito dopo la baita, al limitare del bosco, scopriamo la meraviglia di una sorgente che forma un minuscolo laghetto da cui esce il ruscello che attraversa l’Alpe. Qui sostiamo a godere la bellezza dell’acqua limpida e color smeraldo e la tranquillità del posto. Tra gli alberi si scorge un’altra baita ben curata. Arriva una giovane coppia, con un cane che si diverte nell’acqua. Commentiamo che la salita è stata breve ma dura; il ragazzo ridendo conferma dicendo che “Messner ha fatto tutti gli 8000, ma non è mai salito all’Alpe Pirlo”.
Dopo un po’ di riposo proseguiamo per l’Alpe Pradaccio, che raggiungiamo in circa 20 minuti. Siamo a 1723 metri di altezza.
Per il ritorno a Primolo ci sono due possibilità: scegliamo la più breve, un’ora. Il sentiero scende rapidamente nel bosco fino a raggiungere una strada bianca che ci riporta al paese, completando un giro ad anello breve ma molto bello.
Vanni Aimo
Mercoledì 24 agosto 2022 – Riserva Naturale Val di Mello.
Oggi è il giorno della ferrata al Torrione Porro ed il gruppo si disgrega. Una dozzina di soci decidono di abbandonare la Valmalenco per recarsi nella Valmasino e precisamente nella riserva naturale della Val di Mello , a 45 km circa da Primolo. Qui, come ormai siamo abituati, la strada è a pagamento: occorre un pass da 10 euro per percorrere il tratto di strada sino al secondo parcheggio e i pass sono contingentati al numero di 40 giornalieri.
Arrivati lì sorpresa: i pass sono terminati. Ma noi siamo fortunati perché si avvicinano due ragazzi, che stanno ritornando a casa dopo la loro arrampicata, e ci cedono il loro pass a prezzo ridotto. Felici proseguiamo, con la nostra autista Tiziana che si prodiga a fare più viaggi per portare su quasi tutto il gruppo tranni i pochi che hanno optato per la salita a piedi. La Val di Mello è una valle glaciale molto stretta, circondata da alte pareti rocciose che un po’ ci ricordano la nostra “Valle Stretta” e meta oltre che di escursionisti anche di molti arrampicatori.
Si inizia la camminata su un ampio sentiero con un buon fondo che però nei tratti più ripidi diventa acciottolato rendendo più disagevole il percorso. Si segue il fondovalle ed il torrente incontrando una serie di rifugi ed agriturismi che offrono le loro prelibatezze, inizialmente incontriamo un laghetto dall’acqua molto limpida e poi più avanti un altro laghettino che viene definito il “Bidet della Contessa” (a sentire i locali però il vero” Bidet della contessa” si troverebbe più avanti e si riferirebbe ad un masso tondeggiante scavato dall’acqua). La valle risulta molto gradita agli escursionisti di ogni età, infatti c’è molta gente soprattutto famiglie con bambini che si divertono a sguazzare nelle acque dei laghetti e del torrente.
Su indicazione di Flavio attraversiamo il torrente per proseguire su un sentiero più stretto ed ombroso, che doveva essere più semplice e che invece si rivelerà più difficoltoso del precedente. Una parte del gruppo si ferma a consumare il pasto all’ombra di alcuni larici attendendo gli altri che hanno proseguito addentrandosi nella pineta che conduce all’Alpe Pioda. Ricompattato tutto il gruppo ci fermiamo al Rifugio Mello per il ristoro pomeridiano a base di caffè, birra e yogurt locale.
La nostra è stata un’escursione meno impegnativa per dislivello rispetto a quelle dei giorni precedenti ma comunque molto soddisfacente per il bellissimo panorama goduto.
Antonella Vair
Mercoledì 24 agosto 2022 – Ferrata Torrione Porro (2435 m).
Giornata in cui il gruppo si è diviso su diverse mete.
Il nostro gruppo formato da me, Osvaldo Piccolo, Franco , Rita, Marco, Mauro A. Mauro M., Daniela, Luigi, Giorgio, Paolo e Carlo ritorniamo a Chiareggio per salire nuovamente al Rifugio Porro diretti alla Ferrata del Torrione Porro.
Arrivati al rifugio risaliamo verso il colle su sentiero un po' impervio praticamente sulla colata detritica del torrione, i passi sono tra un masso e l’altro raggiungiamo l’attacco, ci prepariamo con le longe e le imbragature e si parte.
La ferrata pur essendo abbastanza aerea sullo sperone è ben attrezzata , non presenta grandi difficoltà quindi diventa divertente arrampicare. Daniela e Luigi sono alla loro seconda ferrata, sono entusiasti, grazie anche alla bellissima giornata e al bel panorama sottostante.
Salendo alla destra la visuale spazia sulla Vedretta del Ventina del Monte Disgrazia in basso l’intera valle del Ventina con i due rifugi, Porro e Ventina.
