2-5 giugno 2022
Verdon
Ponte del 2/5 giugno, si ritorna in Verdon, per molti è una meta nota (ma sempre apprezzata) per altri una gradita novità.
Abbandonata la precisa organizzazione delle volte scorse ora si è molto elastici, c’è chi è partito il giorno prima chi partirà un’ora dopo, chi non raggiungerà subito la meta, in ogni caso in piazza del mercato a Bussoleno alle sette di giovedì siamo un bel numero e si compone la colonna delle auto. A Cesana ci siamo già dispersi, ma tutti si arriva al campeggio Mistral di Castellane dove occupiamo i bungalow assegnati.
I più volenterosi partono per la breve e ripida escursione alla cappella di Notre Dame du Roc che sovrasta il paese, altri si riposano. Dopo cena ci si ritrova per il digestivo ( ce n’è di ogni tipo) e per decidere per il giorno dopo, soprattutto si valuta il meteo e, come al solito, sito che vai previsione che trovi, insomma potrebbe essere brutto ma anche no!
Quasi tutti decidiamo di recarci alle Basses Gorges, sono un po’ lontane, ma il sentiero del Guardiano del Vecchio Canale è molto bello e vario,e vale la pena di fare oltre 60 Km in auto per arrivare a Quinson. Naturalmente le peggiori previsioni meteo si avverano e piove a dirotto, qualcuno demorde sceglie di visitare i paesini circostanti, altri sperano nel miglioramento annunciato, ci salva la gradita disponibilità di Jacky che ci ospita a casa sua, abita a pochi Km, per un improvvisato pic nic al riparo, grazie al quale possiamo aspettare il sole che in effetti nel primissimo pomeriggio compare.
Come si svolgeranno i giorni successivi lo descriveranno le relazioni che seguono, io vorrei solo aggiungere un grazie a tutti quanti per aver aderito a questa iniziativa, per me che da tempo mancavo dalle gite Cai, e non solo per le restrizioni Covid, è stato un vero piacere ritrovare amici di vecchia data e nuovi; la serata di sabato tutti assieme in una cena ( magari un po’ sgaruppata) ma tanto allegra, culminata con i festeggiamenti alla neo-pensionata Miriam è stata una apprezzatissima occasione di rivivere lo spirito amichevole che tante volte ha caratterizzato le iniziative del nostro Cai.
Tiziana Ferraro
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Venerdì 3 giugno destinazione Basse Gole del Verdon. La pioggia del mattino ci ha fatto posticipare la partenza a subito dopo pranzo, quando un bel sole ci fa compagnia.
Lasciamo l'auto al Lago Sainte-Croix a Quinson, dove parte il sentiero, dopo pochi passi si apre lo spettacolo del Verdon, il sentiero accosta quasi sempre il fiume tra scalette di ferro e passerelle di legno. Per lunghi tratti il sentiero passa sul Vecchio Canale fino ad arrivare alla casetta del Guardiano. Poco dopo il sentiero svolta a sinistra e sale fino alla Cappella di Sainte Maxime.
Il ritorno lo facciamo velocemente e ritorniamo al Lago Sainte-Croix, dove in quattro affittiamo una barchetta elettrica e ci inoltriamo sulle acque blu/verdi del fiume, ma questa volta ci rilassiamo totalmente ad ammirare il Canion.
Lungo il corso dell'acqua molti anatroccoli ci fanno compagnia e sembra di stare su uno specchio. Purtroppo le grotte sono ancora lontane ed il tempo è poco e ci tocca tornare indietro con il nostro battello fino al pontile dell'attracco.
Giornata fantastica!
Giulia Bellando
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ROUGON - Sabato 4 giugno, chi questa mattina ha scelto come itinerario per l’escursione l’Imbut, chi il sentiero Martel, chi va ad arrampicare e chi come noi sceglie di andare alla scoperta dei grifoni.
Siamo in sette, qualcuno è attrezzato con una buona macchina fotografica ed un potente teleobiettivo e chi invece solo con il telefonino. Raggiungiamo in auto il paesino di Rougon arroccato in alto ad un’altezza di 925m s.l.m, da qui si diparte una strada sterrata fiancheggiata da una splendida fioritura di ginestra gialla e da cespuglietti di fiorellini di un bel colore azzurrino.
Ci incamminiamo e dopo circa 4 km raggiungiamo la sommità della cresta rocciosa dove si dovrebbero trovare questi uccelli. L’area è protetta e recintata per non disturbare questi splendidi animali. Ci avviciniamo silenziosamente sino al bordo del precipizio e subito li individuiamo su una roccia, non molto distante dalla nostra postazione, ne contiamo 7, 6 adulti e uno più piccolo riconoscibile dal piumaggio più scuro. Sono visibili ad occhio nudo ma con il teleobiettivo riusciamo a coglierne tutti i particolari. Sono stati nutriti ed ora se ne stanno li tranquilli .
