15 aprile 2023
Ferrata della Sacra
Il 30 marzo del 2014 la nostra sezione organizzava la salita della ferrata Carlo Giorda alla Sacra di San Michele....
Sono passati esattamente 9 anni e 15 giorni e siamo ritornati.
Siamo tutti un po’ “meno giovani”.
I ragazzi che salivano con i genitori ormai sono adulti e hanno scelto la loro strada. Adesso è l’ora dei nipoti e così Ettore, con nonno Osvaldo, scopre il piacere del verticale.
Ma andiamo con ordine... ci ritroviamo in 19 alla partenza, il più giovane Ettore 13 anni, il “meno giovane” Giorgio 73 anni. Qualcuno è veterano di ferrate, altri alle prime armi, 17 italiani e due amici francesi.
Il tempo è bello anche se l’arietta è freddina, verso il Moncenisio la solita “gonfia” che non promette niente di buono.
Foto di gruppo alla base e via...
La prima parte passa veloce, il ritmo rallentato solo da esigenze “fotografiche”. Il nuovo e lungo ponte (che 9 anni fa non c’era) viene percorso senza problemi e con grande soddisfazione di tutti.
Il cielo si annuvola, sembra promettere tormenta e pioggia ma, come ormai accade in quest’anno siccitoso, dal cielo non cade niente. E noi proseguiamo imperterriti, le due vie di fuga che permettono di abbandonare la ferrata non vengono neanche considerate.
Gli occhi sono puntati in alto alle mura del monastero, le mani scorrono lungo la fune, aprono e chiudono il moschettone, ogni tanto si aggrappano alla roccia; gli stessi occhi si abbassano per vedere dove mettere il piede... la roccia, dopo anni di passaggi è diventata marmorea, il bel serpentino rugoso e rossiccio bruciato dal sole e rigato dall’acqua diventa la classica pietra blu, liscia e untuosa sempre pronta a “fregarti” regalandoti uno scivolone.
Ma non ci preoccupiamo, tra un fiatone e una risata pian piano la Sacra si avvicina.
Miriam (da non confondersi con l’altra Miriam l’ex presidente della sezione) e il suo compagno francese, alla sua prima ferrata, sono scortati da Giorgio, il poliglotta del gruppo che in modalità piemontese con inflessione franco-maccaronica elargisce preziosi consigli che fanno sganasciare dal ridere i presenti.
Si respira l’aria di tante gite passate e affiorano gli aneddoti dei tempi andati, delle gite in Calanques, delle “sfilate” in campeggio, delle “operazioni di appendicite” in parete con l’opinel.
Siamo sempre gli stessi, un po’ più attempati e con un po’ di fiatone ma sempre con il buon umore.
Ettore impara cosa sono i massi erratici, le rocce montonate, il tasso pianta preistorica. Chissà che ricordi conserverà di questa giornata ma per noi “vecchietti” è stato un piacere averlo insieme.
Si arriva in cima.
Qualcuno viene “turlupinato” facendogli credere che il cavo elettrico che corre sulle mura e arriva ai fari di illuminazione è un proseguimento del cavo della ferrata...
Il clima oggi è questo, per qualche ora ci lasciamo alle spalle la guerra in Ucraina, la crisi climatica, le migrazioni epocali, le elezioni a Bussoleno.
La discesa lungo la mulattiera di San Pietro è veloce e permette gli ultimi chiacchiericci che terminano con saluti e abbracci dopo la birra, il gelato o il caffè al bar.
Prossima ferrata a Valloire in Francia il 28 maggio.
Claudio Blandino