Arrivati in cima solito spuntino, la classica foto di gruppo, un occhio ancora al bellissimo panorama e discesa per un altro itinerario sul versante sud.
Scendiamo al Lago Pirola (2283), una macchia turchese incastonata tra le rocce, proseguiamo verso l’Alpe Pirola ormai abbandonato con le poche baite rimaste diroccate, la discesa continua molto ripida nel bosco di Larici ci porta all’Alpe Zocche(1773 m) alpe ancora attivo, ultimo tratto del sentiero sempre molto ripido nel bosco ci fa raggiungere il ponte di Chiareggio e le nostre auto. Al Ritorno raccogliamo il gruppo che è salito al rifugio Longoni per portarli alle loro auto a San Giuseppe visto che hanno fatto l’anello San Giuseppe- rifugio Longoni – Chiareggio.
Ci ritroviamo Tutti al Bar di San Giuseppe per una gradita birra e ritorniamo all’Hotel.
Osvaldo Plano
Mercoledì 24 agosto 2022 – Rifugio Longoni.
Mercoledì 24 agosto un piccolo gruppo si é recato al Rifugio Longoni posizionato nel versante sud del gruppo Bernina a quota 2.450 mt.
La giornata é splendida, partiamo in 5 da Chiareggio, altri 4 partiranno dalla borgata San Giuseppe, con l’intesa di trovarci al rifugio e incrociare ipercorsi di discesa. Oltrepassate le ultime case il sentiero si inerpica subito nel bosco ben segnalato dai cartelli, dopo circa un’ora di salita il bosco dirada ed il panorama si apre, ai 2.000 mt ecco l’Alpe Fora. Saliamo ancora rapidamente percorrendo un sentierino nei prati fino a raggiungere un ampio pianoro Piana di Fora delimitato a nord da enormi blocchi rocciosi con belle cascate. Si riprende a salire, il prato lascia via via il posto alla roccia, intravediamo una bandiera italiana che sventola segno che il Rifugio non è lontano, infatti ancora un pianoro ed ecco il Rifugio Longoni, la nostra meta. La vista é veramente emozionante, in basso si vede tutta la vallata e fanno da sfondo le cime delle catene montuose che ci circondano.
Aspettiamo i nostri amici escursionista saliti da San Giuseppe e dopo esserci rifocillati scendiamo invertendo i percorsi, noi raggiungeremo l’abitato di San Giuseppe, anche questo sentiero é ben segnalato, ma piuttosto ripido, con un fondo di pietre scivolose e dobbiamo prestare molta attenzione. Il sentiero si addentra in una pineta fino all’Alpe Entrova dove si ammirano alcune baite molto ben ristrutturate, infine raggiungiamo un ultimo tratto nei prati e percorrendo una strada sterrata raggiungiamo Bracciasca nei pressi di San Giuseppe, qui incontriamo finalmente i nostri autisti che hanno affrontato la ferrata al Torrione Porro. Bellissima gita soprattutto la salita da Chiareggio migliore della discesa su San Giuseppe.
Laura Favro
Giovedì 25 agosto 2022 - Rifugio Del Grande Camerini
Oggi ci siamo quasi tutti. Con le auto raggiungiamo Chiareggio, dove ormai siamo quasi di casa. Dal parcheggio ci portiamo a Pian del Lupo.
Qui inizia il nostro percorso; una bella tavola in legno ci informa “Rifugio M. Del Grande R. Camerini mt. 2600 APERTO”. Partiamo da una quota di circa 1650 metri. Il tempo di percorrenza previsto è 3 ore e 10 minuti.
Si inizia su pianeggiante strada bianca che costeggia il ruscello. La corona di monti che abbiamo davanti è bellissima. Dopo poche centinaia di metri si attraversa un ponte e inizia la salita. Il sentiero sale ripido nel bosco fino a un ponticello dove giungiamo dopo circa 40 minuti. Fin qui ho tenuto il passo dei primi, ma ora decido di attendere il gruppo che ci segue, più adeguato alle mie capacità.
Per un breve tratto la pendenza è meno severa, ma dura poco. Il sentiero continua, di nuovo ripido, con regolare salita nel bosco, poi su prateria, poi su pietraia e roccette. Incontriamo un gruppo di asini al pascolo, che si dimostrano assai domestici e cercano le nostre coccole. All’orizzonte, dove la montagna incontra il cielo, si intravede il tetto del Rifugio, ma la strada è ancora lunga.
Siamo ormai molto scaglionati, ognuno sale con il suo passo. Qualche brevissimo tratto in piano consente di riprendere fiato, ma la salita è costante. Finalmente il Rifugio ci appare nella sua interezza, siamo circa 50 metri sotto e in poco tempo lo raggiungiamo. Di fronte lo spettacolo della nord del Monte Disgrazia con l’inpervia cima e il suo ghiacciaio. Sono passate due ore e 54 minuti dalla partenza, un quarto d’ora meno del previsto. I primi arrivati credo che abbiano impiegato meno di due ore e mezza: complimenti!