Ci mettiamo comodi anche noi in attesa che si muovano e prendano il volo, i minuti passano e loro sono sempre lì tranquilli tranquilli mentre noi siamo impazienti di vederli alzare in volo ed ecco all’improvviso ne vediamo comparire uno ,poi un altro e un altro ancora ,salgono dalle rocce sottostanti e raggiungono i compagni . Ma è verso mezzogiorno che questi uccelli iniziano a risvegliarsi e a librarsi in volo, uno passa proprio sotto di noi e riusciamo a vedere bene le sue grandi ali con loro forma incurvata verso l’alto sulla punta, ora nel cielo è tutto un volare .Iniziamo a contarli, sono una cinquantina, volano rincorrendosi, si allontano e poi si riavvicinano , vanno verso l’altra parte del precipizio e si dirigono poi verso la vallata .
Rimaniamo ad osservarli cercando di di filmarli e di fotografarli .Sotto all’ombra di alcuni pini ci gustiamo il nostro panino quando all’improvviso questi uccelli ci regalano un altro momento emozionante: passano sopra le nostre teste in fila indiana a distanza di pochi secondi uno dall’altro ,sembra ci vogliano salutare e così come sono arrivati ,velocemente si allontanano. Ritorniamo quindi verso il paese, il sole picchia sulle nostre teste e fa molto caldo e così cerchiamo un po' di refrigerio all’ombra di ogni pianta che incontriamo. Dobbiamo andare incontro al gruppo che ha percorso il sentiero Martel così che possano ritornare al punto di partenza per prendere le auto.
Scendiamo all’interno delle gorge e percorriamo il tratto finale del sentiero, tra scalette e la lunga galleria scavata nella roccia , il fiume sotto di noi ha un bel colore verde e nelle sue acque gruppi si divertono con le mute a lasciarsi trasportare. Siamo sincronizzati e ci incontriamo con gli altri a metà percorso Anche noi la nostra camminata oggi l’abbiamo fatta Arriviamo al parcheggio e troviamo una sorpresa: multa per parcheggio non consentito. La prendiamo con filosofia e non ci facciamo guastare la bella giornata trascorsa.
Enrica Croletto
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Sentiero Blanc – Martel
E' il sentiero più famoso del Canyon del Verdon. Venerdì sera si fa il punto per sapere quante persone abbiano intenzione di affrontarlo. Myriam si è informata sugli orari della navetta all'andata e al ritorno. Quella disponibile purtroppo parte alle 10.30 da La Palud. Troppo tardi, Si decide di utilizzare le auto. Siamo in nove, il sottoscritto, Myriam, Jacky, Franco, Carlo, Gianpiero, Mauro, Elisabetta, Dario.
E' previsto tempo bello, ma molto caldo, con temperature superiori ai 30 gradi, per cui decidiamo di partire presto, alle 6,45 dal campeggio. Tre auto, Dario lascia la sua al punto di arrivo del Point Sublime, si sale sull'auto di Gianpiero che, con quella di Jacky, si dirigono al punto di partenza del Chalet de la Maline.
Si parte verso le 7,50 su sentiero in discesa ripido e tortuoso. Dopo circa un'ora, dopo aver superato il bivio per l'Imbut, si arriva in fondo alla gola. Constatiamo che anche qui la mancanza di precipitazioni invernali ha influito sulla portata del fiume, con livello delle acque che per la stagione in cui siamo è decisamente bassa.. Si prosegue costeggiando leggermente in alto il fiume con percorso a saliscendi, sovrastati da alte falesie alte più di 300 metri e incontrando diverse grotte ai lati del sentiero.
Arriviamo a un bivio e decidiamo di abbandonare il sentiero principale per fare una deviazione fino alla Mescla, scendendo al punto in cui il fiume Artuby confluisce nel Verdon , formando una specie di limpido laghetto in cui sguazzano diverse trote , anche di notevoli dimensioni. 300 metri sopra di noi alcune persone ci osservano dal belvedere della Mescla, posto poco sotto la strada panoramica del Verdon. Pausa per goderci il posto e riposarci e poi ritorno a ritroso sul sentiero principale che si inerpica ripidamente per raggiungere la Brèche Imbert. Pausa per ammirare il paesaggio per poi affrontare la lunga e ripida scala metallica fissata nel canalino, dalla cui sommità il Verdon ci appare in fondo verticalmente. Foto d'obbligo sulla scaletta. Finita la scala con diversi ripidi tornanti arriviamo quasi in fondo alla gola. Nel frattempo la temperatura si è alzata notevolmente, non c'è un filo d'aria e si comincia a patire il caldo (meno male che siamo partiti presto) con il cammino che diventa più faticoso.
