7 maggio 2023
Stura di Demonte
In pochi avrebbero scommesso su una giornata da ricordare, soddisfacente o almeno riuscita, dopo le innumerevoli ricerche sui siti meteo che davano rischio, se non certezza, di pioggia battente.
Comunque, una trentina di puntualissimi ed intrepidi ciclisti si è presentata, in orari che alcuni definirebbero “antelucani”, nella piazza di Sant'Albano.
Scaricate e preparate le due-ruote, fatto lo scatto di rito, in men che non si dica ci siamo avviati lungo la strada che doveva portarci all’oasi della Madonnina, l’area protetta realizzata grazie ad una associazione di volontariato locale, che ospita più di duecento specie di uccelli.
L’oasi preserva l’habitat delle zone umide che si trovano lungo il fiume Stura di Demonte ed ha consentito anche a noi rumorosi ciclisti di ammirare cormorani, aironi, cavalieri d’Italia, germani reali e gallinelle d’acqua che popolano gli stagni fra tife e iris gialli. Dopo una breve ricognizione dell’altana e dei capanni che permettono di osservare l’avifauna, attraversando i saliceti ed i canneti che circondano le zone umide, ci siamo rimessi in marcia.
La nostra successiva tappa era il bosco di Sant'Anselmo, residuo di un antichissimo bosco planiziale. Il cielo plumbeo ed il timore della grandine ci hanno costretti ad una sosta brevissima – in pochi hanno consumato un pasto, la maggior parte si è limitata a sbocconcellare, conservando la fame per un momento più sereno – e siamo tornati in sella. Il canale verdeggiante che affiancava questo tratto di percorso, accompagnandoci verso Castelletto Stura, ha infuso nuova serenità e confermato la ricchezza d’acqua di queste zone.
A ranghi serrati ci siamo avviati verso la riserva di Crava – Morozzo. Anche qui abbiamo potuto attraversare questa zona di tutela degli ambienti umidi, una delle più vaste del Piemonte meridionale, in sella alle nostre due-ruote. Al centro visita LIPU c’è stato appena il tempo di un caffè, prima di riprendere la pedalata lungo l’area boscata mentre una minacciosa pioggerellina ci faceva accelerare e non ci lasciava apprezzare la dotazione di capanni per il birdwatching.
Unica deroga: la sosta al capanno sommerso, un simpatico punto di osservazione dell’ittiofauna e dei fondali palustri.
Da Crava a Sant’Albano Stura ci siamo scatenati lungo le strade di campagna che attraversavano le vaste aree coltivate della ricca pianura cuneese, per poi coronare la giornata – ricoverate in auto le biciclette ed indossati i panni civili – con una bella merenda in riva ad un ... laghetto! Poteva essere altrimenti?
Monica Mandirola