Vanni
Venerdì 26 agosto 2022 – Barchi - Lago Palù – Colle Bocchette del Torno.
Ultima escursione della settimana, il gruppo a parte qualche piccola defezione si trova compatto alle 8.30 nel parcheggio dell’hotel Roseg. In auto si raggiunge la località I Barchi dove pagando la modica cifra, si fa per dire, di 5 euro si può parcheggiare. Salendo un po’ su strada sterrata e un po’ su sentiero si raggiunge il rifugio Palù a quota 1947 mt., di fronte la conca con l’omonimo lago. Una breve sosta sia per ricompattare il gruppo sia per godere di una buona tazza di caffè e poi ripartenza verso l’Alpe Roggione. Il sentiero con una dolce pendenza ed un buon fondo e con un lungo traverso ci conduce all’Alpe Roggione, ormai ruderizzato. Ora il sentiero si fa molto ripido con un fondo sempre più pietroso e scalinato spesso anche sdrucciolevole. Si arriva al colle Bocchette del Torno a quota 2171 mt ansanti e sudati.
Dilemma: ritornare al lago per lo stesso sentiero o fare un percorso ad anello più lungo? Sentito il parere del gruppo e consultata la cartina si opta per la seconda opzione che si rivela poi la scelta più azzeccata. Il sentiero scende in modo dolce sino alle case dell’Alpe Campolungo, da qui si gode una splendida vista del bacino di Campomoro e le montagne della vallata antistante. Con una facile e breve, se pur ripida salita, si raggiunge il colle dove scendendo inizialmente su piste da sci e poi su sentiero si raggiunge la bellissima conca dell’Alpe Palù. Qui si trova un bell’agriturismo con alle finestre una bella e copiosa fioritura di petunie dai vari colori. Il gruppo “Assaggiatori” si fa avanti per gustare le specialità culinarie del luogo. Questa sera ci sarà la classifica per la miglior polenta.
La maggior parte del gruppo si accontenta di un modesto panino, di un caffè e di una birra pregustando le prelibatezze serali preparate dal cuoco dell’hotel. Si riparte e attraversando un bel lariceto si ritorna nuovamente al lago Palù. Se ne seguono le sponde e poi ancora con un percorso diverso dall’andata, si raggiunge la località Zocca, poco dopo si ritorna sul sentiero fatto in mattinata che ci riconduce al parcheggio. Il tempo anche oggi ci ha accompagnato con una bella giornata serena al mattino e con l’addensarsi di nuvole nel pomeriggio.
Enrica Croletto

4 settembre 2022 -- Pic de Rochebrune
Il Pic de Rochebrune è quella montagna che in Val di Susa non puoi non aver visto almeno una volta. Da moltissime cime della nostra valle spicca il Pic e scusate il gioco di parole.
Viene naturale quindi andare a dare un occhiata e, perché no, salirci almeno una volta.
La curiosità ci ha spinto ad organizzare questa gita. Lo stesso possiamo immaginare che abbiano pensato i quattordici partecipanti che entusiasticamente hanno deciso di condividere l’esperienza.
Ma non solo quello. Qualcuno ha pensato di condividere questa esperienza nonostante ci sia già stato almeno 7 volte, e questo ha rafforzato il nostro pensiero che ne deve valere la pena!
Partiamo all’alba delle 6:30 da Bussoleno, e verso le 8 lasciamo le macchine al col dell’Isoard. Compatti arriviamo al vicino Col Perdu dal quale godiamo già dello spettacolo delle splendide montagne del Queyras. Di fronte a noi in direzione del sole vediamo il nostro Pic da una prospettiva diversa da quella a cui siamo abituati dalle montagne di casa. L’imponenza della sagoma però ci fa capire che non possiamo sbagliarci, è proprio lui.
Vediamo già gran parte della via di avvicinamento almeno fino al Col des Portes. Scendiamo dal col Perdu perdendo quota di 100 metri circa e già pensando a quando dovremo poi risalirli (sigh).
Ancora compatti con passo costante arriviamo in poco più di un ora al colle che vedevamo in lontananza.
Il gruppo prosegue la salita su tracce di sentiero sempre più ripide fra gli sfasciumi del versante sud. Fra rocce, roccette, ghiaioni, cenge, seguiamo una presunta traccia segnata solamente da qualche ometto ogni tanto. Giungiamo infine alla spaccatura fra la cima nord e la cima sud. Facendo molta attenzione la superiamo ed in breve arriviamo ad un colletto dove vediamo la corda fissa che ci aspettavamo.
Mentre un socio decide di proseguire sul sentiero escursionistico, gli altri si preparano per la salita della cresta est. Dopo il primo tratto con il cordone già piazzato a cui aggiungiamo una nostra corda per assicurarci, troviamo la cresta individuando i primi spit. Il primo che sale prepara una corda che permette agli altri di salire assicurati con l’autobloccante. Una salita di II+ grado facile sulla carta ma che comunque impegna tutti perché piuttosto verticale e dove troviamo grossi blocchi che si muovono (!). Nel frattempo qualche nuvolone fa calare la temperatura, proprio ora che siamo in parete.