Anche il mio ginocchio destro comincia a darmi fastidio nei tratti più ripidi per cui sono costretto a rallentare. Le pause sono sempre più frequenti. Il tragitto verso il Point Sublime è tutto un saliscendi, incrociando diverse grotte e con alcuni tratti attrezzati con cavo. Si supera un breve tunnel per affrontare quello successivo del Baou lungo circa 700 metri, utilizzando le pile malgrado le numerose finestre da cui si scorge il fiume, per sbucare con una breve discesa su scala metallica sul letto del Verdon, ai cui lati ci fermiamo per il meritato pranzo al sacco, invidiando e ammirando le persone che, con la dovuta attrezzatura, si buttano nelle acque del fiume lasciandosi trascinare dalla corrente per decine di metri. Dopo un po' di riposo affrontiamo la salita finale di circa 170 metri di dislivello verso il Point Sublime, sotto un implacabile sole, che mette a dura prova le nostre residue forze.
Finalmente si arriva al belvedere e al parcheggio. La vista del bar soprastante ci rinfranca lo spirito, ci sediamo all'ombra , le birre e le panaches scorrono a fiumi per placare la nostra sete.
Abbiamo percorso circa 16 Km. che hanno richiesto oltre 6 ore di marcia prima di provvedere al recupero delle auto e il ritorno a Castellane, dove ci attendono le sospirate docce e la cena in campeggio con tutti i soci.
Alessandro Martoglio
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Imbut
Sabato il programma prevede due itinerari: sentiero Martel o sentiero dell’Imbut. Insieme a Terry, Paolo, Silvana, Dorino, Antonella, Bruno e Paola scegliamo quest’ultimo, che dalle descrizioni degli esperti e dai ricordi giovanili di Paolo e Bruno sembra più breve e meno difficoltoso. Andata e ritorno sullo stesso itinerario, km 12 complessivi, tempo previsto (da chi?) circa 5 ore.
Partiamo dal Rifugio La Maline alle 9.35 su agevole sentiero di discesa verso il fondo delle Gorges. Caldo umido, si suda anche in discesa. Presso un maestoso albero ci facciamo scattare una foto di gruppo. Alle 10.30 circa siamo al bivio Martel/Imbut. Il cartello direzionale indica Passerelle de l’Estellié 0h15’, L’Imbut 1h30’. Infatti alle 9.45 siamo alla passerella, dove facciamo una breve sosta fotografica. Ora proseguiamo sull’altra sponda. Il sentiero si fa più stretto, alternando brevi tratti di salita e di discesa. Alternativamente si può osservare il Verdon dall’alto o lambire la sua sponda.
Il bosco è ricco di bellissimi alberi molto grandi. Vediamo alcuni gruppi che praticano il canyoning. Più avanti troviamo un altro gruppo del nostro CAI, che sta facendo fotografie vicino all’acqua: Ivana, Liubica, Giulia, 2 Claudio; pensavano di fare il Martel, ma poi hanno optato per l’Imbut perché più breve. Riprendiamo il cammino, che diventa ora più faticoso, con scale in salita e in discesa e fondo scivoloso; il nostro gruppo comincia a scaglionarsi. Il sentiero diventa molto stretto, a tratti ricavato nella roccia e strapiombante sul fondo del canyon.
Per fortuna ci sono saldi mancorrenti a cui aggrapparsi. Arriviamo infine a un punto dove il sentiero riprende a salire decisamente verso l’alto: sono le 12.35 e non siamo ancora giunti all’Imbut, dove il fiume scompare. Paolo e Dorino vanno in avanscoperta e poco dopo tornano dicendo che mancano ancora altri 20 minuti per l’Imbut. Decidiamo di tornare indietro. Superato il tratto di sentiero strapiombante ci fermiamo a mangiare, poi riprendiamo la via del ritorno. Tutto ok fino alla passerella, poi la risalita verso il Rifugio diventa faticosa. Il caldo umido ci fa sudare e tribolare.
Ma non siamo soli: altri gruppi condividono le nostre fatiche, ci superiamo vicendevolmente quando ci fermiamo per una tappa, scherzosamente parliamo di stazioni della via Crucis. Finalmente siamo al Rifugio: tempo totale circa 7 ore, considerando le tappe 6 ore di cammino. La birra è più che meritata!
Vanni Aimo