Siamo in tanti e sgranati arriviamo finalmente sulla cima nord per poi salire su facile sentiero a quella Sud, la più alta. Come previsto le cime sono occupate da strutture con pannelli solari e antenne su base di cemento armato, non proprio un bel vedere. Il panorama invece è grandioso, e iniziamo ad individuare le più vicine e lontane montagne. Thabor, Bernauda, Melchiorre, Chaberton, Dent Parachee, Rognosa d’Etiache, Sommelier, Charbonnel, Ramiere, Monviso, Pelvoux, Barre des Ecrins, Pic de la Meije, sono alcune delle innumerevoli vette che ci circondano.
Non ci fermiamo molto in cima e decidiamo di scendere per la stessa via, dopo aver sentito diversi rumori allarmanti di smottamenti e scarichi provenire dal canale della via normale.
Assicuriamo un paio di corde doppie, e uno per volta, ci caliamo sul colletto sottostante. Oramai si sta facendo tardi e iniziamo la discesa scaglionati per la ripida e franosa pietraia per limitare possibili effetti di pietre che possono franare a causa del nostro passaggio.
Superiamo il Col dee Portes dopo un breve spuntino e ci incamminiamo per il lungo attraversamento che ci riporta alle macchine. Con una bellissima luce del pomeriggio ci guardiamo ogni tanto indietro ad ammirare ancora l’imponente massiccio. Al contrario del mattino che trasmetteva rispetto e anche un po’ di incertezza, ora ci riempie di grande soddisfazione. Scambiandoci strette di mano possiamo finalmente dire: bella gita!
Francesco Marras

11 settembre 2022 -- Tour Oulx-Cesana
Una serie di contrattempi ci ha spinto a rinviare al prossimo anno la gita in programma in Valle d'Aosta, ma vista la bellissima giornata abbiamo deciso comunque di pedalare sulle nostre montagne. La scelta è caduta su un percorso a molti parzialemente sconosciuto ma di grande soddisfazione.
All'appuntamento mattutino ci ritroviamo in 11.
Partenza da Oulx, salita fin sopra Vazon seguendo la strada del Cotolivier, bivio a sinistra fino a Lozet, da qui iniziano due bellissimi single trek fino al Colletto Grigio. Discesa su sterrato a Fenils e risalita sull'altro versante della valle a Solomiac e Autagne.
Qui la strada è ripidissima e con fondo sconnesso; se gli "elettrici" hanno modo di apprezzare l'acquisto fatto, i "muscolari" si guadagnano il rispetto e i complimenti di tutti i partecipanti.
Da Autagne un lunghissimo sentiero ci conduce a Malafosse Bassa, breve sterrato in discesa e nuovo single trek fino a Jouvenceaux. Da qui Fabrizio ci guida in una bella discesa su sentiero fino a Oulx.
Bellissimo Tour, apprezzato da tutti, che percorre i due lati della Valle tra Oulx e Cesana. 1400 mt di dislivello. 33 km di cui la gran parte su ottimi sentieri.
Claudio Blandino

18 settembre 2022 -- Rifugio Jervis
La gita odierna si è svolta all'interno del Parco del Gran Paradiso, che festeggia quest'anno i suoi cento anni di vita.
Una giornata splendida ha accompagnato i 45 partecipanti che, partiti poco oltre la frazione Villa di Ceresole Reale, hanno affrontato i circa 700 metri di dislivello per raggiungere il Rifugio Jervis, dedicato a Guglielmo Jervis, detto Willy, partigiano ucciso dai nazifascisti, alla cui memoria è intitolato anche il rifugio Willy Jervis in Val Pellice.
Un ripidissimo sentiero iniziale mette subito a dura prova i nostri muscoli ancora freddi, poi la pendenza diminuisce . Si procede in un bel bosco di conifere , in mezzo al quale spuntano delle radure con delle baite.Il percorso è piacevole, tra tratti tranquilli e impennate, con bella vista sulle montagne circostanti e in fondo verso est il Lago di Ceresole, povero di acqua stante la siccità di quest'anno. In circa due ore o poco più si raggiunge il Rifugio situato su un cocuzzolo alla base dell'ampio pianoro di Nel, attraversato da un corso d'acqua che nasce da quel che rimane del ghiacciaio delle Levanne, che abbiamo di fronte, e che, sotto il rifugio si allarga fino a formare un laghetto. Una mandria di mucche pascola nel pianoro, in fondo al quale vi sono alcune baite.
Un gruppo di circa 20 persone decide di raggiungere il Colle di Nel , sobbarcandosi altri 300 metri di dislivello e un'ora e più di cammino in salita. Una parte di loro tornerà indietro, una dozzina giungerà al colle da cui si gode una bella vista su Ceresole e il suo lago e le vette circostanti, col Gran Paradiso che fa capolino a nord.
Chi resta al rifugio si fa tentare da una polenta o da una fetta di torta, con un buon bicchiere di vino. Il tiepido sole e la bellezza del posto invitano a una lunga sosta.
Dopo l'arrivo di chi è andato al Colle si scende a valle a gruppi per lo stesso sentiero dell'andata fino alla piazzola dove è parcheggiato il pullman che ci riporterà in Valle di Susa.
Alessandro Martoglio

25 Settembre 2022 -- Raduno Intersezionale
Consueta Festa annuale per il classico incontro tra tutte le Sezioni della Valle di Susa e della Val Sangone.
Ogni anno diventa difficile trovare uno spazio in cui si possa fare pranzo insieme e nell’evenienza ripararsi dalla pioggia.
Quest’anno siamo rimasti sul fondo valle, gentilmente il Gruppo Pulizia Sentieri e gli Alpini di Borgone ci hanno ospitato, anche se non era in vera montagna il sito si è prestato bene per le varie attività della giornata.
Gli Escursionisti accompagnati da Silvio Girard e dal Gruppo Pulizia sentieri hanno fatto un bell’anello sui loro sentieri messi a nuovo per l’occasione, siamo saliti da Chiantusello alla scoperta dei vecchi gruppi di case, il Faciet, Roc, zona di terrazzati coltivati a vite, Le Vigne del Roc dove si può recepire com’era duro vinificare su quel territorio. Nelle case abbandonate ci sono i resti di una vita, tini, botti letti in ferro, stalle, tutto si è fermato al dopo guerra, quando gli abitanti lasciarono la montagna per lavorare in bassa Valle. Dopo una pausa a RoccaBruna 705m scendiamo passando a fianco di Roca Fourà, importante cava storica dove ricavavano le macine, arriviamo negli uliveti di Rossetto che ha sempre piacere di raccontare la sua passione sulla coltivazione dell’ulivo.
Proseguiamo verso la Sede degli Alpini, ci stanno aspettando per il lauto pranzo, polenta e salciccia. Anche quest’anno dobbiamo ringraziare Osvaldo Vair e il suo staff per aver cucinato per tutta la truppa siamo circa un centinaio di partecipanti, ottima polenta e anche la salciccia.
Alla spicciolata arrivano ai tavoli il gruppo che arrampicava sulle numerose falesie di Borgone accompagnate dall’organizzatore Manlio Vineis di Pianezza e il gruppo di ciclisti MTB che si sono impegnati in un bel giro ad anello, Borgone, Condove, Magnoletto e discesa su Borgone su mulattiera, erano una ventina accompagnati da Adriana Cucco di Alpignano.
Dopo il pranzo una piccola lotteria offerta dall’Intersezionale, (con il pasto a 5 euro veniva dato un biglietto), i regali erano pochi ma si è cercato di farli di qualità. Per finire un gruppo di amici musicanti ha allietato il dopo pranzo, una leggera pioggia ci assembrati tutti sotto il telone a sentire le la musica ma con l’arrivo di un po' di sole i ballerini si sono scatenati al suon di valzer e danze popolari.
Stefania Querciotti che era presente, mi raccontato dell’evento fatto il sabato a Sauze, in ricordo di suo papà per l’ottantacinquesimo anno di età, Giorgio Querciotti, purtroppo non c’è più, era una figura importante per le feste dell’Intersezionale, cuoco provetto, in ogni festa non mancavano mai le bracciole e il pollo alla griglia, un piacevole ricordo.
Osvaldo Plano

28 settembre 2022 -- Fugera – Pulizia sentieri
Passata l'estate si ritorna a pulire sentieri. Fortunatamente il grande caldo e la siccità hanno contribuito a rallentare le crescita di arbusti ed erbacce. Non così per il sentiero della Fugera che si snoda in una foresta di alberi resi scheletrici dall'incendio, su un versante settentrionale dove un po' di umidità ha reso rigoglioso un sottobosco di rovi ed erbacce varie.
Su buona parte del sentiero ci siamo dovuti aprire il passaggio in una muraglia verde; Vincenzo davanti con il tagliasiepi, seguito da Mario con il rastrello e dal sottoscritto con il decespugliatore, ancora più dietro Giorgio ed Enzo con la motosega.
Risultato finale: un sentiero ripulito per una larghezza di 1-2 metri grazie a 7 ore di lavoro.
Commento condiviso dai partecipanti: ... come inizio non c'è male ...
Per quest'inverno l'accesso alla Fugera è assicurato.
Claudio Blandino

13 ottobre 2022 -- Acquedotto Balmetta
Era ancora buio, 6:45 ero alle Sagnette per salire al rifugio e scendere con la carriola per caricare il necessario per i lavori della giornata.
Appuntamento alle Sagnette alle 8.30 con Mauro, l’idraulico, Giorgio l’ispettore rifugio e Enzo Socio volontario.
Alle 9:00 si incomincia, dobbiamo sistemare un nuovo pozzetto e fare i vari collegamenti all’impianto del Rifugio ed interrare la condotta dalla ex centralina al nuovo pozzetto, perché l’avevamo allacciata provvisoriamente lasciandola volante.
Mentre Mauro sistema la Lampada UV per la potabilizzazione dell’acqua, incominciamo con gli scavi, sistemiamo il nuovo pozzetto e fine mattinata rimane da interrare il tubo nella traccia e fare i vari collegamenti.
Un paio d’ore al pomeriggio e anche questo lavoro è ultimato. Ora il gestore ha la possibilità di accedere alle due sorgenti ( Due Fontana- Fontana dell’Olio) girando una serracinesca.
Speriamo che il Parco non faccia storie e ci imponga di eliminarlo visto che l‘autorizzazione era solo per l’emergenza idrica estiva, visto che è stato un grande impegno economico e di forze per realizzarlo.
Ringrazio sinceramente tutti i Soci che hanno collaborato nella riuscita del lavoro.
Osvaldo Plano

18 ottobre 2022 -- Lorano - Pulizia sentieri
Arriva l’autunno, procediamo con la pulizia sentieri, dopo il sentiero Fugera, il sentiero di collegamento Barma Bruna Campobenello abbiamo ripulito
la mulattiera che dalla Frazione Lorano sale al Colletto sulla sinistra orografica della Comba delle Foglie.
Questo sentiero era gìà stato riprestinato in primavera dopo che il forte vento aveva abbattuto parecchi faggi.
Ora il grande problema di questi sentieri, che attraversano l’area dell’incendio è l’espandersi dei rovi, nonostante la siccità sono sani e rigogliosi.
I cinque volontari, Giorgio, Fiorenzo, Mario Vincenzo ed io, muniti di cesoie, rastrello, motosega, decespugliatori e di buona voglia, abbiamo reso percorribili i seguenti percorsi: Lorano Colletto, discesa sul collegamento con sentiero di Barma Bruna e discesa nel sentiero centrale della Comba delle Foglie fino a Pietra Bianca. Alle 17:00, contenti ma stanchi ci siamo ritirati.
Invitati da Vincenzo a casa sua per una bevuta, che è diventata un super aperitivo, con formaggio delle viole, birra, vino e il dessert, un buon bunet.
E che vuoi di più, siamo andati via un po' storti, non so se per il mal di schiena dell’uso del decespugliatore o a causa della bevuta.
Ringrazio tutti per la bella giornata passata in compagnia e...alla prossima.
Osvaldo Plano

23 ottobre 2022 -- Monte Tobbio
Finalmente ce l'abbiamo fatta! Al terzo tentativo ci siamo riusciti. La gita era stata programmata nel 2020 ma per la pandemia era stata annullata; nel 2021 aveva ricevuto scarse adesioni ed era stata annullata. Anche quest'anno rischiava di saltare per le precarie condizioni del tempo. Le previsioni davano tempo nuvoloso con scarsissime probabilità di precipitazioni. Ero indeciso ma alla fine ho rischiato.
Pazienza la pioggia, ho pensato, ma solo un po' di nuvole non fermeranno gente abituata a camminare, che sicuramente in passato si è trovata a fronteggiare situazioni più sgradevoli.
Dopo alcune defezioni nei giorni precedenti in 24 arriviamo al campo sportivo di Voltaggio sul pullman da 28 posti di Bellando. Una volta partiti, dopo una breve sosta nella piazza della Chiesa, imbocchiamo un ripido sentiero che ci porta presso i ruderi del castello di Voltaggio.
Da qui la pendenza si fa meno ardua e si transita in un bosco prevalentemente di castagneti, i cui ricci coprono il sentiero bagnato per la pioggia della notte. Superato il castagneto il sentiero attraversa una pineta alternando tratti in piano con tratti in salita. Con diversi saliscendi praticamente in cresta, si scorge in fondo il Monte Tobbio, la cui cima è avvolta dalle nuvole.
Scende qualche goccia di pioggia, che ci fa riflettere se continuare o meno. Ma è un falso allarme. Dopo il bivio a cui arriva il sentiero che parte dal Valico degli Eremiti si sale decisamente verso l'insellatura del Passo della Dogliola. A tratti arrivano delle forti folate di vento. La temperatura, fino a quel momento gradevole, scende, per cui invita a coprirsi.
Dopo il Passo si sale decisamente verso la vetta su sentiero sassoso ad ampi tornanti in mezzo a una vegetazione brulla. Nell'ultimo tratto la nebbia ci avvolge, con qualche spiraglio che ci permette di vedere la chiesetta posta sulla vetta della nostra meta. Si arriva (tranne 3- 4 persone che si erano fermate poco prima del Passo della Dogliola) finalmente in cima con visibilità estremamente ridotta che non ci permette di ammirare il panorama per cui il Monte Tobbio è giustamente famoso.
La cappella per fortuna ha incorporato anche un doppio locale adibito a rifugio non custodito, sempre aperto, con sedie e tavoli, che ci consente di riposare e consumare il pranzo al sacco al coperto.
Esaurita la speranza di godere il panorama si riparte verso Voltaggio per lo stesso sentiero dell'andata, facendo attenzione, specie nel primo tratto, a non scivolare sulle pietre umide.
Si arriva in paese ad un'ora decente che ci permette di consumare qualche bevanda nei due bar del centro storico e di acquistare i pregiati amaretti per cui Voltaggio è famosa.
In conclusione itinerario che con tempo bello sarebbe stato molto piacevole e panoramico.
Ma poteva andare peggio.
Alessandro Martoglio

25 ottobre 2022 -- Cre di Cu - Pulizia sentieri

30 ottobre 2022 -- Pranzo Sociale
In una bella mattinata che, se non si guarda il calendario, potrebbe essere di metà settembre tanto il clima è caldo, ci ritroviamo al parcheggio del paese di Corio in Val Malone.
L’arrivo è stato in ordine sparso, una quarantina in pullman il resto distribuito in 4 automobili, saluti calorosi soprattutto tra quanti di noi non ci si vedeva da tempo, ad accoglierci i rappresentanti dell’Associazione Sentieri Alta Val Malone.
Il loro presidente Mauro Salot ci illustra il lavoro svolto per il recupero dell’ampia rete sentieristica della zona; dal 2009 il folto gruppo di volontari, sono una sessantina, ha portato a termine ad oggi la risistemazione di ben 140km di sentieri che il tempo aveva reso ormai completamente inagibili, lavorando anche, in collaborazione con associazioni, categorie produttive e persone di buona volontà, alla riqualificazione delle innumerevoli borgate sparse sul territorio, (solo il comune di Corio conta 250 frazioni).
Fraternizzare con loro è stato immediato, soprattutto per quanti nel nostro gruppo sono impegnati nella analoga opera di ripristino e mantenimento dei sentieri dell’indritto e inverso di Bussoleno e della rete di Borgone.
Dopo questa interessantissima chiacchierata il nostro gruppo, quasi al completo, guidato dai due gentili accompagnatori locali si avvia lungo il sentiero con piacevole camminata mai troppo impegnativa, buona parte nel bosco.
Subito incontriamo la casa di uno scultore in pietra che ci racconta di una antica scultura di una testa bifronte raffigurante un volto di un anziano e dall’altro lato di un giovane forse a significare le due visioni, passato e futuro, una copia della scultura riprodotta dall’artigiano che ce ne ha parlato la ritroviamo a Piano Audi.
Riprendiamo il cammino, attraversiamo il torrente Malone sul ponte medioevale in pietra del “Mulino dell’Avvocato”,fino alla frazione Case Fassero, il sentiero attraversa alcune volte la carrozzabile per giungere alla frazione Piano Audi ( poco più di 200 mt di dislivello e circa 4 km).
Qui si ricompone il gruppo con quanti, saliti in auto direttamente, nell’attesa hanno esplorato qualche sentiero circostante, il piccolo ed interessante negozietto di specialità locali, nonché la fornitissima Biblioteca Alpina. Ci accoglie una piacevole sorpresa, come benvenuto ecco un ricco assaggio di salumi e formaggi locali che gustiamo all’esterno sotto un piacevole sole.
La borgata è piccolissima, ma non manca una bella chiesa, una cappelletta e il nostro Ristorante dove gustiamo un piacevole pranzo, cibi buoni, abbondanti ottimo servizio e ne usciamo veramente soddisfatti e, a pochi passi in un bel prato antistante la chiesa si svolge la parte istituzionale della giornata.
Foto di gruppo, discorso dal Presidente che illustra quanto si sta mettendo in piedi per il prossimo anno e premiazione finale dei soci con 25 e 50 anni di ininterrotta adesione al Cai. Tra i premiati con l’aquilotto d’oro dei 50 anni anche il nostro Presidente Osvaldo Plano, due brevissime parole per congratularsi con lui per la lunga adesione al Cai e soprattutto per l’impegno che sta profondendo nel portare avanti le tante iniziative che si stanno intraprendendo.
Il rientro avviene percorrendo un nuovo sentiero, che con ripida discesa ci porta al torrente Malone che attraversiamo su una passerella militare in ferro per poi proseguire sul sentiero nel bosco fino alla borgata di Ritornato. Con passo deciso visto il buio che sta avanzando rientriamo a Corio, e ritroviamo quanti erano scesi in auto e nell’attesa avevano visitato il paese.
E’ stata una bella giornata, il bel tempo ci ha accompagnati eravamo in tutto 61 partecipanti.
Tiziana Ferraro

6 novembre 2022 -- Rocca di Perti e Grotta Pollera
Finalmente dopo una lunga assenza siamo riusciti a trasformare la data teorica sul calendario della gita Intersezionale Valsusa-Val Sangone in una reatà. Come da consuetudine si opta per un percorso in Liguria che ti riporta per una giornata ai climi di inizio autunno, anche se quest'anno si è girato anche qui in Valsusa in maniche corte sino all'inizio del mese di Novembre...
Siamo un centinaio di partecipanti provenienti dalle sezioni di Alpignano, Almese, Bussoleno, Giaveno, Susa e Pianezza: nota dolente solo due giovani.. Alcuni si congiungeranno a noi a Final Borgo, luogo di partenza dell'escursione. Partiamo alle 06.00 da Susa e dopo le fermate canoniche di Bussoleno. S.Antonino, Avigliana e Rivoli ci dirigiamo verso il mare. Stamane si avverte finalmente l'adeguamento della temperatura alla stagione e la prova è che nei pressi dell'autogrill di Ceva, tutti i prati e i campi sono ricoperti da un velo di brina.
Come da programma alle 09.30 siamo a destinazione e qui oltre ai fortunati partecipanti che qui si aggregano perchè fortunati proprietari di seconde case, accogliamo Anna e Marco, miei cari amici, che da alcuni anni si sono trasferiti qui ad insegnare educazione fisica in un contesto naturale decisamente più consono alle loro specialità come la canoa e la bicicletta, che a Torino sono si fattibili, ma con forbici meteorologiche decisamente diverse.
Si attraversa il suggestivo centro di Finalborgo e ci si inerpica su un sentiero lastricato inizialmente, che porta ai ruderi di Castel Gavone, antica dimora dei Marchesi Carretto di FinaleLigure. Raggiungiamo poco dopo lo spiazzo da dove si domina il borgo e dove sono ubicate due belle chiese: Nostra Signora di Loreto e la caratteristica chiesa dei Cinque Campanili. Da qui imbocchiamo il sentiero "Via del Purchin" che ci porterà dapprima alle Cave e alla Croce di Perti. Qualche sfilacciatura nel gruppo favorisce una piccola migrazione di escursionisti su un'altro sentiero, ma prontamente viene tutto risolto, come anche il lieve malessere di Carla, supportata dal medico Elio provvidenzialmente presente nel gruppo di Giaveno.
Alla Croce di Perti pranziamo con una visione bellissima sull'Isola della Gallinara come tante formichine al crogiolar del sole. La discesa nel bosco un pochino ripida ci conduce alla Grotta Pollera, nostra meta finale che ci accoglie tutti al suo interno in uno spettacolare gioco di luci e ombre del sole calante, miscelate alla polvere finissima che si leva tutt'intorno. Purtroppo i tempi un pochino stretti ci riconducono a Finalborgo che sono già le 16 e dobbiamo ripartire per non mettere in crisi il ruolino di marcia degli autisti dei pullman.
Nel parcheggio del pullman troviamo un signore anziano di nazionalità spagnola che è stato "dimenticato" dal servizio escursioni della Costa Crociere ed è in comprensibile stato ansioso, ma tra noi ci sono due amici che parlano spagnolo fluente e lo calmano un pochino. Chiamiamo i Carabinieri che si prenderanno cura di lui per poterlo riaccompagnare al porto dove è attraccata la nave che lo ospita. Speriamo in bene.
Salutiamo Anna e Marco con un piccolo presente, per ringraziarli della bella giornata trascorsa insieme e ci auguriamo di essere nuovamente un bel gruppo coeso l'anno prossimo, sicuramente sempre in Liguria, magari con qualche scorcio di mare in più ad accompagnarci.
Un caro abbraccio a tutti!
Osvaldo Vair

24 novembre 2022 -- Pulizia sentiero: Chiabodo-Foresto
Il leggero vento caldo, e un sole quasi primaverile ci hanno accompagnato in questa mattinata di pulizia sentieri. Questa volta si tratta di un sentiero a bassa quota, appena sopra gli abitati di Bussoleno e Foresto.
Un percorso corto, quasi interamente pianeggiante, con ampi panorami sulla valle. Un bel percorso per fare la passeggiatina domenicale o per portare a spasso il cane e... infatti... nel periodo di lookdown emergenza covid era molto gettonato...
Il sentiero era già stato ripulito alcuni anni fa, oggi abbiamo fatto una ripulita minuziosa con il taglia siepi, ripristinato alcuni gradini all'inizio del percorso, rimosso un paio di alberi secchi caduti.
Qualcuno direbbe "lavoro da pensionati" ed in effetti, a parte Cens, eravamo 5 pensionati con 4 cani a seguito.
Adesso il sentiero è pulito e utilizzabile.
Se qualcuno vuole percorrerlo ma non sa dove imboccarlo ecco due dritte: parcheggiare l'auto nella piazzetta delle Grange di Bussoleno in via Massimo D'Azeglio, a piedi proseguire fino all'incrocio quindi sempre dritto verso la montagna in via Rocca e seguirla fino alla fine (prima asfaltata e poi sterrata), a fine strada sulla sinistra parte il sentiero con qualche ripido gradino, quindi leggera discesa e poi pianeggiante. Termina sulla strada in regione Fornace ad inizio Foresto.
Claudio Blandino

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